“Il Mattino” in crisi: forte calo di vendite e di entrate pubblicitarie. 37 giornalisti a casa, trasferimenti e riduzioni delle retribuzioni.
L’azienda editoriale Il Mattino Spa ha presentato un piano di ristrutturazione “in presenza di crisi” che contiene il taglio di 37 giornalisti, più una serie di trasferimenti e riduzioni delle retribuzioni per chi resta in organico. Il nuovo Mattino - è scritto nel piano - sarà “fortemente orientato alla sua area di diffusione primaria”, cioè racconterà ai campani cosa accade in Campania, come un quotidiano locale. Il nuovo Mattino non avrà più la redazione di Roma. Non avrà più gli uffici di corrispondenza di Milano e Reggio Calabria. Le informazioni da Roma arriveranno “in maniera organica e continua” – si legge ancora nel piano- dall’utilizzo “di conoscenze presenti nelle testate del Gruppo. Ovvero del Messaggero. La settimana scorsa il direttore del quotidiano, Mario Orfeo è stato sfiduciato dal cdr che aveva bocciato il piano di riorganizzazione del quotidiano. Sulla crisi del Mattino è intervenuto anche il sindacato dei giornalisti che in una nota dichiara: La Fnsi è seriamente preoccupata per ciò che sta avvenendo a “Il Mattino”. Il taglio del 25% dell’organico e l’azzeramento della redazione romana previsti nel piano editoriale di Caltagirone è un segnale negativo per il sistema informativo del nostro Paese, per il Mezzogiorno in particolare ”. Sulla grave crisi del Mattino è intervenuto anche il Senatore Alfonso Andria che, in una nota diffusa alla stampa, esprime “sostegno e solidarietà piena ai giornalisti impegnati nella vertenza” e, aggiunge Andria, “mi permetto auspicare che la proprietà editoriale ritorni sui propri passi e promuova una positiva soluzione”. ” Il Mezzogiorno - conclude il Senatore del Pd - oggi per tanti versi già tanto mortificato, non merita una ulteriore penalizzazione”. |