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Registrazione Trib. di Sa n°22 del 07.05.2004
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Il partigiano comunista Orlando Pisaturo

E’stato disseppellito dalla polvere della storia per caso dall’Anpi di Sacile che ha ritrovato la sua tomba nel cimitero di Ghirano, comune di Prata. Accanto a lui, un altro giovane partigiano Alessandro Del Bon, detto “Sandokan”, di Ghirano di Prato, provincia di Pordenone. Morirono insieme, in un conflitto a fuoco con nazifascisti e repubblichini il 6 dicembre del 1944 nella frazione di Casasola nel comune di Frisanco. Orlando Pisaturo, di Alfonso e Amato Maria, era nato a Giffoni Valle Piana il 25 novembre 1926 e si era trasferito, giovanissimo, forse seguendo un suo fratello, nella frazione Le Monde di Prata di Pordenone. Di lui non restano tracce biografiche nel suo paese natale. Quel poco che si è riuscito a ricostruire della sua storia di partigiano si deve a un giornalista del “Messaggero Veneto” Giacinto Bevilacqua che ha scoperto la tomba e al paziente lavoro di indagine di Ubaldo Baldi, componente dell’Anpi di Salerno. Nella Divisione Garibaldi “Sud Arzino” Fratelli Roiatti, brigata “Ippolito Nievo”, una delle tante formazioni partigiane operanti nel Friuli, già prima dell’8 settembre, militava anche Pisaturo, col nome di battaglia “Darma”. I partigiani della Brigata “Ippolito Nievo” Sud Arzino, erano il frutto della fusione tra tre battaglioni Garibaldi, braccio armato del Partito Comunista, e le formazioni autonome della “Osoppo”. La nuova formazione, con sede a Claut, contò da subito più di 600 uomini al comando di Mario Modotti “Tribuno”; Giulio Contin “Riccardo” commissario politico; Pietro Maset “Maso” capo di stato maggiore. Furono tra quelli che diedero vita, dalla fine di luglio ai primi di ottobre 1944, alla straordinaria esperienza di “autogoverno” democratico della zona libera della Carnia, vera spina nel fianco dell’esercito nazifascista. L’8 ottobre 1944 da Tolmezzo parte l’operazione Waldlaufer (corriere del bosco): 20.000 nazifascisti con l’aiuto di circa 5000 cosacchi penetrano in Carnia costringendo i partigiani a ritirarsi in Val d’Arzino. Circa 300 partigiani, dopo una accanita resistenza, cadono sotto il fuoco nemico. E’ in questo contesto storico fatto di imboscate, spedizioni punitive e feroci rappresaglie che si consuma l’ultimo atto della vita di Orlando Pisaturo, 18 anni, partigiano della prima ora, eroe sconosciuto della Resistenza. Sarebbe doveroso che oltre a una degna sepoltura, gli venga dedicata una strada che porti il suo nome perché il sacrificio di un giovane, morto per difendere i valori della libertà e della democrazia non sia dimenticato, ad esempio soprattutto per i giovani della nostra comunità.
Walter Brancaccio
29 gennaio 2012

 
 
 
 
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