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Registrazione Trib. di Sa n°22 del 07.05.2004
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Con la percentuale del 72 per cento Salerno primo capoluogo d’Italia per la raccolta differenziata - Il Grazie del Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca


Il Comune di Salerno ha celebrato insieme a tutta la città lo straordinario risultato raggiunto per la raccolta differenziata. Con il 72 per cento, Salerno diventa il primo capoluogo d’Italia per raccolta differenziata. Un traguardo importantissimo, raggiunto diciotto mesi dopo l’introduzione del servizio di raccolta differenziata porta a porta che è stato esteso progressivamente a tutta la città dal centro storico alle zone collinari, dall’area della movida alla zona industriale. “Grazie ai cittadini ed ai commercianti, ai dirigenti ed agli operai incaricati del servizio – afferma il Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca – per questo risultato frutto di ingenti investimenti in uomini e mezzi, rigoroso piano industriale stilato dal CONAI, lavoro quotidiano, senso civico condiviso, orgoglio di contribuire alla salvaguardia dell’ambiente ed alla vivibilità urbana tutti e ciascuno per la propria parte. Abbiamo oggi una città giardino di livello europeo, una testimonianza chiarissima di come anche nel Sud anche in Campania si possano ottenere risultati eccellenti con il duro lavoro, un esempio per tante altre amministrazioni virtuose che vogliano impegnarsi per risolvere il problema. Il Comune di Salerno è impegnato nella piena realizzazione del ciclo industriale dei rifiuti. Dopo aver riorganizzato il servizio di spazzamento, sono state realizzati i primi impianti: il sito di trasferenza e le due isole ecologiche di Fratte ed Arechi dove oltre 20mila famiglie depositano i rifiuti ingombranti. E’ in fase di avanzata costruzione il primo impianto di compostaggio aerobico/anaerobico della Campania per il trattamento dell’umido. Rinnovata la disponibilità a realizzare un impianto di termovalorizzatore per offrire un contributo al superamento definitivo dell’emergenza rifiuti che attanaglia altri territori e ricavare risorse economiche per la collettività. Il tutto senza aumentare la Tarsu, anzi riducendola per le fasce sociali più deboli.

 
 
 
 
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