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Registrazione Trib. di Sa n°22 del 07.05.2004
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Di sicuro c’è solo che è morto.

Di sicuro c’è solo che è morto. A distanza di quasi un mese dal giorno del barbaro omicidio del sindaco di Pollica Angelo Vassallo gli esecutori e i mandanti di questo efferato delitto sono ancora nascosti dietro insospettabili identità. Nessuno ha visto né sentito niente. Quel freno a mano tirato e il finestrino abbassato sono gli ultimi gesti di un uomo che in vita ha sempre cercato di tenere al riparo il suo territorio dal malaffare e dalla camorra. Angelo conosceva i suoi assassini? Se li conosceva, non potevano essere sicari venuti da troppo lontano. Il killer ha esploso nove colpi di pistola. Troppi per un omicidio di camorra. Di solito i killer professionisti sparano due o tre colpi, non un intero caricatore. L’accanimento sul corpo del sindaco, solo, in una strada buia, completamente alla mercè dei suoi assassini, farebbe pensare ad un odio profondo, ad una furia iconoclasta, quasi ad un omicidio “d’impeto”. I killer di camorra sono dei freddi professionisti del crimine, la loro missione consiste nell’eliminare un nemico che spesso non conoscono, non hanno nessuna necessità di accanirsi su un corpo già privo di vita, dopo i primi due colpi. Non è chiaro neanche quanti fossero gli assassini: uno o due? Il delitto per forza di cose deve essere stato programmato nei due mesi di luglio ed agosto nella stagione turistica, quando la frazione di Acciaroli, l’epicentro più gettonato del turismo, è invasa da turisti facoltosi, da professionisti della media- alta borghesia che arrivano a spendere anche 3500 euro di fitto al mese. Acciaroli da piccolo borgo di 2400 abitanti in questi mesi raggiunge oltre i 10.000 residenti e si popola di vip e turisti facoltosi. Cosa ha detto e fatto di significativo il sindaco Vassallo in questi due mesi? Di cosa è venuto a conoscenza nei suoi giri al porto e quali interessi ha contrastato? Domande senza risposta. I suoi collaboratori più stretti, continuano a ripetere che al Comune è tutto in ordine, che la consistenza dell’economia della zona e gli appalti pubblici sono poca cosa e non possono aver attratto gli interessi di qualche clan di camorra. Eppure la camorra esiste in queste zone, con nomi importanti, ed è in atto una penetrazione nel tessuto economico, in silenzio e senza clamori. E allora? Chi è perché ha ucciso Angelo Vassallo? Forse la chiave di tutto risiede in quei controlli che il sindaco nel periodo di agosto faceva personalmente al porto di Acciaroli e in alcuni locali pubblici dove erano comparsi alcuni puscher e “strani personaggi”. Si racconta di un violento scambio di opinioni tra Vassallo e un gruppo di spacciatori invitati dal Sindaco a sloggiare da Acciaroli, di uno schiaffo inferto ad uno di questi, di un imbarcazione sospetta che avrebbe fatto la sua comparsa nel porto di Acciaroli nelle settimane precedenti l’omicidio. Le indagini coordinate da quel valente magistrato che è il Procuratore della Repubblica di Salerno Franco Roberti, sembrano aver imboccato la pista del traffico di droga. Nei comuni rivieraschi del Cilento, da Agropoli fin giù a Palinuro, il traffico di droga, cocaina in particolare ma anche hashish e marijuana è fiorente ed è nella mani di una rete organizzata che si serve di piccole imbarcazioni per rifornire “la clientela” facoltosa che affolla le località balneari del Cilento. Ad Agropoli ogni estate arrivano turisti e vacanzieri per lo più provenienti dall’area casertana-napoletana e talvolta mischiati tra la folla anonima dei turisti, anche esponenti dei clan. Agropoli e il suo porto sono la porta del Cilento, per alcuni osservatori un ottima base di partenza da cui organizzare traffici illeciti in tutto il cilento costiero. Non esistono dati ufficiali sul numero dei tossicodipenti cilentani o dei consumatori di cocaina ed eroina. Se si tiene conto della scarsità della popolazione di queste zone, cioè di un mercato ristretto a pochi, i centri di maggior consumo devono essere per forza di cosa le località più in della costiera e i clienti quelli più facoltosi che non intendono rinunciare alla dose quotidiana di “polvere bianca”. Si possono ricordare a questo proposito alcuni fatti, di cui si è già occupata la magistratura. Tre anni fa fra Battipaglia, Eboli, Capaccio, Albanella ed Agropoli le Fiamme Gialle di Eboli hanno sgominato un agguerrita associazione per delinquere dedita allo spaccio di cocaina che riforniva di “polvere bianca” vari comuni della Piana del Sele e del Cilento. L’operazione denominata “Celentano’s Cheese” dal nome del presunto capo Umberto Belmonte di Altavilla Silentina ha portato a sedici arresti. Il clan si riforniva di cocaina nell’Agro- Nocerino e a Poggioreale con un efficiente rete di corrieri che smistavano fiumi di cocaina nella Piana del Sele ed oltre, servendosi come base logistica di un abitazione a foce Sele. Nel febbraio del 2008 la Guardia di Finanza di Agropoli sequestra in un abitazione privata di Ogliastro Cilento, frazione di Castellabate, cioè a pochi chilometri da Acciaroli, una raffineria per la produzione e trasformazione di cocaina che ha portato all’esecuzione di 16 ordinanze cautelari, quasi tutte effettuate ad Agropoli. Il clan era guidato da un agropolese di 23 anni. Non si contano invece gli arresti per la coltivazione di piante di marijuana che sembra essere diventato quasi un passatempo. E’ possibile che lungo le rotte che da Agropoli arrivano a Palinuro insospettabili corrieri riforniscano durante l’estate il mercato della droga nel Cilento. Il fenomeno, quindi, ha infranto quel muro di impenetrabilità dei centri più piccoli che si ritenevano immuni da questa piaga. Forse anche Pollica ed Acciaroli sono stati investiti da questo traffico che è regolato da piccoli spacciatori della zona. Vassallo lo aveva capito e si era preoccupato, ha chiesto aiuto e sostegno per fronteggiare il dilagare del consumo di stupefacenti, ma si è ritrovato solo. Poi lo hanno ammazzato perché dava troppo fastidio.

Walter Brancaccio

 
 
 
 
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