L’intervento del Presidente della Provincia di Salerno, On. Edmondo Cirielli, per la visita del Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano.
E’ motivo di orgoglio, Signor Presidente, per le comunità della provincia di Salerno averLa ospite nella nostra terra. E in questa occasione non posso non rivolgere un pensiero commosso alla figura del Sindaco Angelo Vassallo, vittima di un efferato delitto e alla giovane Francesca Mansi, scomparsa nella recente e tragica alluvione di Atrani. In Lei salutiamo il garante dell’unità nazionale, della quale ci accingiamo a celebrare il centocinquantesimo anniversario. Unità che, pur rimanendo un valore irrinunciabile, deve essere declinata secondo le necessità dei tempi e le nuove istanze dei cittadini e dei territori. Autonomia e riscoperta delle identità, infatti, sono i principi sui quali fondare il nuovo ordinamento dello Stato, più efficiente e vicino all’esigenze dei cittadini. Senza identità non c’è comunità, senza autonomia non ci sono gli strumenti per difenderla. Su questi principi si fonda l’azione dell’Amministrazione che mi onoro di presiedere, principi sostanziati da una quotidiana prassi di buon governo e concretizzata in: qualificazione della spesa, trasparenza amministrativa, attenzione al territorio e, soprattutto, riscoperta delle radici e valorizzazione delle migliori tradizioni. La provincia di Salerno vanta, sin dall’antichità, la presenza di scuole di pensiero, come l’Eleatica e la Medica, che hanno contribuito alla formazione della civiltà occidentale. Sul suo territorio sono diffusi segni tangibili che ne testimoniano il ruolo di primo piano nelle vicende politiche, militari, economiche e religiose del Mezzogiorno e del bacino del Mediterraneo. Una tradizione che raggiunse il suo apice con il Principato longobardo di Arechi II. L’identità, però, senza autonomia è destinata ad essere confinata nel limbo delle idee e delle sterili rivendicazioni localistiche. Rivendicazioni di cui, purtroppo, è piena la storia del Mezzogiorno, spesso caratterizzato da un atteggiamento passivo ed attendista, alimentato da politiche clientelari. A scuotere il Sud da questo torpore deve contribuire l’azione delle Istituzioni con una nuova politica per il Mezzogiorno, ispirata sì al sostegno per le regioni più deboli della nostra Nazione, ma anche ad un forte richiamo al senso di responsabilità delle classi dirigenti meridionali. Appello accolto appieno dall’Amministrazione provinciale, consapevole che il riscatto di questa terra può avvenire solo grazie al lavoro duro e all’impegno serio dei suoi figli, ai quali va data la possibilità di lavorare ed invecchiare dove sono nati e dove sono nati i loro padri ed antenati. Lo Stato però ha il dovere di sostenere la crescita dei nostri territori, accompagnando il recupero del gap infrastrutturale che non ci consente di competere alla pari con il resto d’Europa e d’Italia. Un impegno che non può essere disatteso utilizzando come alibi quello della Camorra, che almeno nella nostra provincia è, ormai, sconfitta come associazione. E, tuttavia, l’attenzione deve rimanere sempre alta. La provincia di Salerno non può essere assimilata ad un territorio dove regna ed imperversa la criminalità organizzata. La nostra è terra di Istituzioni sane e di lavoratori onesti. Un territorio ricco di eccellenze paesaggistiche, culturali e produttive che ha una storia di autonomia e di identità assai più antica ed importante di alcune Regioni. Forse lo Stato Repubblicano ha penalizzato la nostra comunità non elevandola a Regione. Signor Presidente, voglio che Lei sappia che c’è un vasto movimento di pensiero che rivendica una propria autonomia e la costituzione di una nuova Regione. E ciò, personalmente, come Presidente di questa Provincia, non lo posso ignorare. Pur non condividendo le modalità delle polemiche che, negli anni precedenti, hanno animato il dibattito del Comune di Salerno e la Provincia, contro il napolicentrismo, devo riconoscere che le loro motivazioni erano sacrosante. La distribuzione delle risorse è assolutamente iniqua e si parla di soldi che i nostri cittadini versano alla Regione tramite l’Irpef aggiuntiva e l’IRAP. E’ vero che oggi il Presidente Caldoro sta dimostrando attenzione a tutti i territori e con lui lavoro con grande armonia e condivisione di obiettivi. Ma è altrettanto vero che non posso e non possiamo rimettere il futuro dei nostri figli e della nostra comunità ai buoni rapporti tra me e l’attuale Presidente della Regione. Per questo mi aspetto, e so che c’è, grande disponibilità da parte del governatore, trasferimenti di competenze e conseguenti risorse dalla Regione con provvedimenti legislativi. Per concludere, voglio ribadire che la Sua visita, Signor Presidente, è per noi l’occasione di mostrare un Sud diverso, attivo e pronto a raccogliere le sfide che il nostro tempo ci impone.
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