FARE AMBIENTE A PAESTUM
La valorizzazione del patrimonio archeologico e delle risorse naturali del Paese deve essere una priorità “La antiche mura di Paestum non sono elemento di confine, che divide, ma simbolo della magnificenza della città Magna Graecia. Un patrimonio dell’Umanità di cui andare fieri, da salvaguardare e valorizzare perché non cada nell’oblio indotto dall’abbandono. Una ritrovata collaborazione interistituzionale tra Soprintendenza, enti locali, istituzioni private ed associazioni permetterà di raggiungere nel breve risultati degni di nota”, ha affermato Eustachio Voza, Coordinatore provinciale di FA, nonché Assessore alle Politiche Ambientali di Capaccio-Paestum, nel salutare e ringraziare i numerosi volontari che domenica si sono dati appuntamento a Paestum. Prima di procedere oltre, provvedendo alla completa pulizia, si è resa necessaria una laboriosa opera di bonifica del tratto di mura interessate dall’intervento, alla quale hanno partecipato “i volontari del Laboratorio “Capaccio Paestum”, coordinati da Fiore Luciano e Lorenzo Gasparro, un drappello di Guardie Ecozoofile di FA, al comando del Dott. Michele Maglio, e molti giovani ed appassionati arrivati da comuni limitrofi: Agropoli, Roccadaspide, Albanella, Monteforte”, conferma il portavoce dell’iniziativa, Giosuè Cerrato. Lo sviluppo turistico sostenibile, la corretta gestione del patrimonio naturale come di quello storico archeologico sono una priorità per l’ambientalismo non fondamentalista: “Solo un sano realismo ambientale può garantire tutela, valorizzazione e promozione di luoghi come Paestum. Riscopriamo le mura non è solo fisica liberazione da superfetazioni vegetali quanto piuttosto un volersi riappropriare con fierezza di un patrimonio mondiale che rappresenta le nostre radici. La fruibilità deve diventare imperativo assoluto nelle politiche di gestione dei beni ambientali come di quelli culturali per segnare una svolta storica in uno dei luoghi turistici più noti e ricchi di bellezze del Mezzogiorno”, conclude Eustachio Voza.
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