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La posizione del Comitato Rifiuti Zero, Irno –Picentino-Sele, sul termovalorizzatore di Cupa Siglia.
Il voler costruire l’inceneritore a Cupa Siglia rappresenta l’ennesima dimostrazione della crisi ambientale della Campania in quanto quello che sembrava un metodo consolidato di smaltimento dei rifiuti è imploso clamorosamente lasciando affiorare l’enorme mole di problematiche sanitarie connesse alla nocività di sostanze continuamente prodotte dalla nostra organizzazione socio\economica.La nostra società tende a riprodurre un modello espansivo legato ai consumi e quindi necessariamente alla produzione smisurata di materiale di scarto.Sulla questione inceneritore a Cupa Siglia sta emergendo la protervia della classe politica locale, una parte forse in modo interessato, di voler continuare ad imporre al territorio picentino periferico il ruolo di recettore passivo e marginale del ciclo dei rifiuti, con vantaggi per pochi e senza garanzie per la popolazione.I politici, però, cominciano a trovare la resistenza sempre più diffusa delle popolazioni che si oppongono sia all’incenerimento che all’utilizzo del territorio come deposito-pattumiera.Qualcuno non attento si chiede perché oggi si ribellano in maniera eclatante e diffusa le popolazioni (es. Campigliano e Pontecagnano) che hanno subito per decenni l’uso senza criterio del territorio da parte di politici, a essere generosi diciamo miopi, asservito al settore dei rifiuti e dell’inquinamento ambientale, senza opporre resistenza e senza porsi tante domande sulle conseguenze di quell’uso.La risposta va ricercata nelle conseguenze evidenti che la diffusione senza regole di discariche ufficiali o clandestine di rifiuti tossici sta apportando alla salute dei cittadini campani. Sino al 1992 veniva riportato nei rapporti ufficiali (es.ITACARE) che l’incidenza dei tumori nel sud ed in Campania era al di sotto di diversi punti alla media nazionale .All’inizio del terzo millennio questi dati risultano stravolti non solo nelle statistiche ufficiali e negli studi di epidemiologi di fama, ma sopratutto nella coscienza della gente che avverte in maniera tangibile la crescita esponenziale del problema cancro e l’espandersi di drammi familiari ai quali peraltro l’organizzazione sanitaria locale non riesce spesso a dare risposte soddisfacenti.E’questa giusta consapevolezza delle popolazioni picentine, del rapporto tra sostanze tossiche diffuse negli anni 80 nell’ambiente, ed incidenza di malattie malformative e neoplastiche che spinge la gente ad opporsi a programmi di smaltimento che non diano garanzie.Questa opposizione creerà una crisi dei rapporti con le istituzioni ed in particolare con quelle sorde che sottovalutano la gravità del problema e sopravvalutano, di molto, la loro capacità di recupero d’immagine presso l’opinione pubblica.Ad essi andrà ascritta la colpa grave di voler caparbiamente riproporre in ogni occasione l’unica ipotesi accreditata presso gli ambienti industriali del settore che è quella dell’incenerimento e la responsabilità ancor più grave di voler adottare la tattica criminale di far imputridire la situazione generale.L’intento evidente è quello di attendere passivamente lo sviluppo delle iniziative avviate dal commissario governativo in maniera tale da sortire l’effetto ricattatorio di imporre il sistema del cosiddetto termovalorizzatore a Cupa Siglia, come male minore e sotto controllo.
Cercheranno di spostare il problema sul piano dell’ordine pubblico, lo hanno già fatto durante una seduta alla comunità montana.Nessun politico nostrano potrà mai spiegare perché, invece di arrivare a tale scontro, in tanti anni di emergenza quale è quella dei rifiuti in Campania, il governo regionale ed il comune di Salerno e di Giffoni Valle Piana non abbiano mai adottato l’unica soluzione realmente praticabile in breve tempo e l’unica proponibile anche in questi giorni di crisi drammatica: la raccolta differenziata.Dinanzi all’impossibilità evidente di utilizzare subito sistemi di termodistruzione che, in ogni caso, hanno tempi tecnici di realizzazione ineludibili e discariche sicure, in una realtà che ha tanto bisogno di lavoro, cosa impedisce realmente l’organizzazione della raccolta porta a porta del differenziato?La risposta è che questa soluzione non la si vuole perché bisogna imporre il programma dei termovalorizzatori, imposto da grandi gruppi industriali italiani e non.
- Il Comitato Rifiuti Zero –irno\picentino\sele- denuncia l’espansione esponenziale delle patologie legate alle sostanze tossiche diffuse nell’ambiente da almeno tre decenni non solo dal ciclo urbano (es. Sardone) ma anche da rifiuti provenienti da tutto il territorio nazionale (quanti ne ha bruciato il cementificio?) .
- Il Comitato Rifiuti Zero –irno\picentino\sele- denuncia il tentativo di isolamento e criminalizzazione delle comunità locali che si oppongono al progetto di termodistruzione dei rifiuti, ritenendo la loro posizione una manifestazione di democrazia e consapevolezza che meritano rispetto ed incoraggiamento.
- Il Comitato Rifiuti Zero –irno\picentino\sele- respinge i tentativi di speculazione politica che vengono riproposti sull’argomento con ottica distorta, accomunando arbitrariamente la giusta protesta dei cittadini a manifestazione di estremismo ambientale; quando la classe politica locale, tutta e trasversalmente, risulta coinvolta a vari livelli nella crisi.
- Il Comitato Rifiuti Zero –irno\picentino\sele- esorta le popolazioni picentine, le organizzazioni sindacali, le comunità locali, le associazioni democratiche a rafforzare i momenti di partecipazione ed a dimostrare che proprio dalla democrazia reale è possibile superare con le proprie forze anche questa fase difficile per i rischi connessi alla salute di tutta la nostra collettività.
- Il Comitato Rifiuti Zero –irno\picentino\sele- rivolge infine un appello alla classe politica affinché la vicenda dell’inceneritore di Cupa Siglia faccia riflettere profondamente sulla incompatibilità del dettato costituzionale sul diritto alla salute, non solo della popolazione attuale ma anche delle generazioni future, ed un modello di sviluppo fondato sui consumi e finalizzato al profitto, un modello che produce rifiuti e malattie, un modo di impostare un’economia che brucia con le ecoballe, l’attualità ed il futuro dei cittadini Picentini.
Nessuno si illuda di essere lontano da Cupa Siglia.
Per il Comitato Rifiuti Zero IRNO\PICENTINO\SELE-
Eustachio Leone
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