Un ricordo di Diego Meli tracciato dall’amico fraterno Gigino Zito
In ricordo di Diego Meli.
Siamo abituati a commemorare chi ci lascia, con parole buone, ricordandone le doti umane, la sensibilità, la bontà, gli ideali, la solidarietà. Ma Diego Meli non è stato un uomo qualunque. La sua sensibilità umana, la sua formazione, non potevano non indurlo a fare fin da ragazzo, come diceva Giorgio Amendola, “la scelta di vita” di militante del movimento operaio, aderendo al PSI, con la scissione del 1963, al PSIUP e infine dopo aver fondato il PDUP a Salerno, iscrivendosi al PCI. Non credo che mi faccia velo l’affetto fraterno e la dolorosa commozione per la scomparsa dell’amico Diego Meli se ne esalto le virtù della vita e le opere di un compagno con cui ho avuto così lunghi e profondi legami. Ho avuto modo di conoscerlo bene, poiché dal 1967 ci ha accomunato la militanza nel PSIUP prima e nel PCI poi. Fu sempre Diego nel 1970, io giovane studente di biologia, nominato responsabile per l’agricoltura nella sezione di Pagani, ad invitarmi a un corso residenziale sulla previdenza agricola organizzato dall’Alleanza dei Contadini di Salerno. La militanza comune nel partito, rafforzò anche in me la scelta di vita di lavorare per il movimento contadino. Diego Meli è stato dirigente nonché costruttore del movimento contadino salernitano dalla fine degli anni ’60, pur continuando a svolgere il suo lavoro di geometra e tecnico collaudatore all’istituto Autonomo Case Popolari di Salerno. Partecipò attivamente alle fasi della Costituente Contadina che portarono all’unificazione dell’Alleanza Contadina e l’UCI con la nascita della CIC (Confederazione Italiana Coltivatori), di cui divenne Presidente Provinciale nel 1979. Per questo motivo lasciò il suo lavoro all’IACP (e con spirito disinteressato la sua elevata remunerazione) per dedicarsi interamente al lavoro quotidiano della costruzione della nuova organizzazione contadina a Salerno. Pur non lavorando più insieme, perché nel frattempo avevo assunto la carica di Presidente dell’AOSA, da lui caldeggiata, ho condiviso il suo progetto di offrire attraverso l’associazionismo, ai produttori salernitani uno strumento nuovo di aggregazione dell’offerta per raggiungere i mercati. Una vita dedicata al riscatto della gente dei campi, le battaglie dell’organizzazione che dirigeva indirizzata a dare dignità, ruolo e rispetto al contadino “analfabeta”, niente più “zappatori” ma coltivatori, agricoltori, imprenditori della terra a pieno titolo. Diego Meli era però anche convinto che dietro l’impresa agricola e la terra vi è il produttore di beni alimentari, il tenace lavoratore, il difensore e guardiano del territorio per la salvaguardia dell’ambiente. Per questi motivi ha spinto la CIC prima e la CIA poi, a valorizzare l’agricoltura multifunzionale del territorio provinciale, dando impulso alla nascita di un forte agriturismo e all’agricoltura biologica. Mi ha confidato negli ultimi anni, di voler creare un centro studi sulla storia del movimento contadino salernitano legato alla vita dell’organizzazione a partire dal dopoguerra, per ricordare l’impegno ed il sacrificio di compagni come Lanocita, Alfonso Volino, Elio Barba, Franco Siani, mentre non ha pensato ad una sua autobiografia, perché convinto di poter dare ancora tanto al movimento contadino e alla sua organizzazione. Con l’ultimo congresso era stato eletto Presidente dell’associazione pensionati Cia, carica che non gli impediva di essere sempre presente nei momenti pubblici a rappresentare l’organizzazione su qualsiasi tema. La sua vitalità, lucidità, arguzia, è stata sempre disponibile per l’organizzazione quando veniva richiesta. Ha voluto essere negli ultimi mesi, un consigliere discreto, ma anche paterno per chi guida la Cia da appena un anno, ponendosi come esempio di efficienza e professionalità, ma anche di socialità, dignità ,umanità, fra chi dirige e chi lavora. “Il buon padre di famiglia” così amava definirsi, e così lo ricordiamo, perché così dirigeva l’organizzazione. Tutti gli hanno voluto bene, anche chi non condivideva le sue scelte, perché prima che presidente, Diego Meli era un uomo e “padre affettuoso” di chi lavorava con lui. Il mondo contadino salernitano ha visto negli anni ’80 Diego Meli sempre in prima fila nella difesa degli interessi dell’agricoltura, schierandosi in difesa del ruolo delle organizzazioni professionali, anche quando queste furono fortemente criticate dal comitato di lotta della Piana del Sele. Diego Meli non si è mai tirato indietro, lo ricorda bene Antonio Colombo, allora direttore provinciale della Coldiretti, sempre pronto a partecipare ad assemblee infuocate di agricoltori esasperati per problemi sempre più gravosi. La forza delle sue argomentazioni, la sua onestà intellettuale, ne hanno fatto un simbolo del riscatto contadino in provincia di Salerno. Le battaglie sul prezzo del latte, l’affermazione della qualità del latte salernitano nei rapporti con l’industria di trasformazione, la battaglia per impedire che la Centrale del Latte venisse venduta a privati, le azioni per il riconoscimento delle dop olio, della igp “Tonda di Giffoni”, la battaglia sulla rateizzazione dei contributi agricoli, la difesa dei tabacchicoltori di Cava, sono solo alcune delle tante battaglie da lui combattute e rappresentano una traccia indelebile del suo operato al servizio dell’agricoltura. Con lui la Cia ha conosciuto una stagione di grande progettualità e concretezza. Mi vanto di essere stato al suo fianco dal 1995 al 2003 contribuendo con i due vice-presidenti Eligio Troisi e Carmine Caggiano, ora Sindaco di Auletta, e a tutto il personale dell’epoca, all’ottenimento di grandi risultati qualitativi e quantitativi. Sono stato al suo fianco anche in quest’ultimo anno, quando dopo cinque lunghissimi anni di sofferenza perché vedeva agonizzare la sua creatura, Diego Meli è riuscito con il suo prestigio, la sua pazienza e la sua lungimiranza, a ridare speranza all’organizzazione tutta. E’ iniziata da allora una nuova stagione di successi per la Cia di Salerno, riconoscimenti e prestigio per le iniziative portate avanti dal dinamico Presidente Domenico Oliva. Mi permetto di poter dire, a nome di noi tutti che lavoriamo nell’organizzazione da lui diretta per tanti anni, di essere orgogliosi di essere stati figli del “buon padre di famiglia” Diego Meli. Alla moglie e ai figli rinnovo la sincera solidarietà e l’affettuoso abbraccio del Presidente Oliva, della Giunta e di tutta la Cia per la così dolorosa e prematura perdita. Infine un mio personale saluto all’amico e compagno Diego.
Gigino Zito Consigliere provinciale Cia Salerno