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Registrazione Trib. di Sa n°22 del 07.05.2004
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Tutti dentro.

In questo nostro Paese c’è chi nasce con la camicia e chi vive una vita di stenti. C’è chi si sveglia una mattina, anche l’ultimo idiota di questa terra, è si ritrova in eredità una fabbrica o una banca. In politica economica e finanziaria questo fenomeno viene definito trasmissione ereditaria o su un altro versante incrementi di ricchezza “non guadagnati”. E in Politica come bisognerebbe chiamarle certe irresistibili ascese del tipo di quelle di Marco Pecoraro Scanio, nominato assessore provinciale  allo Sport e alla Qualità della Vita, oggi rinominato, sempre dai Verdi, Senatore per la Campania? Casi particolari o eccezioni come quello della moglie di Mastella, della moglie di Bassolino, eletti, si fa per dire, nei “listini”;  “posizioni di privilegio”, come si diceva una volta,  casi di “familismo amorale” come li definì il politologo americano Banfield? Non conosciamo bene i copiosi frutti dell’attività svolta dall’ex Assessore provinciale allo Sport in provincia di Salerno, ma i meriti per molti finora rimangono alquanto misteriosi. Dalle nostre parti è certo che non si è mai visto. Si è trattato forse di “un assessore invisibile, sia pure trasversale”? L’escalation ha del miracoloso; anche per chi è assuefatto alle attuali tendenze degenerative della politica politicante, accentuate dalla nuova legge elettorale che eliminando le preferenze ha espropriato i cittadini dell’ultima possibilità di scegliere i propri rappresentanti in base alla competenza e all’esame dei curricula. Ormai, tutto ruota in un ambito ristretto, familiare? Non contano i meriti ma addirittura l’albero genealogico? Contano sempre di più le consorterie, le camarille, le cricche di partito? Sia come sia qualcuno, tempo fa, ha deciso che il Comune di Ancona era una sede forse un pò troppo scomoda per il fratello del Presidente nazionale dei Verdi, meglio trasferirsi a casa, a Salerno? Era già pronto un posto di assessore esterno nella giunta Villani? E dopo via da Salerno per trasferirsi, nella Capitale dove lo aspettava a braccia aperte il fratellino, oggi Ministro senza infamia e senza lode. Il politologo Pasquino li ha chiamati “ricongiungimenti familiari”. C’è chi dice che non sarà questo l’ultimo caso a dimostrare che si può fare carriera politica senza aver fatto niente di significativo, tranne il calciatore della Salernitana. Manco avesse vinto un campionato del mondo. Questi “casi” che si ripetono con una certa frequenza dovrebbero far venire dei brividi e degli sconvolgimenti al sistema gastrointestinale, ci si dovrebbe sentire “umiliati e offesi” anche perché non suscitano discussioni, non sollevano proteste, né a destra né a sinistra, e si prosegue nella linea del “non vedo, non sento, non parlo”.  Ma il partito dei Verdi non è lo stesso partito che teorizzava a Salerno e altrove una presunta “diversità”, che ostentava contro altri un grande fervore moralistico, che parla/va di “ecologia della politica” ? Forse abbiamo sbagliato a leggere il programma, era quello dell’Udeur! E allora niente ipocrisie o tentativi di apparire diversi da ciò che si è realmente. Non si era ancora spenta l’eco della campagna elettorale <d’opposizione> dei Verdi contro il “regime” imperante a Salerno che i suoi maggiori esponenti già meditavano di salire sul carro del vincitore, ovvero con il Sindaco De Luca, mentre la Provincia si trasformava in una specie di giostra: uno saliva e l’altro scendeva. Peccato che a restare fuori dai giochi siano rimasti solo quelle “anime candide” di Rifondazione Comunista, eppure qualcuno li aveva avvertiti che sarebbe finito tutto in una farsa. Non ci resta che attendere l’ingresso di tutti i petali della Margherita nella pianta organica della Giunta De Luca, dopo aver strillato per mesi sulla democrazia in pericolo, sul regime che c’è, avanza, mette in carcere i dissidenti e perseguita gli innocenti, in compagnia di un politicante sinistroide con la mentalità del “questurino” fallito. Che malinconia!
Walter Brancaccio

 
 
 
 
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