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Registrazione Trib. di Sa n°22 del 07.05.2004
 
 
 
 
 
 
 
 
 

“ANDAREOLTRECHE”?

Nel dibattito in corso (si fa per dire) nel Partito Democratico in previsione del Congresso Provinciale, di tutto c’era bisogno meno che di un’iniziativa di difficile interpretazione per l’opinione pubblica come quella messa in campo all’Hotel Mediterranea da un gruppo di famiglia in un interno, capeggiato dal figlio di Antonio Valiante, dal figlio dell’ex ministro Carmelo Conte, e da qualche altro “figlio d’arte” compreso un ex “portaborse” culturalmente poco attrezzato che ambisce addirittura a diventare segretario provinciale. Non vorremmo apparire presuntuosi, ma c'è stato riferito da un nostro redattore presente al dibattito promosso dei cosiddetti “under 40” che non si è assistito a nulla di nuovo, a niente di originale, tranne che a qualche superficiale invettiva, tanto per fare un po’di sensazione, indirizzata contro il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca. E questo sarebbe “il coraggio del futuro”. Se non fosse triste, ci sarebbe da ridere. Diciamo subito una cosa: tra il “pensiero unico” e il “movimento del pensiero debole” noi preferiamo senz’altro il primo, con tutti i suoi limiti. L’iniziativa intende porre le basi per un ricambio generazionale e un rinnovamento dei quadri dirigenti del partito.

Nobili ideali se fossero accompagnati da un progetto politico serio e credibile che vada al di là del dato puramente anagrafico. Incontro sempre più giovani già vecchi da far paura che pretendono di volare senza avere le ali, di scalare in fretta i gradini della notorietà e del potere politico senza aver fatto nulla di significativo nella loro vita di “militanti” cresciuti negli assessorati provinciali, nelle giunte comunali o in qualche consiglio comunale di periferia. Questi leoncini rampanti coltivati in batteria, mandati in avanscoperta da vecchi tromboni della politica politicante, sono portatori di un pensiero che si nutre essenzialmente di un'esaltazione immotivata e stucchevole di giovanilismo e di richiami ad un nuovo impegno sociale che per molti di loro, non si è mai tradotto in fatti concreti per il territorio. Dai comunicati stampa minimalisti che ci hanno inviato s'intuisce che nonostante le dichiarazioni di principio, la vicenda si caratterizza per la ricerca di nuove posizioni e di ruoli per il futuro nel quadro politico istituzionale, cittadino e provinciale. L’iniziativa si inserisce in una vecchia logica frazionistica, che visto lo spessore politico-culturale del “movimento”, sembra destinato ad un risultato ovvio e scontato. Questi politicanti “under 40” con giacca e cravatta, che già ti guardano dall’alto in basso e che assomigliano vagamente agli yuppies degli anni ’80, farebbero bene ad impiegare il loro tempo, organizzando meno dibattiti e discussioni, cercando di capire, tra la gente comune, le cause della crescente disaffezione alla politica e le cause dell’immagine pessima del Partito Democratico in provincia di Salerno, tanto più poi che di idee nuove non se ne intravedono, tranne quelle “vecchie” e ancora attraenti di De Luca.

Walter Brancaccio

 
 
 
 
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