I “predatori” dell’Italia dei Valori
L’ex capogruppo dell’IDV Vincenzo Maruccio è stato arrestato con l’accusa di peculato. Avrebbe sottratto dalla cassa del partito oltre 700 mila euro, “un'attività predatoria di risorse pubbliche”l’ha definita il gip del tribunale di Roma. E’ l’ultimo episodio, in ordine di tempo, di una ormai ricca collezione di scandali che ha visto coinvolto il partito della cosiddetta “politica pulita” che ha toccato il punto più basso della sua credibilità. L’abbandono e la resa di importanti dirigenti nazionali come Massimo Donati e Nello Formisano e qui da noi del consigliere regionale Dario Barbirotti, messo all’indice dal novello Savonarola dell’IDV Franco Barbato, prima ancora che la magistratura accerti le sue responsabilità, ci fa leggere in una luce diversa le gravi accuse che in questi anni ha mosso l’ex cofondatore del partito Elio Veltri, che aveva già svelato qualche “scheletro nell’armadio”custodito “dall’associazione a carattere familiare”. Che le persone competenti e perbene se ne andassero e arrivassero politici riciclati e dequalificati, per non dire altro, se ne erano accorti in molti e non solo Paolo Flores D’Arcais su Micromega (“C’è del marcio in Danimarca: l’Italia dei Valori regione per regione”). Dove sono andati a finire i rimborsi elettorali del partito se nella compravendita di appartamenti o nei video poker, a questo punto conta poco, così fan quasi tutti; conta di più, per certi aspetti, che mentre si predicava contro il malaffare e i privilegi della casta, il partito di Scilipoti, Maruccio e De Gregorio, fondava tutta una politica sulla leaderschip carismatica e su fantomatiche battaglie per la legalità agitando il tintinnio delle manette e un becero giustizialismo. Non si possono più accettare lezioni di moralità da chi non è più in grado di darle e ha preteso persino di pontificare sui principi morali e di dettare le regole della legalità per tutti. Quando “Report” gli chiede conto delle sue proprietà immobiliari l’ex pm balbetta e si contraddice, e quando lo si incalza, non si raccapezza più. Che squallore, che malinconia.
Walter Brancaccio |