PREMIO CHARLOT XIX EDIZIONEPAESTUM 22 – 29 LUGLIO
Massimo Venturiello: “Torno in tv per vestire i panni del commissario che arrestò la “primula rossa” Liggio”.
E’ felice Massimo Venturiello. Felice per aver vinto il Premio Charlot (sez. teatro), ma non solo: “Vincere un premio con un lavoro autoprodotto del quale si è regista, protagonista e nel quale trova spazio la propria compagnia è una grande soddisfazione. Il premio mi dà la possibilità di ritornare a casa, nella mia terra. Sono di Roccadaspide, sono andato via quando avevo solo sei anni ma le radici non si perdono, mi sento molto legato al Cilento”. Venturiello guarda a Paestum con occhio particolare: “ Charlot mi appartiene ed io appartengo a lui. Alcuni anni fa ero in scena in teatro con lo spettacolo ‘L’opera da tre soldi’: un critico nella recensione scrisse che il mio modo di recitare, la mia mimica, il mio modo di muovermi sul palco gli ricordavano molto quelli di Charlie Chaplin e mi promosse a pieni voti. Da allora Charlot fa parte di me: anche in ‘Gastone’ il mio personaggio ricordi un po’ un parente italiano del grande Vagabondo”. Gastone è un personaggio tipicamente romano ed ad interpretarlo finora sono stati solo grandi attori capitolini, uno tra tutti Gigi Proietti. Come si è sentito Massimo Venturiello, da Salerno, a portare in scena un simbolo della romanità? “Il segreto è che fino ad oggi nessuno aveva interpretato la commedia di Ettore Petrolini interamente. Anche Proietti si è soffermato solo la parte centrale dell’opera. Non è stato difficile adattarmi alla figura di Gastone perché, su quella scala di confronto in scena, non c’è stato termine di paragone con altri attori. E’ vero, però, che al momento centrale dello spettacolo, in molti ricordano l’interpretazione di Proietti ed il confronto diventa inevitabile. Ma se Proietti negli anni si è divertito maggiormente ad imitare Petrolini, io ho cercato di ricostruire il Gastone-maschera del teatro moderno, un simbolo nel un periodo in cui il varietà era di gran moda”. Di Proietti, Venturiello parla anche a proposito della polemica scoppiata in questi giorni: “Questa storia mi sconcerta. Proietti è un personaggio autorevole del teatro italiano, è la persona più adatta per curare il Brancaccio. Più di Costanzo. A lui tutta la mia solidarietà e la mia stima”.
Sull’allarme lanciato da Carlo Molfese che vede il teatro italiano in crisi (“non si può farlo con i soldi della politica, bisogna avere coraggio e cercare di cambiare”) dice: “Ero molto piccolo quando lessi una intervista nella quale Eduardo de Filippo affermava che il teatro italiano era all’anno zero. Questa è una storia vecchia. Molfese ha ragione: il teatro è schiavo dei meccanismi del mercato, ha bisogno di rinnovarsi e la politica non deve elargire contributi fuori dal meccanismo premiale rispetto alla qualità artistica. Dovrebbe dare valore a progetti seri. In Italia sta sparendo la figura del produttore rimpiazzata da piccoli personaggi bravi a muoversi nei palazzi proponendo manifestazioni inutili finalizzate a macinare soldi. Tutto ciò abbassa il livello d’amore per il teatro”.
Sull’interpretazione del personaggio televisivo più cattivo della passata stagione prima sarcasticamente dice “preferisco non ricordare…”, poi ammette: “ Distretto di Polizia 6 mi ha dato molta notorietà. Dopo la morte dell’ispettore Mauro Belli, però, non ho potuto camminare per Roma per due settimane perché la gente era davvero arrabbiata”. Racconta: “Mi trovavo in un negozio ma, al momento di pagare, la cassiera si era nascosta. Poi, candidamente, mi disse: ‘mi scusi, ma ha una faccia che mi fa paura’. Rimasi senza parole. Ci misi un po’ per farle capire che nella realtà sono un attore non un malavitoso”. Sul futuro: “Torno in Tv con tre fiction. La prima per Mediaset, in sei puntate: interpreto il ruolo del commissario Angelo Mangano, morto all’età di 87 anni. Fu lui ad arrestare la ‘primula rossa della mafia’ Luciano Liggio. Poi vestirò i panni di un partigiano per una serie di Antonio Frazi ed infine, ancora per Mediaset, sarò un ricco ed avido signore in ‘Donne a pezzi’ con Giuliana De Sio”. E il teatro? “Resta sempre il mio primo ed unico amore. Da ottobre, con Tosca ritornerò in scena con ‘Gastone’”.