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Santa Maria a Vico (Giffoni Valle Piana) il Festival
delle Tammorre e del Tamburello.
Grande attesa ed interesse per il primo
Festival della Tammorra e del Tamburello (1, 2,
3 settembre ) a Santa Maria a Vico di Giffoni
Valle Piana. Il programma è ricco di eventi.
Venerdì 1 settembre, alle
ore 18.00, il raduno dei gruppi musicali e la
Benedizione degli strumenti e dei suonatori impartita
da S. E. Mons. Luigi Bommarito, Arcivescovo Emerito
di Catania. Seguirà l’itineranza
dei gruppi nelle contrade di Giovi, Pontecagnano,
Filetta, Campigliano, Capitignano, Malche, Giffoni
Valle Piana. Poi la sfilata dal Castel Rovere
a S. Maria a Vico con il tradizionale Carrettone.
Alle 21.00 inizio ufficiale del Festival con l’esibizione
dei gruppi: “I Zompacardilli”, tarantella
di Montemarano; “La Paranza da Zabatta”,
tammurriata alla Terzignese; “I Totarella”,
le zampogne del Pollino; “A Pertica”,
tammurriate alla Sommese; “I Picarielli”,
tammuriate e dintorni… .
Sabato 2 settembre, alle ore
18.00, tavola rotonda sulle “Forme espressive
del suono della Tammorra e del Tamburello”:
presiede il Prof. Paolo Apolito; interverranno
i suonatori della tradizione: Marcello Colasurdo;
Paolo Simonazzi; Filippo D’Ischia; Antonio
Matrone.
Alle 21.00 la forza della tradizione in spettacolo:
“Mascherata-N’drezzata Ischia”,
canti e danze della tradizione popolare Ischitana;
“D’Esperanto Quintel”, musica
dell’Emilia; “Marcello Colasurdo e
Paranza”, canti e suoni della tradizione
Pomiglianese.
Infine, domenica, “Mera Menhir”, tarantelle
e stornelli del Salento; “A Paranza r’o
Lione”, suoni, canti e balli della tradizione
campana. Naturalmente nel corso della manifestazione
sarà possibile degustare gli eccellenti
prodotti tipici picentini. Don Giosuè Santoro,
con Marilena Gragnaniello e Antonio Matrone (ò
Lione), ha curato la direzione artistica e culturale
della manifestazione: “E’ un evento
artistico ricco di valori umani e culturali. Recuperando
e valorizzando una significativa espressione artistica
dei nostri territori, intendiamo contribuire alla
riaffermazione delle reti personali e di comunità,
di cui S. Maria a Vico è lo scrigno privilegiato
per tutto il territorio dei Picentini nonché
esempio luminoso per tutte le comunità
locali.” |
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