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Registrazione Trib. di Sa n°22 del 07.05.2004
 
 
 
 
 
 
 
 
 

La Salerno Jazz Orchestra in concerto con Randy Brecker per la sua unica data italiana.
SALERNO – 20 GENNAIO 2009
TEATRO “G. VERDI” - SALERNO

E’ Randy Brecker il musicista che sancisce il primo tris di artisti chiamati ad esibirsi in due anni sul palco del teatro “G. Verdi” di Salerno con e dalla Salerno Jazz Orchestra. Un concerto unico in Italia; Brecker infatti dopo la tappa salernitana prenderà di nuovo il “volo” per esibirsi a New York City. Al trombettista americano, che martedì 20 gennaio 2009 a partire dalle ore 21 si esibirà al fianco della big band composta esclusivamente da jazzisti salernitani, da tempo è riconosciuto il merito di essere uno dei navigatori di punta nel mare della contaminazione della musica d’impianto afro americana tanto da far formulare ai critici di settore il termine di “tromba breckeriana”, quasi a voler sottolineare uno stile unico ed irripetibile. L’incontro musicale tra la SJO e Brecker (costo del biglietto: 15 euro platea e I ordine; 10 euro, II e III; 5 euro, IV e V) pur da un lato chiudendo la programmazione del 2008, dall’altro apre il nuovo anno offrendo alla città e non solo un concerto evento durante il quale non mancheranno parentesi esclusive. La scaletta, infatti, sarà composta da brani originali ed arrangiati dallo stesso Brecker.  
LA FORMAZIONE DELLA SALERNO JAZZ ORCHESTRA
Trombe: Antonio Baldino, Nicola Coppola, Giovanni Amato, Gabriele Stotuti;Tromboni: Nicola Ferro, Rosario Liberti, Antonio Di Somma, Raffaele Carotenuto; Sax: Jerry Popolo, Giuseppe Plaitano, Daniele Scannapieco, Sandro Deidda, Giuseppe Esposito; Basso: Paolo Pelella; Batteria: Gaetano Fasano; Pianoforte: Alessandro La Corte; Chitarra: Massimo Barrella; Direzione: Stefano Giuliano; Musiche e arrangiamenti: Randy Brecker.
LA “SALERNO JAZZ ORCHESTRA”
La storia della Salerno Jazz Orchestra ha il suo battesimo il 9 maggio del 2007 proprio al teatro “G. Verdi” di Salerno con il primo concerto. Una presentazione che ha dato immediatamente il senso del progetto musicale dietro il quale aveva ragionato l’associazione che porta il nome della big band: presentare al pubblico quella che nel tempo, indirettamente, si è presentata come la “scuola salernitana” del jazz attraverso i tanti musicisti che negli anni si sono affermati. Sulla scia di una tendenza nazionale, che ha portato i musicisti italiani ad essere tra i più considerati a livello mondiale, nella nostra città e provincia c'è a tutt’oggi un fiorire di talenti di successo. Con la consapevolezza di questa particolare valenza salernitana si è cercato di aggregare queste forze, per creare una struttura musicale capace di farsi portatrice del patrimonio musicale jazzistico, forte del retroterra culturale di appartenenza dell'area mediterranea e aperta inoltre alle possibili contaminazioni ed innovazioni. Dopo una breve esperienza negli anni '80 dell'ASMUS (Associazione Musicisti Salernitani), ecco finalmente tutti i jazzisti salernitani riuniti con tale triplice scopo in una Associazione per dar vita ad un'orchestra in grado di rappresentare degnamente la città.
Ad oggi sono tre i concerti che hanno segnato l'esordio della neonata Big band: nel primo, i circa 40 musicisti si sono alternati sul palco in diversi organici dei canonici 18/20 elementi, presentando le loro composizioni originali; nel secondo l'orchestra ha avuto l'onore di accompagnare ed interagire col trombettista americano Tom Harrell, uno dei più grandi solisti della scena jazz mondiale; lo scorso maggio la SJO è tornata a calcare il Massimo cittadino con il batterista Peter Erskine.

BREVE BIOGRAFIA DI RANDY BRECKER
Famiglia di virtuosi, quella di Michael e Randy Brecker; entrambi i musicisti hanno infatti dedicato la loro vita all'esplorazione delle possibilità dei fiati Jazz e al perfezionamento del loro incredibile talento in questo ambito. Randy (n. 1945), il maggiore dei due fratelli, dimostra fin da giovanissimo la sua abilità con la tromba e il flicorno girando il mondo con l'orchestra jazz della sua università. Questa esperienza gli consentirà di ampliare il proprio giro di conoscenze e, in seguito, suonare con i primissimi Blood Sweat & Tears, Horace Silver, Art Blakey & The Jazz Messengers e anche con il fratello Michael, sassofonista, con cui formerà a metà anni '70 i Brecker Brothers. I due fratelli incideranno sei acclamati dischi di Jazz insieme, prima di sciogliere il gruppo. Randy avrà altre importanti esperienze come musicista per Jaco Pastorius (nella sua band incontrerà la pianista e sua futura moglie Eliane Elias), inciderà album solisti ("Amanda", 1985, e "In the Idiom", 1986, quest'ultimo il suo primo di acoustic Jazz) e ritornerà con il fratello per un'acclamata reunion dei Brecker Brothers a inizio anni '90. Negli anni successivi seguiranno altri album solisti, tra cui si segnala "Into the Sun" (1995) influenzato da sonorità latine, altre tournee dei fratelli Brecker e collaborazioni di ogni genere, tra cui spicca quella con le varie band che raccolgono l'eredità di Charles Mingus, con cui Brecker ebbe l'onore di suonare in occasione del suo ultimo album, "Me Myself an Eye" (1979). Musicista fondamentale del Jazz moderno, Randy Brecker è ormai uno dei session man più richiesti e contesi, al pari del fratello Michael, ed ha collaborato con i principali esponenti del genere e non solo, prestando la sua arte ad artisti come James Taylor, Bruce Springsteen, Chaka Khan, George Benson a David Sanborn, Horace Silver, Jaco Pastorius, sino a Frank Sinatra, Steely Dan, Joe Henderson, Ron Carter, Al Foster, Bob Berg, Frank Zappa, Eric Clapton, Billy Cobham e molti altri ancora.
Discografia solista: Score (1969), Amanda (1985), In the Idiom (1986), Live at Sweet Basil (1988, dal vivo), Toe to Toe (1990), Into the Sun (1995), Hanging in the City (2001), 34th N Lex (2003), Some Skunk Funk (2005)

 
 
 
 
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