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Registrazione Trib. di Sa n°22 del 07.05.2004
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Pontecagnano, un caso a parte.
La Margherita non riesce a governare neppure quando è maggioranza.

Quello che sta accadendo a Pontecagnano poteva succedere soltanto a Pontecagnano, visti i “precedenti”. C’è da restare allibiti. Soltanto i gruppi dirigenti locali, che sono quelli che sono, potevano essere capaci con una maggioranza “bulgara”, e con un’opposizione ridotta a semplice testimonianza, a creare le condizioni perché la situazione amministrativa, malgrado la solidità dei numeri, diventasse intollerabile. Nelle ultime consultazioni amministrative l'exploit elettorale della Margherita conquistò le prime pagine dei giornali. Si poteva governare anche con un monocolore, ma si scelse opportunamente la strada della coalizione e  della cooptazione. La grande coalizione o la grande ammucchiata, a seconda dei punti di vista, organizzata da un sindaco giovane ed ancora inesperto, non ha tuttavia mai veramente garantito una governabilità stabile in grado di cancellare divisioni ed incompetenze, e i mortificazioni personalismi che sembrano il leit-motiv del “caso Pontecagnano”. Si è perso il conto di quali partiti e di quanti assessori hanno sparato a zero sulla giunta in carica, di quanti sono entrati tra molte diffidenze e di quelli usciti sbattendo la porta perché considerati degli intralci, di quante alchimie politiche non hanno avuto fortuna. Le faide interne alla Margherita, che richiamano le pagine più buie scritte dalle correnti ex democristiane, da un lato l’ex sindaco della città Ernesto Sica, che si muove come se fosse tuttora il sindaco, dall’altro Dario Del Gais che senza l’appoggio di Sica non sarebbe mai diventato il sindaco della città , stanno acuendo la condizione di disagio di molti consiglieri comunali e paralizzando l’azione amministrativa già ferma al palo su problemi di importanza vitale per l’economia di questa cittadina. Il sindaco Del Gais pur di salvare il salvabile,“Parigi val bene una messa”, diceva un tale, non ha disdegnato come sarebbe stato politicamente corretto neanche l’appoggio decisivo di un consigliere di opposizione di Alleanza Nazionale, che dopo essere partito dall’ideali alture dell’opposizione potrebbe anche approdare alle fangose rive delle prebende?. Pare che per lui sia infatti già pronto un posto in giunta. Non ci sono aggettivi per misurare il livello di confusione e di degrado della vita politica in questo paesone senza un’identità precisa. Di chi è la colpa? Cosa si nasconde dietro questa sfida all’O.K.Corral tra le due anime della Margherita? Chi punta allo sfascio e quali interessi materiali spingono verso il collasso amministrativo? Domande senza risposta, che non appassionano la gente comune e che soprattutto non aiutano a risolvere gli spaventosi problemi della città: dall’incuria della litoranea, terra di nessuno dove può accadere di tutto, all’allucinante traffico che soffoca il centro in un bolgia infernale, dove i tassi di inquinamento atmosferico sono al di sopra della media nazionale di grandi città, alla singhiozzante e “stranissima” raccolta differenziata che non elimina i cumuli di immondizia dalle strade, dalla mancanza di spazi e di strutture per le attività culturali e giovanili, alla crisi del commercio locale messo in ginocchio da un centro commerciale che per tutti fuorché per la comunità vuol dire commercio e denaro. Il rudere del  “Centola”, fa ancora bella mostra di sé, da anni, in pieno centro: un monumento all’inefficienza e al degrado. I cittadini che non intendono invece più essere presi in giro vorrebbero capire meglio i veri motivi dello scontro politico in atto, mai realmente manifestati; neanche la carta stampata riesce a fare luce e ci consegna, ad intermittenza, una cronaca puerile e scontata e il consueto pellegrinaggio da un politico all’altro, quando forse bisognerebbe capire fino in fondo chi sono alcuni  amministratori che guidano la città per capire anche l’origine dei suoi mali e la natura di quello che sta accadendo. Per ora è chiaro soltanto che  Sica e Del Gais ormai si detestano, non si salutano anche se poi sfilano insieme in corteo, uniti nella lotta, contro l’inquinamento di Sardone che d’improvviso da queste parti è diventato un problema, mai segnalato prima come tale, di importanza vitale per l’economia e la salute dei cittadini. Comunque sia, la mozione di sfiducia al sindaco Del Gais non ha avuto nessun esito soltanto grazie al “pronto soccorso” di un esponente di Alleanza Nazionale, partito sempre più in forte crisi d’identità in tutta la provincia di Salerno. Di fronte a questo desolante quadro, il giudizio non può essere che politico poiché ogni giudizio morale è assurdo. Prima o poi si dovrà per forza arrivare ad una definitiva resa dei conti che consenta di fare chiarezza e diradare le troppe zone d’ombra che ancora avvolgono la vita amministrativa. Si faccia quel che si deve fare, rapidamente. Se le forze della maggioranza non sono più in grado di assicurare un governo stabile ed efficiente che sia degno di questo nome, si mettano da parte nell’interesse di tutti e si ritorni a votare magari con due liste della Margherita, l’una capeggiata da Ernesto Sica, l’altra da Del Gais. Tutto questo polverone d'insinuazioni e maldicenze alla dignità dei protagonisti non giova all’immagine della città. Pontecagnano più che un “laboratorio politico”, come scriveva a tutta pagina il quotidiano “La Città”, neanche tanto tempo fa, sembra un teatrino parrocchiale dove è di scena l’avanspettacolo.  

Walter Brancaccio
 
 
 
 
Pontecagnano Faiano
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