Questa stagione al Giullare i quattro modi di essere del teatro: d’azione, comico, classico e misterioso.
AL VIA LA CAMPAGNA ABBONAMENTI
E’ partita la campagna abbonamenti per la stagione 2008-2009 del Piccolo Teatro del Giullare di via Vernieri a Salerno. Quattro spettacoli per altrettanti modi di fare ed essere teatro interpretati dalla Compagnia del Giullare. Si inizia sabato 11 ottobre (con replica domenica 12 ottobre) con il teatro d’azione. In scena “Donna Lionora Giacubina” tratto dal testo scritto nel 1980 da Dacia Maraini. La regia è firmata da Andrea Carraro, direttore artistico del teatro da 25 anni. A novembre, e per il mese di dicembre, si cambia registro con il teatro comico ed il divertimento è assicurato con “Niente sesso, per favore” tratto da Marriott e Alistair. Ad aprire il nuovo anno, il 2009, sarà un classico delle letteratura d’autore, e precisamente russa. Gli attori della Compagnia del Giullare porteranno in scena l’intramontabile “Zio Vania” di Anton Cechov. A chiudere il poker di spettacoli pensati e programmati per questo cartellone sarà l’opera celebre dello scrittore statunitense Ira Levin dal titolo “La stanza di Veronica”. A far da filo conduttore tra i quattro spettacoli è una donna, precisamente una scultrice: Louise Bourgeois. A lei è dedicata la stagione. Lo spunto da cui è partito Carraro nel confezionare questa nuova proposta teatrale sono alcune opere dell’artista francese intitolate “Cell”. “Questo termine indica sia la cella che la cellula – spiega Andrea Carraro – Due concetti diversi tra loro ma che questa grande scultrice ha saputo tradurre con forza nelle sue opere dove il dentro ed il fuori hanno sempre una doppia valenza. In effetti il teatro pensa, parla e si propone offrendo sempre diverse chiavi di lettura. E’ lo spettatore colui poi che da’ il senso a tutto”. A far scattare la scintilla artistica a Carraro è stata la visita nel suo ultimo viaggio in America al Guggenheim Museum a Manhattan, New York, ed al Moma, il Museo di Arte Moderna. “Quando mi sono trovato di fronte le opere della Bourgeois ho capito cosa stavo elaborando dentro di me da tempo”.
Gli spettacoli si terranno sempre di sabato, alle ore 21.15, e la domenica alle ore 19. Il costo dell’abbonamento è di 30 euro; ridotto a 20 euro per studenti ed anziani. Costo del biglietto per singolo spettacolo 10 euro; ridotto 7 euro. Info e prenotazioni: 089 220261 – 334 7686331; e mail: compagniadelgiullare@fastwebnet.it.
SCHEDA DONNA LIONORA GIACUBINA
IL CAST
Eleonora Pimentel è Amelia Imparato; Caterina è Costanza Sabetta; nel doppio ruolo del Re Ferdinando e del Cardinale Zurlo è Vanni Avallone; in quello della regina Carolina Antonella Valitutti; Isabella è Giusi D’Auria; per Rosa e Peppina c’è Cristina Buoninfante; Grazia e Rosaria Federica Freda; a vestire i panni del cappo popolo è Augusto Landi; popolano e tamburino Matteo Amaturo. Ciro, Gennaro e Michele ‘O pazzo è Umberto Collina; l’ufficiale ed il deputato è Carlo Orilia; il padre di Ciro e il cardinale Ruffo è Alfonso De Stefano; mentre fra’ diavolo ed il prete è Andrea Panza. Le scene sono di Michele Paolillo; i costumi sono di Vittoria Di Fluri; movimenti coreografici di Antonella Iannone; le selezioni musicali di Alfredo Micoloni.
NOTE DI REGIA
Nell’ambito di un evento storico piuttosto noto, la rivoluzione partenopea del 1799, Dacia Maraini ci racconta gli ultimi giorni di Eleonora Fonseca Pimentel, prima dell’esecuzione. L’ultimo periodo di prigionia è caratterizzato dalla nascita di un sodalizio tra la grande rivoluzionaria giacobina e la sua compagna di cella, Caterina. E’ un caso che quest’ultima sia figlia illegittima del marito di Eleonora, Pasquale? E’ un caso che Caterina cerchi di convincere Eleonora a fare i nomi dei capi della rivoluzione partenopea? La storia delle due detenute è un capolavoro di psicologia: ho cominciato a leggerla in modo distaccato ma ho finito con l’affezionarmi. Tutto il percorso del loro rapporto è calato nel bel mezzo di una città in subbuglio e il popolo napoletano è testimone e protagonista sia di un bel sogno che di un brutto incubo.