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Registrazione Trib. di Sa n°22 del 07.05.2004
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Allarme fiumi: un progetto per distruggere il Calore salernitano.

Il 31 luglio 2008 è stato presentato al Parco del Cilento e del Vallo di Diano il progetto che prevede la deviazione del Fiume Calore, mediante due gallerie, al fine di creare una bonifica delle sue acque, di trasportarle in un primo momento nel bacino dell'Alento, dove sorge l'omonima diga, per poi renderle fruibili al Consorzio di Bonifica di Paestum. Questa notizia, già di per sé sconcertante, interesserebbe principalmente alcune zone appartenenti al Parco del Cilento, come Magliano Vetere e Felitto. Proprio in quest’ultima località sorge una delle oasi WWF più belle della Campania, quella delle gole dell’alto Calore. Ebbene se questo progetto fosse approvato, l’oasi in questione e l’intero tratto montano del Calore sparirebbero per sempre azzerando di colpo uno dei corpi idrici a più elevata valenza ecologica dell’intero Parco del Cilento. Il Calore infatti, non solo attraversa il Parco, ma è parte integrante della Riserva naturale Regionale Foce-Sele-Tanagro, fungendo quindi da corridoio ecologico per l’intero bacino, elemento di interconnessione con l’oasi WWF di Serre-Persano e con il mar Tirreno. E’ opinione di molti studiosi e naturalisti (come Enrico Marchetti) che il Calore sia probabilmente il corso d’acqua con il più elevato livello di naturalità del Meridione d’Italia e privarlo della sua essenza vitale (l’acqua) sarebbe un crimine intollerabile.Il WWF Salerno sottolinea come questo sia l’ ennesimo tentativo di strumentalizzare il timore che suscita nell’opinione pubblica il rischio siccità per l’agricoltura, per far sì che le lobby che gestiscono la risorsa idrica, possano programmare con estrema tranquillità la distruzione di un intero ecosistema naturale (per giunta protetto da leggi statali) e fare profitto. Il responsabile Acque e Fauna ittica del WWF Salerno, dott. Alberto Gentile, sottolinea “siamo curiosi di conoscere la relazione preliminare di impatto ambientale che è stata sicuramente prodotta per verificare l’assoggettabilità di quest’opera alle procedure di VIA. Dopo il timore quasi scampato del progetto della galleria Pavoncelli-bis, che voleva captare tutte le acque sorgive del Sele, eccoci ad affrontare l’ennesimo tentativo di attacco sconsiderato e senza mezzi termini, alle nostre aree protette fluviali. Tutto questo avviene mentre da ogni parte del mondo giungono continui inviti al rispetto del principio di sostenibilità ambientale e gestione oculata delle risorse naturali. Nessuno però denuncia le principali cause della carenza idrica in agricoltura e cioè la cattiva gestione della risorsa “acqua”. Infatti, ancora oggi in agricoltura sono utilizzati sistemi obsoleti, che non tengono conto della necessità del risparmio idrico, e vengono praticate colture molto spesso inadatte al clima e al tipo di terreno, come avviene in Puglia.” Il WWF Salerno chiede che le istituzioni incentivino da una parte, attraverso lo stanziamento di apposite misure finanziarie, l’uso di pratiche agricole più sostenibili, ma soprattutto che si dia finalmente dignità alle nostre aree protette, evitando che in futuro venga ancora minacciato ciò che è stato realizzato, non solo per la tutela e conservazione dell’ambiente, ma per offrire l’ occasione per uno sviluppo diverso a vantaggio di vaste aree rurali del Mezzogiorno.

 
 
 
 
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