Il WWF Salerno risponde agli appelli dei cittadini di Eboli: denunciate sei persone nel parco dei picentini.
Il Nucleo Guardie Ambientali - WWF Salerno comunica il resoconto dell’attività di vigilanza venatoria effettuata nella giornata di dicembre 14 dicembre. Sempre impegnate nella lotta al bracconaggio, le guardie ambientali del Nucleo WWF di Salerno, hanno condotto una vasta operazione antibracconaggio nell’area del Parco dei Picentini nel territorio di Eboli, tra le colline di S. Donato e S. Giuseppe. Già nel corso delle settimane scorse si erano susseguite numerose segnalazioni e richieste di intervento al WWF da parte degli abitanti del luogo, stanchi dei continui abusi dei cacciatori che non solo esercitavano la caccia in area parco, ma arrecavano anche disagi ai residenti a causa della loro vicinanza alle abitazioni e ai luoghi di lavoro, soprattutto uliveti. L’attività iniziata alle prime luci dell’alba ha subito evidenziato come l’area fosse molto frequentata dai cacciatori a causa dei continui spari che si susseguivano da ogni parte. Non è stato difficile sorprendere diversi cacciatori praticare indisturbati l’attività venatoria ignari di trovarsi all’interno del Parco dei Picentini. Purtroppo, per questo motivo, alla fine della giornata sono state ben sei le persone denunciate per esercizio della caccia in area protetta e a tutte sono stati sequestrati fucili e cartucce.
Durante il controllo di uno dei cacciatori fermati, inoltre, si è appreso dal presidente di una locale associazione venatoria, che addirittura esisterebbe un’azienda faunistico-venatoria autorizzata dalla provincia e situata a poca distanza in piena area Parco; notizia che se fosse confermata, non farebbe che aumentare i già numerosi dubbi sulle modalità di controllo e gestione del Parco dei Picentini. Ancora una volta occorre sottolineare come molto spesso i cacciatori siano disinformati o sottovalutino il problema. Per questo motivo il WWF Salerno vuole ricordare che nelle aree protette, anche quando queste risultano prive di tabelle, viga sia il divieto di caccia, che il semplice transito con le armi scariche e in custodia. L’esistenza di questo stato di disinformazione ci fa interrogare circa il ruolo delle associazioni venatorie, che dovrebbero supportare i propri soci cacciatori sulla conoscenza dei luoghi, in particolare i confini delle aree protette e non solo stipulare le polizze di assicurazione o peggio ancora alimentare l’astio nei confronti degli agenti delle associazioni ambientaliste, che null’altro fanno se non applicare la legge.