Un disastro ecologico nel fiume Irno
Il giorno 26 dicembre 2012, alle ore 14:30 circa, personale in servizio presso il Nucleo di Protezione Civile di Pellezzano, ha riscontrato la presenza di numerosi pesci morti nelle acque dei laghetti della parte alta del Parco Urbano dell’Irno, in località Acquamela di Baronissi. Il fortissimo odore nauseabondo, di chiara origine fognaria, ha immediatamente fatto pensare ad un possibile scarico più a monte. Infatti, poco dopo, veniva accertato lo sversamento proprio all’altezza del ponte di Acquamela. Alla presenza del personale della Protezione Civile e degli agenti della Guardia Forestale, precedentemente allertati dai responsabili del Parco, alcuni dipendenti della SIIS intervenivano per porre fine allo sversamento di reflui civili, che continuava a defluire direttamente nel fiume Irno. Visti anche gli effetti sull'ecosistema (oltre ai pesci morti e all’odore, anche una spessa coltre di materiale mucillaginoso dovuto all’azione batterica sulla sostanza organica riversata in acqua), tale fenomeno durava da almeno due giorni. I risultati, in ogni caso, sono stati disastrosi, senza precedenti per il nostro territorio in termini ecologici: verso sera erano migliaia di pesci morti o moribondi accalcati lungo le sponde lacuali. Alcuni hanno cercato la salvezza radunandosi sotto le poche sorgenti di acqua pura presenti. La maggior parte si è lasciata trasportare dalla corrente ed è morta arenandosi nell'acqua bassa. Tutto ciò, inoltre, rischia di aver compromesso irrimediabilmente il Progetto Macrostigma, ovvero il progetto di reintroduzione della trota di ceppo mediterraneo, fortemente voluto dall’Ente Parco e da altre associazioni, come la FIPSAS di Salerno, iniziato nel 2010 e tuttora in corso; per non parlare del Progetto di reintroduzione della Tinca, avviato proprio alcuni mesi fa. Da circa 3 anni, infatti, il Parco dell’Irno e la FIPSAS sono impegnati nella riqualificazione della comunità ittica dell’Irno, con notevoli investimenti economici e utilizzo di risorse umane. Solo tra qualche settimana si potrà materialmente quantificare il danno avuto e rilevare gli effetti sulla comunità ittica del restante tratto del fiume Irno. Nell’immediato sono state adottate alcune misure per contenere il disastro, come l’attivazione di diverse pompe per convogliare l’acqua di alcune sorgenti vicine. Ciò ha consentito di riossigenare gradualmente le acque e poter così salvare gli ultimi pesci superstiti. La giornata seguente è stata dedicata in buona parte alla rimozione dei cadaveri, la cui putrefazione avrebbe causato ulteriori problemi di anossia. I pesci morti sono stati conferiti a ditta autorizzata per il relativo smaltimento.
Non esistono parole per un simile scempio. Non è possibile che esistano reti fognarie che ancora oggi, nel 2012, presentano dei troppo pieni in prossimità di fiumi così delicati come l'Irno. Non è possibile che chi è deputato alla manutenzione e al controllo, ed è pagato per questo, consenta disastri del genere e se ne accorga solo dopo essere stato avvertito dai cittadini. E' una vergogna, l'ennesima, e speriamo che questa volta i responsabili paghino tutti costi dovuti ai danni causati.Per circa due giorni sono rimasti a lavorare sul posto i volontari della Protezione Civile di Pellezzano, I Sarrastri di Sarno e Papa Charlie di Pagani, nonché gli uomini del Comando Vigili del Fuoco di Salerno e infine i volontari dell’Associazione Amici della Valle dell’Irno. A queste persone va il nostro ringraziamento e abbraccio fraterno.
Alberto Gentile Responsabile WWF Salerno
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