Requiem per un Parco?
Da quando il geologo Sabino Aquino ha lasciato la presidenza dell’Ente Parco Regionale dei Monti Picentini passando alla guida del Parco regionale del Partenio, senza aver fatto quasi niente per alimentare grandi aspettative, e dopo la nomina del nuovo Presidente Anna Savarese di cui non riusciamo a cogliere traccia, il più grande dei parchi regionali della Campania si trova in una situazione delicata e difficile. Un certo ottimismo della volontà aveva fatto immaginare che il Parco potesse essere un volano di un certo sviluppo economico e turistico anche nelle periferie montane e collinari dell’entroterra, ma ora questo meccanismo si è inceppato, se non bloccato del tutto. Lo stesso periodo della nomina del nuovo presidente (vigilia elettorale) non depone a favore di chi dovrebbe avviare progetti di sviluppo in questo territorio. Se le nuove nomine non sono “politicamente corrette” si dia subito corso ai nuovi vertici del Parco senza aspettare le calende greche. L’assessore regionale all’Ambiente Giovanni Romano sembra purtroppo più occupato a dotare la Campania e la nostra provincia di nuovi inceneritori che a dare operatività al Parco e al Consiglio Direttivo. Avvertiamo un colpevole calo di interesse e di attenzione da parte delle Istituzioni preposte al suo rilancio. Come ha denunciato il Coordinamento dei Presidenti dei Parchi della Campania, il rischio è la paralisi amministrativa e finanziaria e la perdita di 120 milioni di euro di finanziamenti previsti dai PIRAP. La manovra finanziaria approvata dal governo prevede inoltre la riduzione dei costi per parchi e aree marine protette del 50%. Di fronte a questo preoccupante scenario non si è levata una protesta, nessun amministratore locale ha fatto sentire la sua voce. Nessuna presa di posizione per superare il grave empasse é arrivata dal sindaco di Giffoni Valle Piana né dal Presidente della Comunità montana Monti Picentini e sindaco di Acerno, i due comuni con il territorio montano più esteso. Gli inquinatori e i distruttori del patrimonio boschivo e forestale hanno mano libera. Soltanto il WWF Salerno e l’Associazione South Land in una lettera indirizzata al nuovo presidente del Parco hanno denunciato “l’assenza totale di meccanismi di controllo all’interno dell’area del Parco”. Diciamoci la verità: il Parco dei Monti Picentini è una realtà virtuale che non ha prodotto finora niente di significativo in termini di valorizzazione, economia, sviluppo sostenibile, appeal. Il parco virtualmente ha un presidente, una comunità e due sedi: una ad Acerno e l’altra a Nusco, che è stato finora il vero centro direzionale -politico e gestionale del Parco, in coabitazione con Atripalda. Nell’avellinese sono confluiti in massima parte i finanziamenti per i progetti nell’ambito dei fondi P.O.R. 2000-2006 (oltre 50 milioni di euro) e le risorse in materia di marketing e comunicazione, con risultati spesso deludenti ed esempi anche clamorosi di mortificante contenuto professionale. Per chi come me conosce a menadito la storia del parco fin dalla sua genesi, a partire dalla battaglia contro le ricerche petrolifere dell’Agip-Petroli, ed è stato il primo in questo territorio a raccontarne sui media gli sviluppi, c’è da restare sconcertati per il disinteresse generale che riguarda le sorti del parco. I circa 70 milioni di euro sono serviti per realizzare 76 opere infrastrutturali che hanno riguardato trenta comuni del Parco. Di questi circa l’80% riguarda comuni e comunità montane dell’avellinese, il resto è stato “spalmato” sul versante del picentino per ricostruire chiesette, ripristinare qualche sentiero e rifugio alpino o progettare musei della civiltà contadina(700mila euro!). I cittadini sono curiosi di conoscere quanti di questi progetti sono stati realmente realizzati per i fini che si proponevamo e quanti invece sono restati lettera morta. I cittadini vorrebbero poter sapere, ad esempio, quanto è costata ai contribuenti la Guida Generale del Parco dei Monti Picentini finanziata con i fondi P.O.R. Campania 2000/2009 Misura 1.9, progetto “Natura e Sviluppo”. Vorrebbero poter sapere a quali menti brillanti dobbiamo le schede che riguardano i comuni del picentino dove confluiscono vari elementi degradanti sul piano storico-documentaristico e abbondano le inesattezze, alcune oscene, che denotano una quasi completa ignoranza non dico della storia di Picentia o delle grotte del picentino, sarebbe stato pretendere troppo dagli avellinesi, ma finanche delle iniziative culturali più importanti che si svolgono sul territorio. Ecco alcune “perle” nascoste dappertutto nei testi, in attesa di una ristampa : “Gaetano Manzo di Acerno (noto brigante picentino) ha compiuto il “primo sequestro di persona”, il Premio Nazionale Nocciola d’Oro si svolge a Giffoni Sei Casali, il Convento di San Francesco a Giffoni V.P. è stato “costruito alla fine del 500” e via elencando. Studi tecnici e professionali, progettisti e società di consulenza dedite fino all’altro ieri ai corsi di Formazione Professionale per attori, sceneggiatori, operatori dell’infanzia, si sono trasformati in vettori della comunicazione istituzionale del Parco. Sono state istituite 4 “porte del parco”, 4 porte che si aprono… sul nulla. Come le azioni promozionali, di scarso effetto, pagate con i soldi dei contribuenti, che avrebbero dovuto dare visibilità internazionale al Parco. Intanto gli episodi di vandalismo e di inquinamento ambientale si ripetono fidando nella grave insufficienza dei controlli, nel vuoto di potere istituzionale, nella scarsa o nulla efficienza degli enti locali in materia di protezione e controllo ambientale. Una mancanza di senso civico, di educazione e di cultura rende tutto più difficile. Non possiamo nasconderci infatti che nei nostri comuni, persiste una vasta fascia di insensibilità verso la natura e l’ambiente. Forse sarebbe più produttivo ragionare per micro-aree, unire gli sforzi per salvare il salvabile, tutelare le poche e preziose eccellenze naturalistiche del picentino,magari con il filo spinato, piuttosto che inseguire sogni di grandeur ambientalista impossibili da realizzare per la vastità del territorio da tutelare e per l’ignavia e la debolezza del ceto politico locale. Un'ultima annotazione: sarebbe stato doveroso quando si lascia un incarico importante ringraziare pubblicamente quanti in questi anni e noi, più di tutti (gratuitamente!), hanno contributo ad informare i lettori su tutte le iniziative della presidenza del parco. Ciò non è avvenuto. Complimenti ed auguri!
Walter Brancaccio
30 Agosto 2010 |