Al via la legge di riforma delle comunità montane.
Ridotto il numero delle comunità montane e le indennità. Esclusi tutti i comuni costieri. Si salva la Comunità montana Monti Picentini ma escono Montecorvino Pugliano e San Mango Piemonte.
E’ stata approvata dal Consiglio regionale, in zona cesarini, dopo un ampio e incandescente dibattito, la legge di riordino delle comunità montane che ha evitato la “scure” della Finanziaria 2008. La legge di riforma delle comunità montane in Campania ha ridisegnato l’intero quadro istituzionale degli enti montani riducendo il numero delle Comunità montane che passano da 27 a 20 con l’esclusione di tutti i comuni costieri e quelli con popolazione superiore ai ventimila abitanti. I comuni passano dai 365 attuali a 271, di cui 174 totalmente montani, 89 parzialmente montani e solo 8 non montani rispetto ai 70 attuali. Per quanto riguarda la Comunità Montana dei Monti Picentini i comuni che ne faranno parte sono: Acerno, Castiglione del Genovesi, Giffoni Sei Casali, Montecorvino Rovella, Olevano sul Tusciano, San Cipriano Picentino e Giffoni Valle Piana. Escono dalla comunità montana i comuni di Montecorvino Pugliano e San Mango Piemonte. Il provvedimento licenziato a maggioranza dall’assemblea regionale prevede che l’indennità di carica per i presidenti e gli assessori viene ridotta al 40% di quella prevista dalla legge statale, mentre ai consiglieri comunitari non spetta alcun gettone. E’ stato stimato che il risparmio economico per le comunità montane dopo la “cura dimagrante” è quantificabile in oltre tre milioni di euro. Un segnale significativo nel senso della riduzione dei costi della politica e in linea con gli obiettivi di risparmio della spesa prefissati dalla legge finanziaria. Confermato l’assetto istituzionale con un presidente, la giunta e il consiglio generale, la nuova disciplina infligge, però, un durissimo colpo alla rappresentanza nelle assemblee che per l’ente montano picentino passa da 37 consiglieri a 7 rappresentanti, uno per ogni comune e non più tre. Evitato anche il rischio dell’accorpamento con la comunità montana Irno-Solofrana, la Comunità montana Monti Picentini conserva anche la sede di S.Maria a Vico a Giffoni Valle Piana. Il numero degli assessori è stato drasticamente ridotto a due, così pure le indennità di carica. Un'altra novità rilevante del nuovo “sistema” che è stato accolto positivamente nel territorio, evidenziando l’introduzione di un sistema rappresentativo e di governo più snello, riguarda la composizione del consiglio generale della comunità montana che in futuro sarà composto dai sindaci dei comuni partecipanti o da loro delegati scelti tra gli assessori e i consiglieri comunali. Sciolto ma non del tutto chiaramente anche il nodo che riguarda la visibilità delle minoranze che saranno rappresentate qualora lo prevede lo Statuto. In effetti, si tratterà di un po’ meno di una minoranza. “ Pur condividendo lo spirito della legge, in particolare laddove si riduce il numero dei componenti degli organi delle comunità montane – dice il presidente della Comunità montana Monti Picentini Luciano Caggiano - che esprime rammarico per l’esclusione dei comuni di Pugliano e San Mango, non condivido i toni trionfalistici sulla riduzione della spesa che non ci riguardano poiché il nostro ente vive di finanza derivata e gli amministratori storicamente non hanno mai percepito le indennità secondo la legge, che infatti hanno inciso sul bilancio soltanto per lo 0,6%”. Entro 60 giorni il presidente Caggiano e il suo staff dovranno predisporre relativi nuovi statuti e regolamenti. Difende la legge il Consigliere regionale Ugo Carpinelli che si è battuto per “salvare” la comunità montana dei picentini spendendo molto per trarla fuori dall’incubo della cancellazione, in tandem con l’assessore provinciale Corrado Martinangelo, secondo cui “con la semplificazione della rappresentanza istituzionale saranno evitati definitivamente trasformismi e rincorse verso poltrone che non esistono più. Nell’interesse del territorio che rappresento sono stati salvaguardati i livelli istituzionali e occupazionali, che da oggi avranno maggiori certezze ”. Più problematica la prima valutazione “a caldo” dell’Assessore Provinciale all’Agricoltura e Foreste e capogruppo Pd alla Comunità montana Corrado Martinangelo che esprime piena soddisfazione per la revisione degli ambiti territoriali che “premia il picentino ed altri territori” ma giudica “insufficiente il livello di funzioni previste e solleva perplessità sulla questione delle rappresentanze istituzionali” con particolare riferimento a quello che chiama “l’esproprio” delle prerogative dei Consigli e quindi il potere dato ai sindaci”. Timori Martinangelo li intravede e li esprime anche sulla “effettiva tutela delle minoranze”. La legge definisce, inoltre, le funzioni delle comunità montane: la difesa del suolo e dell’ambiente, l’esercizio delle funzioni amministrative ad essa delegate dai comuni, la gestione degli interventi speciali per la montagna stabiliti dall’Unione Europea e dalle leggi nazionali e regionali, l’esercizio delle funzioni e dei servizi comunali ad esse delegate. La riforma definisce, infine, le attività di programmazione delle comunità montane, il piano pluriennale di sviluppo socio-economico, il programma annuale operativo di attuazione, nonché la dotazione organica delle comunità montane, le quali acquisiscono automaticamente il personale amministrativo di ruolo a tempo indeterminato incardinato presso le comunità montane preesistenti”
W.B. |