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Registrazione Trib. di Sa n°22 del 07.05.2004
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Annata nera per le nocciole del picentino. L’abbandono delle coltivazioni in montagna.
Intervista con il Presidente dell’Associazione Produttori Nocciole Tonda di Giffoni Pasquale Sica.

L’economia agricola legata alla coltivazione di nocciole è in crisi. Man mano che vengono resi noti i dati relativi, ci si accorge che la crisi del comparto della nocciola assume dimensioni ancora più gravi di quelle ravvisabili nelle più pessimistiche previsioni. In Irpinia, secondo i dati forniti da Coldiretti, il settore corilicolo è in ginocchio a causa dell’aumento dei costi di produzione, in particolare del gasolio e dei fitofarmaci, la riduzione dei prodotti fitosanitari disponibili per il trattamento dei noccioleti, che rendono più difficile e oneroso il contrasto delle principali malattie, che ostacolano il rispetto degli standard di qualità richiesti dall’industria e dal mercato e determinano riduzioni di prezzo. Se Atene piange, Sparta non ride. Anche per i produttori del picentino è sempre più difficile confrontarsi con lo scenario del mercato nazionale e internazionale, caratterizzato dalla temibile concorrenza di paesi come la Turchia che è il più forte produttore ed esportatore mondiale di nocciole nel mondo. La Turchia si appresta ad immettere sul mercato un impressionante quantitativo di nocciole senza i rigidi vincoli e i controlli imposti nell’Unione Europea, una massa  di circa 330mila tonnellate di nocciole a prezzi inferiori e a costi più bassi. Difficile reggere all’urto di una concorrenza che si fa sempre più agguerrita e che invade il mercato globale con un  prodotto scarsamente “trattato” e di qualità inferiore. Incominciano a circolare in questi giorni i primi dati sull’andamento di un'annata nera e già si profilano preoccupazioni ancora maggiori per il futuro. Nel 2008, nel picentino, dove si concentra la maggior produzione di nocciole Tonda Igp, circa 60.000 quintali, vi è stato un calo della produzione del 30% a cui non ha corrisposto un maggior prezzo delle nocciole che è calato di molto rispetto l’anno scorso, dove le nocciole erano vendute a 250 euro a quintale rispetto ai 200 attuali con una flessione non lieve delle somme introitate dai produttori che sono sensibilmente diminuite. In balia di pochi commercianti, che operano in regime di monopolio, gli agricoltori sono costretti a vendere le nocciole a 180 euro a quintale. Pasquale Sica, che gestisce l’azienda agricola S.Pietro in quel di Giffoni Sei Casali, è un interlocutore importante per capire le cause della crisi, essendo il presidente dell’Associazione Produttori Nocciole Tonda di Giffoni, che organizza circa 100 produttori e promuove da anni, insieme al comune di Giffoni Valle Piana,  il premio nazionale “Nocciola d’oro” il più interessante evento tecnico-scientifico sulla nocciola. Dal suo “osservatorio privilegiato” scruta l’orizzonte e vede nero. “La crisi che stiamo attraversando – spiega il presidente Pasquale Sica - non ha connotati occasionali, ma è un “crisi di sistema” che ha parecchie cause, l’ultima delle quali è la siccità che non è stata riconosciuta ai nostri produttori, mentre la Regione ci dovrebbe finanziare per l’80% della spesa  un assicurazione sui noccioleti”.  Il nocciolo – afferma-  è un fattore di sviluppo e di tutela del territorio e dovrebbe trovare il pieno sostegno delle istituzioni locali e del governo regionale. Attualmente, noi non abbiamo in loco nessun centro di raccolta, trasformazione e commercializzazione delle nocciole e sono soddisfatto soltanto dell’importante sostegno dimostrato dal Comune di Giffoni Valle Piana e dall’assessorato provinciale all’agricoltura. A parte questo, operiamo in solitudine e abbiamo grandi difficoltà a sviluppare l’esigenza di costruire una struttura associativa robusta e articolata, anche tra i più giovani produttori del territorio che appaiono poco sensibili a fare sistema con la nostra associazione dimenticando che il prodotto Igp riguarda tutti i produttori del picentino e non solo l’Associazione. Al punto in cui siamo arrivati – sottolinea il presidente dell’associazione -  riponiamo le nostre speranze nell’Osservatorio nazionale sul nocciolo che sarà inaugurato ufficialmente il prossimo 7 dicembre e nel Piano di Sviluppo Rurale”. In verità – afferma il presidente Pasquale Sica - stiamo assistendo ad una rottura grave dell’intera impalcatura economica su cui si è retto fino a ieri l’intero settore corilicolo. Una crisi che la superproduzione turca e il concomitante aumento dei costi di produzione hanno fatto precipitare con rapidità, ma che covava da tempo sotto la cenere”.  Il Presidente denuncia poi un dato inedito che desta molta preoccupazione: “ Per la prima volta abbiamo notizia che più del 10% degli agricoltori hanno abbandonato le coltivazioni nelle zone di montagna, già a rischio per i noti fenomeni di dissesto idro-geologico”. “Che cosa serve oggi per uscire dalla crisi? Puntare con decisione sulla qualità e rilanciare la cooperazione, è l’unica strada percorribile per il futuro perché se siamo in tanti ed associati possiamo anche determinare il prezzo delle nostre nocciole”.   
W.B.

 
 
 
 
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