L’Olio Dop delle Colline Salernitane.
Nel vertice della piramide di Ancel Keys, simbolo universale della dieta mediterranea scoperta dallo scienziato americano che per primo comprese l’esistenza di una relazione tra la dieta, il colesterolo nel sangue e le patologie arteriosclerotiche, l’olio extravergine di oliva occupa il vertice insieme con le carni rosse, il pesce e le carni bianche. L’ideatore delle famose razioni K (K come Keys) aveva riconosciuto l’efficacia dell’olio d’oliva nella prevenzione dell’infarto e dell’arteriosclerosi. Mister Colesterolo avrebbe senz’altro apprezzato il color verde con riflessi paglierini, il sapore deciso e persistente, con retrogusto pulito e le caratteristiche organolettiche dell’olio extravergine d’oliva delle colline salernitane. Garantito da un marchio di qualità “storico” l’olio delle colline salernitane attrae sempre più consumatori orientati verso la qualità e la sicurezza, verso prodotti fortemente radicati con il territorio. Obiettivi che rientrano nei programmi e negli interventi dell’Assessorato provinciale all’Agricoltura che per il potenziamento e la valorizzazione del comparto olivicolo ha messo in campo, in sinergia con altri Enti ed Istituzioni, numerose iniziative, tra cui la prima vetrina degli oli dop d’Italia e la “Carta degli Oli Dop della Campania” che rispettano standard di assoluta qualità ed inseriscono di diritto il salernitano nel grande circuito dell’Italian style che a tavola detta legge in tutto il mondo. La Campania è terra di oli DOP, ve ne sono ben cinque , di cui due nel salernitano, dove la coltura dell’olivo da secoli plasma il paesaggio agrario e l’albero lo tutela dai rischi idrogeologici. La zona di produzione va dai Monti Alburni alla Costiera amalfitana fino ai Monti Picentini, le cui varietà rappresentate sono la Rotondella, Frantoio, Carpellese e Ogliarola. I filari di ulivi rigano le dolci colline mentre il castagno caratterizza in modo indelebile il panorama rurale. Da Settembre si celebra l’importanza di quest’ albero secolare la cui età media varia dagli 80 ai 120 anni, e che costituisce un importante risorsa e un patrimonio per l’intero comprensorio. E’ ancora in una fase progettuale il progetto di un impianto industriale che secondo le stime è destinato a lavorare su base triennale 40.000 quintali di castagne. L’impianto che dovrebbe sorgere nel comune di Castiglione del Genovesi prevede la linea di calibratura, sterilizzazione, pulitura e confezionamento delle castagne fresche. L’obiettivo è quello di occupare una nicchia di produzione attraverso la rintracciabilità e la qualità del prodotto che deve essere in regola con la normativa comunitaria. Tanti i paesi in festa per questo prodotto che ogni anno rinnova le affermate sagre di San Cipriano Picentino, Curti di Giffoni ed Acerno. Il Comitato Promotore della Castagna di Acerno Dop ha, intanto, già presentato il disciplinare di produzione della Dop che comprende una superficie pari a mille ettari di castagneti ricadenti nei territori dei comuni di Acerno, Montecorvino Rovella e Campagna e coinvolge circa 400 piccole e medie aziende, a conduzione familiare. A San Mango Piemonte e dintorni invece garantita da un apposito consorzio che ne tutela e controlla la produzione, con sede a Caserta, la rinomata mela annurca assicura genuinità e un alimento nutrizionalmente equilibrato. Tutelare e valorizzare la storia, le tradizioni e la cultura di questa cultivar tipica di alcune aree del picentino, confinata in pochi ettari di terra, è la mission dell’Associazione nazionale delle Città della Mela Annurca che ha sede proprio nel comune di San Mango Piemonte.
(WB)
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