Si è conclusa, a Paestum, l’undicesima edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico
Villani: “Le contrattazioni dei workshop confermano le prospettive di crescita del turismo”
Due milioni di contatto sul sito ufficiale dell'Evento
Oltre 10.000 visitatori (un afflusso in aumento rispetto allo scorso anno) hanno affollato gli stand allestiti all'interno del Centro Congressi dell'hotel Ariston, confermando l'interesse di un pubblico ampio e variegato verso il turismo culturale. I workshop a cui hanno partecipato operatori della domanda nazionale e internazionale hanno confermato un trend particolarmente rilevante in un momento di crisi globale. Gli operatori locali hanno manifestato un elevato grado di soddisfazione, constatando una domanda altamente qualificata e molto interessata all'offerta turistica locale."La Provincia di Salerno - ha dichiarato il Presidente Villani - intende proseguire convintamente sulla strada della valorizzazione dei beni culturali e delle risorse paesaggistiche ed ambientali. In questa prospettiva bisogna incentivare le attività di formazione e di riqualificazione professionale per migliorare la qualità dell’accoglienza. Sono convinto che sulla base di questi presupposti il turismo possa rappresentare una porta di ingresso importante per i giovani nel mondo del lavoro. Il nostro obiettivo è quello di stimolare un miglioramento generale e costante della qualità dell’offerta turistica al fine di favorire la fruizione dello straordinario patrimonio culturale e ambientale di cui il nostro territorio è così notevolmente dotato. Una maggiore sinergia tra Pubblico e Privato ci consentirà sia di mettere a sistema tutte le "risorse", sia di definire iniziative mirate, in grado di produrre ricadute positive, soprattutto in termini di destagionalizzazione dei flussi turistici. La Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico ha consentito di sviluppare un sereno e costruttivo confronto raccogliendo pareri e valutazioni di autorevoli esperti. L’esito delle contrattazioni nel corso dei workshop che si sono svolti conferma le serie prospettive di crescita del turismo in provincia di Salerno. Segnali incoraggianti che non vanno disattesi. La Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico si è confermata anche quest’anno una grande occasione di crescita per tutta la nostra provincia".
Paestum e Velia, dieci anni di patrimonio Unesco
Andria: “Non si possono fermare gli scavi”
Picarelli: “Raccordo con le Regioni per aiutare l’incoming”
“Non si possono fermare gli scavi perché più si scava e più si scopre e perché più si scava e più si conserva – lo ha detto il senatore Alfonso Andria prendendo la parola al Convegno sul tema: “Paestum e Velia, dieci anni di patrimonio Unesco: risultati, ricerche e prospettive” durante l’ultima giornata della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico 2008 a Paestum. “Io non tento mai di meravigliare nessuno. Dico cose ordinarie. Gli archeologi devono scavare. E se fossero stati fermati gli scavi prima della scoperta della Porta Rosa?”. Anche Giuliana Tocco, già Soprintendente per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino e Benevento, durante il suo intervento, aveva detto: “Non si può fare valorizzazione se non si fa conservazione e restauro e questo non si può fare senza attività propedeutica di ricerca scientifica e di scavo”. Proprio da un altro Convegno di questa XI edizione della Borsa, l’assessore regionale al Turismo Claudio Velardi aveva fatto dichiarazioni in senso opposto.
Il Convegno, che è stata l’occasione per “celebrare i dieci anni di sito Unesco parallelamente agli undici anni di Bmta” come ha sottolineato il Direttore Ugo Picarelli, ha visto la partecipazione di docenti universitari quali Juliette de La Genière, Professore Emerito di Archeologia all’Università di Lille e Jean Paul Morel, oltre al Direttore della Scuola di Specializzazione in Archeologia Classica, Medievale ed Orientale dell’Università di Salerno Angela Pontrandolfo, che ha chiesto con forza una maggiore collaborazione tra le istituzioni “perché i Beni Culturali e l’Ambiente non diventino terreno di conquista” e Giovanna Greco dell’Università di Napoli Federico II, che ha sottolineato l’importanza della comunicazione, presentando la guida di Velia dedicata ai bambini. Emanuele Greco, Presidente della Fondazione Paestum, ha infatti fatto notare quanto ancora c’è da fare per rilanciare il potenziale che c’è nella cultura classica, considerando la forza evocativa dei luoghi: “Perché il Festival della Cultura non si fa a Velia? Perché esiste ancora la strada che separa gli scavi? Perché il Museo fu costruito sull’agorà di Posidonia?”.
Al Convegno, moderato da Marco Esposito de Il Mattino, hanno partecipato l’assessore provinciale all’Ambiente Angelo Paladino, la Soprintendente Archeologica di Salerno Maria Luisa Nava, il Direttore Generale per la Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente Aldo Cosentino, il Direttore dei Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia Mibac Ruggero Martines. Marina Cipriani, Direttore del Museo Archeologico di Paestum, ha ricordato i dodici interventi eseguiti grazie ai Por Campania 2000-2006, quelli per i grandi attrattori culturali e ha annunciato che lo studio di fattibilità per il Parco archeologico di Paestum (inedito pur già recepito da Provincia, Comune e Ministero) sarà finalmente pubblicato dalla casa editrice Pandemos. Da questo studio potranno avere impulso una serie di interventi propedeutici per esempio alla eliminazione della strada. Lo studio traccia le linee guida della pianificazione territoriale per quanto riguarda il sito antico e il territorio antico di Paestum.
Soddisfatto per la sua perfetta riuscita e chiudendo i battenti della Borsa del Turismo Archeologico 2008, il Direttore Ugo Picarelli ha detto: “Dopo l’affermazione dell’XI edizione, è necessario un maggiore raccordo con le Regioni del Sud, per fare in modo che, in vista della prossima edizione, i prodotti turistici vengano programmati con maggiore anticipo, per dare avvio a quella progettualità legata all’incoming, che è il presupposto per lo sviluppo delle aree meridionali sia in termini di flussi che di occupazione”.
Il volto di Cesare raccontato da Valerio Massimo Manfredi: “Il mio ultimo libro potrebbe anche diventare un film”
Potrebbe diventare presto un film l’ultima fatica letteraria di Valerio Massimo Manfredi, in libreria dallo scorso 4 novembre edita da Mondatori. Ad annunciarlo lo stesso autore ospite dell’ultima giornata della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico. Intervistato dallo storico Lorenzo Braccesi, lo scrittore studioso del mondo antico ha presentato a Paestum “Le Idi di Marzo”, introdotto da Braccesi come “un thriller sugli ultimi sette giorni della vita di Giulio Cesare”. “Abbiamo già ventilato con Valerio Veltroni l’ipotesi di trarre un film visto che la storia narrata è molto cinematografica – ha dichiarato Manfredi – ma dopo l’esperienza con ‘L’Ultima Legione’, passata sul grande schermo solo dopo ben 23 tentativi di sceneggiatura, so già che non sarà facile”.Sulla nascita del romanzo, Manfredi ha spiegato come ha deciso di riscrivere una “vicenda da mozzare il fiato”. “Rileggendo le varie fonti – ha raccontato – mi ha colpito la componente caotica della storia a mio avviso preponderante. Negli ultimi venti minuti prima della fine di Cesare accadde di tutto e la sua morte poteva essere evitata per ben tre volte. Ma alla fine il destino si è compiuto. Gli uomini si illudono di poter forgiare la storia secondo i propri desideri ma c’è una componente caotica che alla fine ha la meglio. Stabilito questo aspetto, per me non esiste un romanzo che non sia storico perché niente è fuori dalla storia. L’unica differenza che c’è è tra libri curati ed intensi e libri sciatti e cattivi”. Stimolato da Braccesi, Manfredi ha illustrato alla platea anche le differenze tra l’ultima opera e la notissima trilogia dedicata ad Alessandro Magno. “Nelle 1200 pagine di Alexandros scritte di getto Alessandro Magno è il perno assoluto della storia, è protagonista in forma esclusiva. Questo invece, è un romanzo più moderno, in cui Cesare non ha una presenza esclusiva, non è sempre in scena”.
Ma quale immagine Manfredi consegna dell’uomo di potere? “Partendo dal presupposto che non si raggiunge mai ‘la verità’ ma ‘una verità’ e che non possiamo esimerci da esprimere una sentenza, il cinismo di Cesare è terribile, come lo è la sua freddezza e la sua capacità di estraniarsi dalla violenza messa in campo, ad esempio, per la conquista della Gallia. Ma nell’antichità chiunque avesse la forza del potere la usava: nel ruolo di giudici, mai comunque di ultima istanza, dobbiamo sempre tenere presente gli strumenti mentali a disposizione in quel momento storico”. Da scrittore navigato e di successo, Manfredi si è soffermato anche sullo stato di salute dell’attività editoriale “dal punto di vista commerciale povera, ma attività industriale creativa veramente nobile”.