Da Siracusa a Paestum un grande evento culturale in scena l’unica trilogia completa di tutto il teatro greco con l’inda rivive il mito dell’Orestiade di Eschilo.
Dal 3 al 6 luglio, alle ore 21.00, nell’area archeologica di Paestum, accanto al tempio di Poseidone- Nettuno, l’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa, lo stesso che negli anni ’30 curò diversi allestimenti di richiamo internazionale, porterà in scena l’intero ciclo dell’Orestiade di Eschilo, con l’Agamennone, Coefore ed Eumenidi, ovvero l’unica trilogia completa giunta sino a noi di tutto il teatro greco. Oltre 100 gli attori in scena, per un evento di rilievo internazionale con il teatro antico di tradizione. A recitare attori del calibro di Giulio Brogi ed Elisabetta Pozzi. Nel cast anche Luca Lazzareschi, formatosi alla bottega teatrale di Vittorio Gassmann e Giorgio Albertazzi, e e Galatea Ranzi, scelta da Luca Ronconi come protagonista di tanti spettacoli nonché collaudata attrice del cinema d’autore. Musiche dal vivo composte da Matteo D’Amico ed eseguite dal sestetto “Palermo ArtEnsemble”. Solo 500 i posti a sedere, con una scenografia unica al mondo che si inserisce discretamente sull’erba per dare spazio alle spettacolari 48 colonne del tempio illuminato di notte. L’evento, presentato a Palazzo S. Agostino, sede della Provincia di Salerno, alla presenza tra gli altri del vice-presidente della Provincia di Salerno, Gianni Iuliano e dell’assessore alla Cultura, Gaetano Arenare, ha già richiamato prenotazioni da tutta Italia: da Milano, da Roma, da Pescara, Avellino e Pesaro. L'Inda, guidata dal soprintendente Ferdinando Balestra, va in scena a Paestum con l' Orestiade, già rappresentata con successo a Siracusa per il XLIV Ciclo di Spettacoli Classici, per la regia di Pietro Carriglio. Straordinaria la sinergia che si è creata per il progetto, per il quale l’anno scorso è stato firmato anche un protocollo d’intesa. In campo: il Ministero dei Beni Culturali, la Fondazione Inda, la Provincia di Salerno, l’Unesco, l’Unione Europea, i Comuni di Siracusa e Capaccio, l’Ept di Salerno, la Fondazione Salernitana Sichelgaita, la Compagnia del Giullare e la Bottega S. Lazzaro che hanno curato l’organizzazione e l’allestimento sotto la guida del direttore organizzativo, Giuseppe Natella e del direttore artistico, Andrea Carraro. “La Magna Grecia- spiega il presidente della Provincia, Angelo Villani - rivive attraverso il Teatro. E lo fa grazie all'impegno della Provincia di Salerno che impronta le proprie attività di promozione, da un lato alla incessante implementazione delle conoscenze del patrimonio culturale seguendo molteplici linee di ricerca, dall'altro attraverso le più svariate forme di collaborazione con Enti e Associazioni che affiancano la pubblica amministrazione nelle vitali iniziative a sostegno del proprio ricchissimo territorio e delle proprie tradizioni culturali”.
SI COMINCIA CON UNA PRIMA NAZIONALE
Nella serata inaugurale di domani, giovedì 3 luglio alle ore 21.00 (unica replica il 6 luglio) va in scena “Canti e suoni dell’Orestiade”, uno spettacolo progettato dall’Inda come una sintesi e riscrittura teatrale della trilogia eschilea capace di esaltare la scuola siracusana del coro tragico.
Si tratta si uno spettacolo concepito appositamente per Paestum e che andrà in prima nazionale per poi essere proposto a Siracusa durante la prossima stagione teatrale. “Canti e suoni dall' Orestiade ” è un viaggio attraverso i cori, da cui si isolano i momenti più intensi degli episodi, dal racconto del messaggero alla profezia di Cassandra, dalla visione piena di orrore della Pizia all'assoluzione di Oreste sancita dal tribunale dell'Areopago e da Atena. Come nella tradizione del racconto orale - la stessa da cui i grandi drammaturghi dell'antichità attinsero quel patrimonio mitico che vive ancora oggi - narratori simili a cantastorie condurranno per mano il pubblico attraverso la complessa vicenda della famiglia degli Atridi. Un omaggio, questo, anche all'intuizione del grande grecista Ettore Romagnoli, ideatore, ai primi del ‘900, delle Rappresentazioni Classiche al Teatro Greco di Siracusa: “Dobbiamo guardarci dal considerare le parti corali, o meglio musicali, come intermezzi. Queste costituiscono la parte principale della tragedia.
Il 4 Luglio è in calendario Agamennone , In questo dramma dell’angoscia e dell’oppressione, ha luogo l’assassinio del re di Argo ad opera della moglie Clitennestra, istigata dall’amante Egisto; qui la regina giustifica il suo gesto con la morte della figlia Ifigenia, che era stata precedentemente uccisa per mano di Agamennnone come vittima sacrificale perché la flotta greca, bloccata in Aulide dai venti contrari (e dal volere degli dei), potesse giungere a Troia.
Il 5 luglio sarà la volta di Coefore e Eumenidi , rappresentati in sequenza la stessa sera.
In Coefore, attraverso un continuo alternarsi di stati d’animo, Oreste uccide la madre Clitennestra e il suo amante. Anche lui, come aveva fatto Clitennestra con la morte di Ifigenia, cerca di difendere il gesto compiuto adducendo come motivo l’assassinio del padre: l’eroe tragico giace sotto il giogo di Ananke, Necessità, posto davanti a due strade che non sembra possibile seguire, e fra le quali bisogna tuttavia scegliere. Ma tutte le giustificazioni addotte da Oreste non impediscono che le Erinni, le furie vendicatrici della madre, giungano a perseguitarlo.
In Eumenidi si interrompe questa catena di delitti e di orrori, e ha luogo l’assoluzione del matricida innanzi al tribunale dell’Aeropago istituito da Atena: a una logica di vendetta privata subentra l’istituzione di un tribunale, con le sue regole ma anche i suoi limiti. E non è un caso che Oreste sia assolto grazie alla parità di voti raggiunta con il parere favorevole di Atena, come a testimoniare l’impossibilità di comprendere con la sola sottigliezza umana l’ambiguità dell’esistenza.
Notesull'OrestiadediEschilo
Con l’Orestiade, l’unica trilogia completa che ci resta di tutto il teatro classico, composta da Agamennone, Coefore, Eumenidi (la trilogia era completata dal dramma satiresco Proteo che è invece andato perduto), Eschilo vinse il primo premio, nel 458 a.C. Ma in quegli anni l’argomento aveva già una lunga storia e, a cominciare da Omero, i poeti ce ne fanno conoscere diversi momenti: Eschilo, dunque, non inventa ma interpreta e rimodella l’antica leggenda rendendo la vicenda degli Atridi simbolo e paradigma della condizione umana. Il rapporto fra destino individuale e ordine universale, la radice della colpa e la sua ereditarietà, il conflitto fra vendetta e giustizia, il legame che unisce conoscenza e sofferenza, l’opposizione tra un universo patriarcale dominato dal potere maschile e un mondo primigenio, femminile, governato dalla madre: sono, questi, solo alcuni dei temi che quest’opera monumentale di drammaturgia pone, con urgenza e profondità di pensiero, alla nostra attenzione.
Addetto Stampa
Paolo Romano