Ruote d’escort e triangoli: l’affollata solitudine dei numeri Uno
Nuovo concorso per narrativa breve, video corti, illustrazioni targato:
Meltin’Bo-Meltin’Books
La “parola”, strumento duttile, sottile o greve che sia, ci interessa davvero. E non potrebbe essere diversamente. Non è un caso se sia possibile esprimere concetti, alti o bassi che siano, con il fioretto o con la mannaia, con almeno un esito certo: la comunicazione di pensieri collocati in qualche zona del cervello. E non manca chi ci spiega come talune sensazioni siano nel cuore, nella pancia, altrove. Sembrerebbe, tutto sommato, abbastanza semplice: si pensa qualcosa e la si traduce in parola scritta (tecnicamente: ortografica), oppure verbale (tecnicamente, come è ovvio: fonologica o orale).
Non è così. Non è affatto così semplice.
Dovremmo affrontare un duplice problema: I - come si sia pervenuti alla necessità della parola, connessa evidentemente a quella della comunicazione; II – come mai quel codice, la parola, possa essere acquisito da ogni essere umano, secondo canoni, talvolta affatto diversi, in base ai luoghi in cui si cresce, all’esito della parlata ascoltata.
Sono, questi, meccanismi studiati da specialisti. Noi non lo siamo e forse sarebbe necessario scrivere un saggio; noiosissimo da leggere, in una situazione in cui, ormai, si scrive e si parla utilizzando abbreviazioni di stravolgente rapidità sia di scrittura che di pronuncia. Basterebbe pensare al TVB.
Tutto ciò è pertinente, non poco interessante parlando di un concorso letterario, ma non è quel che ci ha indotte a inventare Ruote d’escort e triangoli: l’affollata solitudine dei numeri uno.
Tutto nasce da una esperienza: il teatro. Chiunque se ne sia occupato o abbia letto un testo, sa che salta subito agli occhi la trama scritta, quella costituita dai dialoghi e dai suggerimenti registici, spesso scritti a margine dello stesso testo. Vi è, poi, una trama non esposta. Si potrebbe dire: é qui che casca l’asino.
Infatti, è proprio la trama non esposta che risulta difficile da svelare. Ci vuole cultura adeguata; occorre conoscere il pensiero dell’autore; occorre, magari, conoscere l’ambientazione storica e così via. Nel caso del tema del nuovo concorso risultano evidenti il gioco di parole, il doppio senso, l’allusione a fatti di cronaca. Risultano meno evidenti altri contenuti. Ne segnaliamo almeno uno: si parla di ruote, contaminate da quel escort che integra la parola ruota, e allude a quella cosiddetta di scorta. In questa prima parte si nasconde anche una citazione, un omaggio: “La donna di scorta”, il primo libro di Diego de Silva. Si potrebbe aggiungere un ulteriore senso: si è giunti all’uso della parola escort attraverso il vezzo italico di edulcorare i concetti: guai a dire prostituta oppure degenerare verso termini ritenuti scurrili. È, questo, un fenomeno già noto anche relativamente ad altri lavori: lo spazzino non è più tale, ma operatore ecologico; in altri settori incrociamo gli ausiliari sanitari, e così via.
Per quanto attiene alla seconda parte, l’affollata solitudine dei numeri Uno, si possono suggerire almeno due significati connessi: i numeri Uno sono coloro che riescono bene nelle proprie carriere, siano esse politiche, sportive, professionali… Va da sé come questi, uomini e donne di successo, mai potranno lamentarsi di sentirsi soli, e non solo per il codazzo che li segue dappertutto. È ovvio come si alluda anche alla folla che si potrà formare su letti a più piazze e in altri luoghi, quando si sarà raggiunto lo stato di grazia implicito nell’essere un numero Uno. Tuttavia, non è solo ciò: un altro significato ci fa rimettere i piedi per terra, per interloquire con gente alla buona che è, apparentemente, più difficile incontrare. Si pensa al ciclista intervistato quando c’era ancora la televisione bianconera: Sono contento di essere arrivato uno. La prossima volta farò meglio.
Quel numero UNO più ruspante può mettere addosso un po’ di nostalgia. E ci piace.
La conoscenza di questi significati nascosti, e magari di altri ancora, che potranno emergere grazie alla cultura di chi legge il titolo del concorso, agevolano la comprensione della trama non esposta, nascosta tra parole che normalmente conducono verso altri significhi; verso altre sensazioni; verso altri stimoli.
È così, attraverso questo processo ormai divenuto istintivo, che il titolo assume un significato diverso e si aggancia all’attualità, alle notizie di cronaca attuali, al passato .
Chi vorrà saperne di più potrà acquisire notizie ulteriori e leggere il regolamento qui:
http://www.concorsiletterari.net/ruote-d%E2%80%99escort-e-triangoli-l%E2%80%99affollata-solitudine-dei-numeri-uno
Alessia e Michela Orlando
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