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Registrazione Trib. di Sa n°22 del 07.05.2004
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Sandra Milo ricorda Fellini e racconta la storia d’un amore ai Barbuti l’omaggio al maestro nei 50 anni della Dolce Vita dal vivo le musiche di Nino Rota

 Sabato 28 agosto, alle ore 21.15, in largo S. Maria dei Barbuti, per la XXV edizione della rassegna estiva “Salerno Barbuti Festival”, Sandra Milo e Pino Strabioli presentano “Caro Federico”, omaggio a Federico Fellini. (ingresso euro 12). In questo spettacolo da non perdere la Sandrona nazionale, o meglio la Sandrocchia, come la chiamava affettuosamente Federico Fellini che vedeva in lei un’amica ed un’icona di femminilità italiana, racconta e si racconta. Dice in particolare del suo rapporto con Federico Fellini, una parallela, velata, storia d’amore durata 17 anni. Fellini volle Sandra Milo come attrice in due film importanti: “Otto e mezzo” e “Giulietta degli spiriti”. Pino Strabioli è riuscita ora a convincere Sandra Milo a riaprire la scatola dei ricordi e trasformarla in una pièce dedicata a Fellini, il grande maestro e amore della sua vita. «Caro Federico» si intitola questo lavoro in programma al Teatro dei Barbuti. «Nell 82 scrissi un libro edito da Rizzoli e intitolato proprio Caro Federico in cui raccontavo la storia d'amore tra Fellini e un'attrice che aveva chiari riferimenti autobiografici – spiega la Milo - Anni dopo ne trassi una commedia che è rimasta nel cassetto per molto tempo. Fino a quando Strabioli (con lei in scena nel doppio ruolo dell'intervistatore e della voce di Fellini) mi ha proposto di farne una riduzione e di presentarla al pubblico in forma di spettacolo: una sorta di intervista/incontro/ concerto in cui parlo di passione, amore, sentimenti, e in cui racconto l'uomo Federico».Il lavoro, in scena è scandito infatti in due parti: un'intervista e un dialogo diretto col maestro, col geniale artista che tutti conosciamo al quale la Milo è stata sentimentalmente legata per ben diciassette anni. «Il nostro è stato un amore immenso, disperato, puro. Lo abbiamo vissuto lontano dalle complicazioni della quotidianità e quando lui mi chiese di trasformarlo in vita di coppia concreta io ho avuto paura, ho temuto di perderlo e ho interrotto la nostra relazione. Ma dentro di me quel grande amore non è mai morto. Per questo oggi, a distanza di molti anni e con lo sguardo distaccato proprio dell'età matura, sento il desiderio di raccontarlo».Due voci, un pianoforte (lo suona Gregorio Calderano) e una scia di parole per ricordare e ricordarci Flaiano, Rossellini, Mastroianni, Rota ma soprattutto lui, il suo Federico. «Non è tanto il cinema di Fellini che emerge qui quanto i suoi aspetti caratteriali. Era un uomo che viveva in funzione dell'artista, impossibile scindere le due anime, ma era anche una persona medita, ingenua, giovane dentro».In particolare la Milo ricorda il forte magnetismo di cui era vittima: «Federico aveva un fascino enorme. Quando mi dette il primo bacio, svenni (e non sono una facile agli svenimenti) e anche sul set sapeva incantarmi: mi trasmetteva delle indicazioni quasi telepaticamente e io mi sentivo del tutto rapita. Ovviamente c'erano anche i litigi, le incomprensioni. Ma così è il cinema. Così è la vita. E così deve essere l'amore».

 
 
 
 
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