Alfonso Andria (PD) promuove in Commissione Agricoltura al Senato un incontro con Jeremiah Stamler sulla Dieta Mediterranea
Su iniziativa del Sen Alfonso Andria, vice Presidente della Commissione Agricoltura del Senato, ha avuto luogo una seduta di “indagine conoscitiva” delle Commissioni Agricoltura riunite del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati sul tema della “Rilevanza delle produzioni agroalimentari italiane nel contesto della Dieta Mediterranea”. Protagonista dell’audizione è stato il Prof. Jeremiah Stamler, Professore Emerito della prima cattedra del Dipartimenti di Medicina Preventiva della Northwestern University di Chicago. La seduta è stata aperta dai due Presidenti della Commissioni interessate, Paolo Scarpa (Senato) e Paolo Russo (Camera) che hanno sottolineato la valenza significativa dell’incontro.
Il Prof. Stamler è stato affiancato nella sua relazione e durante il successivo dibattito dalla dott.ssa Simona Giampaoli, Direttore del Reparto di Epidemiologia delle Malattie Cerebro e Cardiovascolari dell’Istituto Superiore di Sanità. Della delegazione facevano parte Elena L. Navas-Nacher, ricercatrice dell’University of Illinois at Chicago, Gloria Beckerman, Alessandro Notaro, Presidente Associazione per la Dieta Mediterranea di Pioppi, Maria Grazia Rosa La Gloria ed Eligio De Marco dell’Associazione, il giornalista Franco Bevilacqua e Flavio Sensi, Consulente di Direzione e Strategia Aziendale. Alla presenza di numerosi deputati e senatori, il prof. Stamler ha svolto un’interessante relazione, tutta in lingua italiana, presentando i risultati delle sue indagini relative all’incidenza dell’alimentazione sulle patologie celebro e cardiovascolari. I principi dell’alimentazione mediterranea degli anni ‘60 sono sicuramente validi anche oggi, ma vanno ampliati con dati più recenti. Notevoli però sono stati i cambiamenti che si sono verificati nella società moderna: lo squilibrio derivato dalla eccessiva alimentazione e dal ridotto dispendio calorico ha portato al manifestarsi di condizioni e disturbi quali l’obesità, il diabete e all’aumento di altri fattori di rischio cardiovascolare quali colesterolemia, pressione arteriosa — e del fumo. Risultati importanti sono stati pubblicati recentemente sullo studio DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension): un limitato consumo di sodio associato ad una alimentazione ricca di frutta e verdura, e di alimenti a basso contenuto di grassi, come pesce, pollame, con scarsa quantità di carni rosse, dolci e bevande zuccherine, riduce la pressione arteriosa e il livello della colesterolemia.
Queste caratteristiche sono molto vicine a quelle della alimentazione mediterranea descritte da Ancel e Margaret Keys nel 1975 nel loro libro “How to eat well and stay well. The Mediterranean way. Numerosi gli interventi durante il dibattito. Il primo è stato quello del Sen. Alfonso Andria che si è soffermato sul ruolo della ricerca che sull’argomento la comunità scientifica internazionale va elaborando e sulla necessità di una più stretta correlazione che a vario livello le Istituzioni locali devono svolgere attraverso un’adeguata sensibilizzazione della popolazione, al fine di correggere gli stili alimentari ed orientare le politiche di prevenzione. Dagli Enti Locali (Comune e Provincia), alle Regioni, alle Istituzioni centrali (Governo e Parlamento), ciascuno è chiamato a svolgere la propria parte. Fondamentale è anche il ruolo del mondo associativo: a tal proposito, il Vice Presidente della Commissione Agricoltura del Senato ha indicato il lavoro esemplare che l’Associazione “Dieta Mediterranea” di Pioppi, presieduta dal dott. Alessandro Notaro, sta portando avanti sul territorio salernitano dove, tra l’altro, proprio a Pioppi è stato celebrato lo scorso settembre un convegno internazionale con la partecipazione di 250 studiosi provenienti da tutto il mondo. Andria, in conclusione, ha ricordato l’iniziativa, attivata in Senato all’inizio della legislatura in corso e proposta di lì a poco anche alla Camera dei Deputati, relativa alla iscrizione della Dieta Mediterranea nella lista UNESCO del Patrimonio culturale immateriale dell’umanità, votata unanimemente da entrambi i rami del Parlamento.
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