Intervista al Presidente della Comunità
Montana, Luciano Caggiano.
Il Presidente illustra i nuovi programmi
e i progetti in cantiere per rilanciare l’Ente
montano.
Ha preso slancio e vigore la nuova giunta di centrosinistra
presieduta dall’avvocato Luciano
Caggiano. Il nuovo presidente della Comunità
Montana Monti Picentini ha aperto una fase nuova
e diversa nel clima politico, nei rapporti e nella
gestione di un ente che ha sofferto, ed è
stato spesso “bloccato” dalle manovre
di piccolo cabotaggio, dalle faide tra gli amministratori,
dalla scomposizione-ricomposizione dei gruppi,
dai piccoli interessi clientelari. Ora fila tutto
liscio nella nuova giunta di centro-sinistra.
Non era un'impresa da poco considerati i precedenti.
L’avvocato Luciano Caggiano, consigliere
comunale a San Cipriano Picentino, è stato
eletto da una coalizione che dispone di una larghissima
maggioranza. Otto gli assessori. Concretezza ed
unità d’intenti nel segno del rinnovamento.
Caggiano non si discosta da questo preciso canone.
L’attuale presidente è visto, infatti,
come la personalità in grado di garantire
una fase stabile di governabilità. Lo incontriamo
nella sede della Comunità montana Monti
Picentini, a Santa Maria a Vico, reduce da un
incontro in quel di Sei Casali sulla realizzazione
di un impianto di compostaggio da 30.000 tonnellate
annue da ubicare a Sardone. La critica radicale
delle politiche ambientali fatta di dati e cifre
è il primo argomento che tocchiamo. L’analisi
è profondamente realistica, a tratti impietosa.
Vale la pena seguire l’assunto di Caggiano.
“Il ciclo finale dei rifiuti ha prodotto
finora soltanto immondizia imballata, destinazione
Dusseldolf, con costi esorbitanti per le comunità.
Alla base del fallimento del ciclo integrato dei
rifiuti vi è una violazione dello spirito
e della sostanza della legge Ronchi. Il decreto
Ronchi all’articolo 5 fa riferimento agli
ambiti territoriali ottimali più vicini
per lo smaltimento dei rifiuti al fine di ridurre
i movimenti dei rifiuti solidi urbani, presuppone
il raggiungimento del 35% di differenziata entro
6 anni per legge ma i bacini ottimali non sono
stati individuati e la creazione di consorzi non
ha dato i frutti sperati. Sono stati fatti molti
errori frutto dell’imprevidenza e di un'onerosa
gestione che ha aumentato i costi per le comunità
“.
La panacea per tutti i mali è indicata
da tutti nella raccolta differenziata…
Occorre stabilire, una volta per tutte, il principio
della premialità ancora da affermare che
consiste nel “premiare” il Comune
virtuoso che fa la differenziata ma contestualmente
va anche penalizzato, in qualche modo, chi non
la effettua. I Consorzi poi devono rientrare nei
compiti e nelle funzioni stabiliti dal decreto
Ronchi, si devono occupare in primo luogo della
raccolta differenziata mentre si limitano alla
gestione degli impianti. E la cosiddetta “caratura”
degli impianti deve essere proporzionale allo
smaltimento delle aree omogenee perché
il costo non può essere rapportato alle
esigenze interne del Consorzio che hanno voce
in capitolo nelle assunzioni di manodopera scaricando
sulla collettività nel suo complesso la
lievitazione dei costi quando invece si dovevano
raggiungere obiettivi di abbattimento dei costi
”.
Sì è consolidato il quadro
di sinistra e si è rafforzato il rapporto
Ds - Margherita che in provincia di Salerno conosce
invece durezze e incomprensioni. Un bell’esempio
di coesistenza pacifica.
“Questo è vero. Ma il vero dato politico
da cogliere è che qui abbiamo sperimentato
con successo un nuovo modello di partecipazione
alla vita dell’Ente. I singoli assessori
non sono più portavoci di interessi particolaristici
o peggio ancora individuali come accadeva nel
recente passato ma espressione delle esigenze
del territorio, di tutto il territorio nel suo
complesso. Si tratta di un passo in avanti decisivo.
Oggi rispetto al passato, abbiamo voltato pagina.
Abbiamo una maggioranza politica omogenea che
ha ridotto a zero lo stato di conflitto e i consiglieri
<ballerini>”.
La Comunità montana è un
Ente che si occupa istituzionalmente di forestazione
e di bonifica montana: oggi tra le sue molteplici
competenze ci sono la valorizzazione dei prodotti
tipici, la promozione turistica, la protezione
civile, la formazione professionale e via elencando.
Non c’è il rischio di una sovrapposizione
e di un'invasione di compiti e funzioni con altri
enti territoriali? Non vi occupate di troppe cose?
“Non è così. La nostra Comunità
montana non si sovrappone ma si affianca, s'integra
e interagisce con gli altri enti locali. Il nostro
Ente è soggetto attivo dello sviluppo del
comprensorio. Il suo campo d'azione è certamente
vasto ma oggi promuove tutta una serie di servizi
essenziali associati con i Comuni che fanno risparmiare
risorse ed energie agli altri Enti. Nel 2004 vi
è stato il processo di stabilizzazione
di 131 operai idraulico-forestali che rappresenta
una svolta epocale che ci permettono di assicurare
tutta una serie di interventi di riqualificazione
del territorio soltanto parzialmente messo al
sicuro dalla frane e dagli smottamenti. La difesa
del suolo, la tutela dell’ambiente, l’opera
di risanamento del territorio è al centro
dei nostri processi decisionali e programmatori
in atto. Per il mese di luglio renderemo concreto
la centralizzazione e l’automatizzazione
di un servizio Antincendio all’avanguardia,
usufruendo dei fondi del POR per 450mila euro
che ridurrà le spese dei comuni per la
manutenzione. Con i fondi della legge 11 abbiamo
compiuto numerosi interventi di bonifica montana,
abbiamo attivato i PIT, 900mila euro saranno destinati
alla creazione e al recupero di sentieri, altri
250mila euro per l’Oasi del Monte Accellica.
Ci sono stati approvati inoltre quattro progetti
per i PIR per una cartellonistica in pietra lavica,
per la messa in rete di tutti i servizi turistici
con l’Info Point, per il risanamento idrogeologico
e la valorizzazione dei prodotti tipici. Un altro
significativo, progetto in corso di realizzazione
è il progetto Life del ministero dell’Ambiente
che ci permetterà di monitorare le sponde
e l’ossigenazione delle acque di tutto il
fiume Picentino”.
E’ attivo lo Sportello Unico per
le Attività Produttive a servizio degli
operatori economici del picentino. Lo sportello
ha lo scopo di informare gli imprenditori sulle
opportunità dei finanziamenti previsti
dai POR, PIT ePIR e su altri specifici bandi di
finanziamento. Lo Sportello funziona ed è
utilizzato?
“ La filosofia dello Sportello è
ispirata a due criteri fondamentali: l’economicità
e la velocità delle procedure. Oggi per
aprire una fabbrica nella zona Pip prevista dal
Piano Regolatore del Comune di Giffoni Valle Piana
basta una semplice autorizzazione Che lo Sportello
funzioni è attestato dalle richieste di
insediamenti produttivi finora pervenuteci: trentanove
soltanto da imprenditori di Giffoni Valle Piana,
ventisei da Pugliano, undici da Olevano, nove
da Sei Casali, tre da San Mango Piemonte e altri
tre da Acerno; anche il comune di Castiglione
è presente con una richiesta, per un totale
di 92 richieste”.
Otto assessori non sono un po’ troppi?
“Lo prevede lo Statuto”.
Walter Brancaccio
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