Aggiungi ai preferiti
Registrazione Trib. di Sa n°22 del 07.05.2004
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Che cos'è e come funziona un termovalorizzatore.

Il termovalorizzatore produce energia dai rifiuti trasformati in balle nei Cdr (combustibile derivante dai rifiuti) recuperando almeno una parte del loro contenuto energetico. L’impianto dunque non ha solo lo scopo di smaltire i rifiuti e il termine inceneritore è dunque improprio. La quasi totalità di questi impianti sono progettati e realizzati da imprese private. In questo settore un ruolo di primo piano è svolto oltre che dalla FIBE, dall’impresa ACTELIOS S.p.A. del gruppo Falk. Tale impresa ha realizzato nel 1996 il termovalorizzatore del Comune di Trezzo sull’Adda che smaltisce 400 tonnellate al giorno di rifiuti, oltre a 100 tonnellate/giorno di rifiuti stabilizzati per svuotare l’adiacente bacino di stoccaggio. I rifiuti, provenienti dalla raccolta differenziata, sono trasportati all’impianto per la loro termodistruzione e trasformazione in energia elettrica. Qui vengono scaricati nel grande vano di ingresso dell’edificio dal quale sono aspirati i cattivi odori. Secondo le diverse esigenze del forno, un carro ponte sposta i rifiuti su una griglia, in movimento, dove inizia la combustione. Sono gli stessi rifiuti incandescenti ad alimentare la fiamma. Comincia la trasformazione dei rifiuti in energia elettrica: in questa fase i fumi incandescenti viaggiano in un sistema chiuso, sigillato, controllato da computer. I rifiuti rivoltati continuamente sono esposti ad una corrente d’aria forzata che mantiene viva la combustione. Un sistema computerizzato controlla il livello della temperatura che è molto importante affinché non si generino sostanze nocive. Nei rifiuti, anche se frutto della raccolta differenziata, rimangono sostanze (ad esempio i metalli come il ferro, l’acciaio, ecc…) che resistono alla combustione: queste cadono in una vasca piena d’acqua, posta al di sotto della griglia, per raffreddarsi. Periodicamente sono estratte ed inviate in discariche normali. I fumi caldi generati dalla combustione portano in ebollizione una caldaia che produce vapore. Una turbina trasforma in energia elettrica il vapore prodotto nella caldaia e l’energia viene immessa nella rete elettrica nazionale.
N.B.: Non bisogna andare in Cina per conoscere la Cina, non bisogna per forza andare a Brescia per sapere come funziona un inceneritore.

Le domande più frequenti sull’inceneritore di Brescia.

Che tipo di rifiuto smaltisce? L’impianto smaltisce la frazione secca di rifiuti solidi urbani ed assimilabili, oltre ai rifiuti presenti nell’adiacente bacino di stoccaggio. E’ vero che l’impianto può smaltire anche rifiuti industriali, o tossici, o pericolosi? No. Questo è escluso dalle norme vigenti, nonché dalle autorizzazioni specifiche e dalla convenzione stipulata. Può smaltire rifiuti ospedalieri trattati? Solo se autorizzato. Tecnicamente, i rifiuti ospedalieri trattati non sono molto diversi dal rifiuto secco, per il quale l’impianto è stato progettato ed autorizzato; sarebbe comunque necessaria una modifica alla sezione dell’impianto di ricevimento dei rifiuti, per mantenere separati i flussi diversi di rifiuti in entrata. E’ stata realizzata la Valutazione d’Impatto Ambientale dell’impianto, o VIA? La Valutazione d’Impatto Ambientale non era obbligatoria per questo impianto all’epoca della sua autorizzazione (1996). La procedura di VIA era infatti obbligatoria solo per gli impianti che trattassero rifiuti tossico-nocivi. L’impianto inquina? Come tutti gli impianti di combustione, a cominciare dalle nostre automobili e dai nostri camini, fino ad arrivare agli impianti industriali, non si può evitare l’emissione di inquinanti nell’aria. Il problema è valutare la quantità e qualità dell’inquinamento prodotto e dei suoi effetti. Quali sono le sostanze inquinanti emesse nell’aria? Quelle derivanti dalla combustione come il monossido di carbonio o l’anidride solforosa. Queste sono dette “macroinquinanti”.Ve ne sono poi altre, presenti in quantità minime(tracce): i microinquinanti organici e i metalli pesanti. Come vengono registrate e controllate le emissioni dell’impianto? Tutti i dati relativi al funzionamento dell’impianto vengono costantemente controllati, così anche le emissioni delle principali sostanze al camino. Per altre sostanze è prevista invece l’esecuzione di misure periodiche a campione. Inoltre, saranno installate centraline di misura dell’inquinamento ambientale a terra. I controlli eseguiti servono per la regolazione dell’impianto, per ottimizzarne il funzionamento e ridurre così le emissioni al minimo,controllando che le emissioni siano sempre al di sotto dei limiti stabiliti. E’ possibile controllare che non vi sia emissione di diossina? La diossina che viene emessa dall’impianto è in quantità minime: i valori garantiti dal nostro progetto sono molto bassi ed ampiamente al di sotto dei limiti di legge (D.M.503/97); ciò è ottenuto tramite il controllo della combustione (per evitarne la formazione e distruggere quelle presenti nei rifiuti che si vanno a bruciare) e con l’adozione di sistemi di abbattimento dedicati. E’ possibile fermare l’impianto in caso di rischio o di emissione di sostanze inquinanti oltre i limiti di legge? Si, tutte le volte che le misure delle emissioni o anche dei parametri della combustione superino i valori limite fissati, l’impianto sarà fermato. Cosa può accadere in caso di guasto dell’impianto? Occorre ricordare che l’impianto non è da considerarsi a rischio dal punto di vista di incidenti rilevanti, intesi come incidenti che possano portare danni alle persone o all’ambiente circostante. E’ sufficiente interrompere l’alimentazione dei rifiuti per arrestare immediatamente il funzionamento e le emissioni. L’impianto produce anche rifiuti di altro genere? L’impianto produce residui solidi: scorie, ceneri e polveri. Non produce invece nessun rifiuto liquido (tutti i cicli umidi sono a circuito chiuso, con recupero totale dei liquidi). Le scorie sono le sostanze non combustibili presenti nei rifiuti (ad esempio minerali, metalli) e che quindi non vengono bruciate. Le ceneri e le polveri sono particelle fini e volatili, che vengono trasportate dai fumi di combustione e che vengono trattenute dall’impianto di abbattimento dei fumi. Queste ceneri possono contenere sostanze tossiche e per questo vengono trattate in modo particolare, mediante il processo d’inertizzazione. Come vengono smaltiti tali rifiuti e dove? Le scorie vengono raffreddate in acqua e possono poi essere inviate in una normale discarica (non sono considerate rifiuti pericolosi). Quale sarà il carico veicolare che complessivamente si riverserà sulle strade cittadine? Dipende dalla capacità degli automezzi utilizzati per il trasporto. Ipotizzando automezzi con una capacità di carico di ca.20 t (i più comuni) : ca. 20 mezzi al giorno.

**********************

Un termovalorizzatore è, di fatto, un inceneritore di rifiuti in grado di sfruttare il contenuto calorico dei rifiuti stessi per generare calore, riscaldare acqua ed infine produrre energia elettrica.
Si distingue quindi dai vecchi inceneritori che si limitavano alla termodistruzione dei rifiuti senza produrre energia.
L’impiego dei termovalorizzatori sembra essere una via d’uscita dal problema delle discariche ormai stracolme.
Pur essendo molto meno inquinanti rispetto ai vecchi inceneritori, i termovalorizzatori non eliminano in ogni caso l’emissione di diossine nei fumi di scarico dispersi nell’atmosfera circostante.Un fatto su cui concordano ormai tutti, costruttori, medici e tecnici.
L’inquinamento da diossine è molto pericoloso per la salute umana. Le diossine hanno comprovati effetti cancerogeni e provocano una contaminazione del territorio destinata a durare nel tempo. Basti pensare che non esiste una soglia minima di sicurezza per le diossine, possono essere nocive per l’uomo a qualsiasi livello di assimilazione. Un motivo che di per sé è sufficiente per comprendere lo stato d’animo dei cittadini e le mobilitazioni sociali in questi casi.
Va da sé che i rifiuti in qualche modo devono essere trattati e la precedente politica delle discariche, legali e illegali (controllate dalla camorra) ha manifestato tutti i suoi aspetti fallimentari. Lo stesso riciclaggio dei rifiuti in Italia non sembra aver ricevuto attenzione ed investimenti, probabilmente anche a causa del disinteresse dei governi centrali degli ultimi decenni.
Nel caso dei termovalorizzatori è fondamentale un attento esame dell’impatto ambientale e, soprattutto, dell’impatto sulla salute dei cittadini.
E’ inoltre prioritaria la trasparenza e la concertazione delle scelte con i cittadini del luogo. Solo in questo modo potrà avviarsi una concreta collaborazione tra cittadini e amministrazioni nella complessa gestione del sistema rifiuti. Senza che i cittadini debbano scendere in strada per protestare contro decisioni imposte dall’alto e senza necessità di impiegare centinaia di agenti delle forze dell’ordine, come sta accadendo ad Acerra, solo per proteggere i cantieri destinati a costruire un termovalorizzatore. Il problema sociale che ne consegue è evidente. Affrontarlo brutalmente considerando i cittadini come irresponsabili potrebbe essere persino controproducente per l’obiettivo finale: uscire dall’emergenza rifiuti in Italia.

Inchiesta pubblicata dal periodico "Promemoria" nel mese di settembre del 2004
 
 
 
 
Pontecagnano Faiano
San Cipriano Picentino
San Mango Piemonte
 
 
 
 
             
  Avviso di Copyright 2006 © Redazione Per la tua Pubblicità Link utili Il Periodico