IMU: EQUITA’ E GIUSTIZIA
Il costo dell’energia elettrica ha subito un aumento del 4,9%, quello del gas del 2,7%. Sono scattati gli aumenti della benzina, delle assicurazioni, del carrello della spesa, dei pedaggi autostradali è aumentato il canone Rai e l’Irpef. E presto arriverà l’Imu, l’imposta municipale unica, la nuova tassa sulla casa che sostituisce l’Ici. Si calcola che complessivamente il 2012 porterà una stangata da circa 2.000 euro per ogni famiglia fra prezzi, imposte e tariffe. A questo si aggiunge la misura ingiusta e vessatoria dell’Imu anche per stalle, fienili, cantine, frantoi e annessi agricoli, beni strumentali indispensabili per il lavoro degli imprenditori agricoli che vivono una fase di grande difficoltà. Sarebbe opportuno che i Comuni del comprensorio sostengono in questo momento di grave crisi economica le famiglie in difficoltà, i pensionati al minimo e gli agricoltori, avvalendosi della facoltà di ridurre sensibilmente l’aliquota dell’Imu. Ricordiamo che i sindaci possono anche rinunciare al prelievo sulla prima casa. Le aliquote Imu possono essere fissate da ciascun comune aumentando o diminuendo l’aliquota ordinaria. Non essendo ancora chiaro, tranne le modalità di pagamento, quanto e come si pagherà, lanciamo un appello ai sindaci del comprensorio chiedendo in un contesto di forte disagio economico e rispettando criteri di equità e di giustizia, di non far pagare l’Imu innalzando la detrazione di 200 euro prevista dalla legge “fino a concorrenza dell’imposta dovuta”. Ne hanno facoltà. Come hanno facoltà di ridurre l’Imu al minimo, allo 0,2% per la prima casa e confermando o aumentando invece le aliquote per le seconde e terze case e gli immobili di lusso. Prendiamo esempio dal comune di Pontecagnano, che pure non è un modello di rigore e sobrietà, ma che ha deliberato un aliquota al minimo del 2 per mille che in pratica consentirà con le detrazioni ai proprietari di prime case di non pagare quasi nulla. Questo ci sembra il criterio più giusto per tutelare le fasce più deboli della popolazione e il diritto alla prima casa. Dimezzare l’aliquota prevista per i fabbricati rurali e ridurre sensibilmente quella prevista per i terreni agricoli, sarebbe un’altra misura necessaria, se ci fossero assessori comunali all’agricoltura che abbiano la capacità di fare “battaglie” serie e giuste tese alla soluzione dei problemi della nostra agricoltura. Se si vogliono assicurare risorse ai bilanci dei comuni, basterebbe agire sul versante degli sprechi e del contenimento delle spese inutili e parassitarie che ad esempio si indirizzano addirittura ad elargire oboli a certi giornalacci, sintatticamente indegni, e a rinunciare a Cda da ridere e a consulenti senior e junior di dubbia capacità professionale ma di sicura appartenenza politica.
Walter Brancaccio |