Ravello LAB: se è la cultura a trainare lo sviluppo in Europa e nel Mediterraneo.
2007-2013: Cultura e sviluppo. Azioni, strumenti e progetti per le politiche europee di coesione
Si è chiusa la IV edizione di Ravello LAB – Colloqui internazionali, il laboratorio europeo su cultura e sviluppo promosso da Federculture, Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali e Formez. La giornata conclusiva ha ospitato il primo forum italiano dell’iniziativa “A Soul for Europe” che da anni promuove la cultura come mezzo privilegiato per favorire il reale processo di integrazione europea. Città creative in Europa e nel Mediterraneo per affermare un nuovo modello di sviluppo fondato sulla cultura quale fattore strategico per superare la crisi. Questo il messaggio e la proposta lanciati da Ravello LAB. Cultura, creatività, innovazione e sviluppo, i temi chiave affrontati nel dibattito dal quale sono scaturite indicazioni e suggerimenti che la comunità di esperti, studiosi, artisti, amministratori, manager e decisori politici italiani e europei, che si sono confrontati nei laboratori, rivolgono alle autorità politiche nazionali e comunitarie affinché siano accolte nelle politiche culturali europee. Prima fra tutte la necessità di cogliere le opportunità offerte dalle politiche di coesione e vicinato che per il periodo 2007-2013 mettono disposizione risorse ingenti. Anche se la cultura ha un ruolo ancora marginale nei documenti strategici, le possibilità di cooperazione territoriale in progetti fondati sul binomio cultura e sviluppo rappresentano potenzialità in larga parte ancora inesplorate e destinate nel futuro ad assumere una crescente importanza. Ambito privilegiato di analisi di queste dinamiche sono le politiche urbane, tenuto conto che circa il 60% della Ue vive in città di più di 50.000 abitanti. In questa chiave Ravello LAB ha analizzato l’esperienza di alcune Capitali Europee della Cultura, che hanno attuato politiche urbane che hanno messo la cultura al centro della pianificazione strategica per un nuovo sviluppo urbano, che ha ridisegnato il volto delle città, anche attraverso la riqualificazione di quartieri degradati, restituendo vivibilità, accessibilità e attrattività ai centri coinvolti. I risultati ottenuti in termini economici e sociali oltre che culturali, spingono a pensare che l’esperienza delle Capitali Europee della Cultura debba diventare un modello virtuoso e diffuso che affermi i criteri della qualità della progettazione urbanistica, dell’integrazione tra economia e creatività, nel coinvolgimento diretto delle comunità che devono diventare protagonisti di questo processo di trasformazione. Nella tavola rotonda di conclusione dei lavori è stato lanciato il Manifesto della “Rete delle città creative nel Mediterraneo” promosso da Federculture, Centro Universitario Europeo per i Beni culturali di Ravello e la Fondazione Città dell’Arte dell’artista Michelangelo Pistoletto, finalizzato a promuovere e valorizzare esperienze, laboratori e progetti permanenti sul valore della persona come soggetto attivo, creativo e socialmente responsabile. L’obiettivo è di affermare un modello di sviluppo che recuperi l’armonia tra la crescita e il benessere dei cittadini con la natura e l’economia sostenibile, mirando a realizzare l’equilibrio tra ricchezza diffusa e qualità della vita. D’altra parte proprio il Mediterraneo rappresenta il secondo ambito di analisi e proposta a cui si rivolge Ravello LAB. A parte dall’ esigenza di realizzare un sistema di relazioni euro-mediterraneo più forte negli aspetti istituzionali politico-diplomatici, in quelli economici, sociali e culturali, Ravello LAB si candida ad essere il raccordo operativo di un network che metta in relazione i diversi soggetti che vogliono impegnarsi nella realizzazione di progetti comuni tra Europa e Mediterraneo che puntino sulla cultura quale motore di sviluppo. “Le città europee – ha sottolineato Alfonso Andria, Presidente del CUEBC - sono di fatto oggi lo spazio nel quale si concentrano le industrie culturali e creative, ma sono anche le destinazioni dei flussi migratori. Questa doppia dimensione rende le città un laboratorio quotidiano di creatività e dialogo interculturale. Pensare europeo non può voler dire semplicemente dare una dimensione comunitaria a progetti nazionali o a limitarsi a scambi culturali, va maturato un profondo cambiamento nelle politiche culturali che persegua uno sviluppo economico qualitativamente più elevato”. Il Sottosegretario al Ministero per i Beni e le attività culturali Francesco Maria Giro ha raccolto le proposte operative emerse dai laboratori, candidando Ravello LAB come interlocutore privilegiato nella definizione delle politiche e degli interventi del governo in tema di cultura e creatività, già dalla prossima finanziaria per stabilire l’assegnazione programmatica delle risorse. In particolare l’esponente del governo ha apprezzato la centralità assegnata alle imprese culturali da RAvello LAB e ha auspicato che i Colloqui Internazionali divengano nel futuro la Cernobbio delle imprese culturali come momento di incontro e scambio per sondare le potenzialità di sviluppo e crescita di questo settore strategico dell’economia nazionale.