“Assassinati da chi ?”
Le nuove scoperte del giudice Ferdinando Imposimato
sull’assassinio di Aldo Moro e dei ragazzi della scorta
Due sezioni per un unico progetto. E’ l’idea lanciata dal Comune di Salerno e dall’Associazione “Le Città Invisibili”per raccontare uno dei capitoli più drammatici della storia recente: l’assassinio di Aldo Moro e dei ragazzi della scorta. L’iniziativa- curata da Maria de Conciliis – si svolgerà venerdì 11 febbraio al Teatro delle Arti di Salerno in via Pio XI, a partire dalle ore 20.00. Ferdinando Imposimato, uno dei magistrati più impegnati a dipanare gli infiniti misteri del caso Moro, presenterà il libro “Doveva Morire”, edito da Chiarelettere”; lavoro in cui, con Sandro Provvisionato, ha raccontato i 55 giorni vissuti dallo statista: partendo dalla strage di via Fani alla morte del presidente democristiano: si tratta di un dossier documentato senza tentazioni dietrologiche da cui emerge lo spaccato di un’Italia fatta di intrighi e rivalità, di violenza, di furori ideologici e di nessuna considerazione della vita umana. Compaiono, inoltre, atti di governo volutamente mancati che, in un complicato intreccio tra politica, servizi segreti, italiani e stranieri, leggi massoniche e terrorismo italiano dalle mille propaggini internazionali, porterà inevitabilmente alla morte del prigioniero Aldo Moro. In programma, moderati dal giornalista Peppe Iannicelli, gli interventi di Gerardo Calabrese Assessore all’Ambiente del Comune di Salerno; Vitaliano Esposito Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione; Antonio Esposito Presidente di Sezione Corte di Cassazione; Franco Roberti Procuratore della Repubblica di Salerno. A seguire lo spettacolo teatrale “Assassinato da chi?” del regista lucano Ulderico Pesce ed interpretato da Almerica Schiavo: attrice teatrale di notevole talento e molto affermata . Ulderico Pesce, esponente di spicco della nuova generazione di autori a cui la critica moderna guarda con entusiasmo, è stato allievo dell’Accademia del Teatro di Mosca; ha lavorato come attore con Luca Ronconi, Carmelo Bene, Albertazzi, Gabriele Lavia ed altri. Fedele alla sua idea di teatro civile che osserva e scrive di “un’Italia dimenticata”, Pesce denuncia, racconta, commuove, diverte. Insegna che un’Italia diversa è possibile , basta che ognuno faccia la sua parte. “Per me è un’esigenza ,più che una passione , che arriva da lontano e nasce da una narrazione fortemente radicata con la realtà”: In Italia l’informazione manca del tutto , per informazione si intende far sapere cose che molto spesso non ti vogliono far sapere”. La sceneggiatura di “Assassinati da chi?” è di forte impatto, ma semplice e chiara ed illustra impietosamente la geografia del Bel Paese”. La storia parte dal “basso”, le scoperte del Giudice Imposimato si intrecciano con la vita di Iozzino, Ricci e Zizzi, i tre membri della scorta. Raffaele Iozzino è il giovane che riuscì a colpire i terroristi. Ricci era l’autista di fiducia e Zizzi, poliziotto ma soprattutto grande chitarrista , era al suo primo giorno di lavoro, avendo sostituito, proprio quella mattina, la guardia titolare. Nelle parole e nelle azioni della sorella di Raffaele Iozzino, protagonista della vicenda , “Ho voluto descrivere le ansie e la disperazione di una ragazza a cui strappano gli affetti più cari. Con la figura della mamma, continuamente evocata, ho dato voce all’angoscia di una donna che non riesce a darsi pace e che aspetta la verità da oltre trent’anni” (U. P.) L’intera vicenda è vissuta e vista attraverso gli occhi, le voci, le emozioni della sorella di Raffaele; ruolo affidato, sulla scena, ad Almerica Schiavo; anche lei meridionale(di origine salernitane), e anche lei impostasi all’attenzione della critica fin dal suo esordio, sotto la direzione di A. Waida. Ha lavorato con registi del calibro di Peter Stein, Luca Ronconi, Federico Tiezzi, Glauco Mauri, A. Trionfo, Lizzani, Grimaldi…Un teatro-sostanza di ingiustizie e sete di potere della famigerata penisola, dove l’intero Stivale viene impietosamente condannato e giudicato. La capacità interpretativa dell’attrice, la riconosciuta bravura del regista, che ne cura anche la sceneggiatura, fanno dell’opera uno spettacolo intenso; dal valore etico ed artistico pienamente riuscito sotto il profilo emozionale.“Nello stesso tempo credo che questo lavoro contribuisca ad informare sulle “colpe” di F. Cossiga e G. Andreotti che “non hanno voluto salvare Moro”(U. Pesce). Allo spettatore il giudizio finale.
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