La burocrazia del commissariato blocca il completamento dell’impianto di compostaggio di Sardone.
Dichiarazione dell’on.le Carpinelli
“Il Commissariato per l’emergenza rifiuti con proprio decreto aveva deciso nel 2002 di realizzare un impianto di compostaggio in località Sardone di Giffoni Valle Piana, per il trattamento annuo di 20.000 tonnellate di frazione umida. I lavori iniziati con enorme ritardo sono attualmente bloccati perchè il Sindaco di Giffoni Valle Piana Paolo Russomando con diverse note e vari incontri presso la sede del Commissariato di Napoli ha chiesto la riconversione progettuale dell’impianto da obsoleto a tecnologicamente avanzato. Il progetto originario prevedeva l’installazione dei cosiddetti contenitori a “coccinella” sistema aerobico di trattamento dei rifiuti con emissione e dispersione nell’ambiente di fumi maleodoranti. La nuova proposta progettuale prevede invece un sistema di impianto interrato dotato di biofiltro naturale a bassissimo impatto ambientale. E’ paradossale che l’unico impianto in via di ultimazione in provincia di Salerno venga praticamente bloccato dalla incapacità decisionale del commissariato che intende “rifilare un vecchio catorcio” non in linea con le ultime tecnologie ambientali di trattamento dei rifiuti. Paralizzare l’ultimazione dell’impianto di Sardone rappresenta un colpo durissimo al ciclo integrato dei rifiuti, proprio ora che si ha impellente bisogno d’impianti di compostaggio per rispondere alle richieste dei tanti Comuni della Provincia di Salerno costretti ad esportare l’umido a Catania o verso il nord ad oltre 160 € a tonnellata. Intervenga il prefetto De Gennaro per porre fine ad un deprecabile “balletto” di responsabilità!Perdurando questa indecisione la Campania non uscirà mai dall’emergenza rifiuti e la disponibilità del Comune di Giffoni Valle Piana a collaborare viene di fatto vanificata e mortificata. Se non interverranno ripensamenti costruttivi da parte del Commissariato invito il Sindaco di Giffoni Paolo Russomando ad intervenire legalmente per impedire l’ultimazione di un impianto che non rappresenta un esempio di tecnologia avanzata di trattamento dei rifiuti”.