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Il breve pamphlet di Antonio Vacca, Fu vera dieta? La Waterloo del “popolo mediterraneo” ed il Congresso di vienna”della Cucina Unica edito dal Centro Culturale Studi Storici “Il Saggio”€10,00 è il riassunto delle teorie di Vacca sulla cosiddetta Dieta mediterranea o dieta meridionale come piace nominarla all’autore. Il medico nutrizionista di Battipaglia, uno dei pochi che può discutere con competenza di Ancel Keys, Dieta Mediterranea e piramidi alimentari, ci aiuta a ristabilire storicamente e criticamente lo sviluppo storico reale in cui si sono sviluppati gli studi di Keys negli anni cinquanta a Pioppi-Pollica e soprattutto a fare chiarezza sulla ubriacatura ideologica e sulle tradizioni cristallizzate dal “movimento” per la valorizzazione della dieta, di là dei tanti luoghi comuni e ripetizioni a orecchio.
Credo siano veramente in pochi ad esempio ad aver letto e studiato il Seven Countries Study di Keys, eppure tutti sono diventati promotori ed esperti di dieta mediterranea. Mi è stato di recente raccontato da un ex assessore provinciale all’agricoltura, un amico della prima ora del compianto Angelo Vassallo, di come il sindaco di Pollica fosse fortemente infastidito quando iniziative e convegni sulla Dieta si svolgevano in luoghi impropri tipo Capaccio-Paestum, dove sono diffusi i carciofi e la mozzarella, che come puntualizza Vacca con quella che fu la Dieta Mediterranea ha poco a che fare considerato che gli agricoltori dell’area cilentana non possedevano bufale.
Il nocciolo della tesi di Antonio Vacca è che la cosiddetta Dieta Mediterranea scoperta da Keys è solo una fase storica (alimentare) conclusa per sempre. Un mondo che non esiste più fagocitato dalla Cucine Uniche e dal cibo globale. Essa è scaturita dalla povertà di risorse cibiche e dall’auto consumo cui era costretto il contadino cilentano degli anni ’50 che doveva preoccuparsi prima di tutto di sopravvivere con quello che produceva in proprio: olio, vino e prodotti vegetali, senza essere vegetariani. Tesi poco nota di là di un ristretto circolo culturale ma che si evita di discutere, almeno fino ad ora, da parte della comunità politica, medica ed enogastronomica. L’autore si spinge fino a porre in discussione sulla base degli stessi studi di Keys una serie di feticismi e un idolo della Dieta: l’Olio Extravergine d’oliva che dal punto di vista delle preferenze viene dopo l’olio di seme di cotone, di mais e di girasole. E’ da notare oltre alla fondatezza di alcune riflessioni teoriche di Antonio Vacca, anche lo stile sarcastico e divertito con il quale affronta argomenti che richiederebbero ben altri approfondimenti.
Quando Antonio Vacca si deciderà a scrivere un libro dal titolo “Contro la Dieta Mediterranea” forse diventerà un autore importante.
Walter Brancaccio |