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Registrazione Trib. di Sa n°22 del 07.05.2004
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Termovalorizzatore, la solita musica stonata

In tempi non sospetti, questa testata nell’edizione cartacea con un’inchiesta approfondita denunciò, la sua aperta opposizione all’ipotesi di localizzare un termovalorizzatore nell’area di Cupa Siglia, posta nel comune di Salerno, ma vicinissima al picentino. Abbiamo condotto una battaglia, molto apprezzata, offrendo spunti di riflessioni e di analisi su questa questione, colmando una carenza di informazione ed evidenziando alcuni nodi di natura economica e politici del “caso inceneritore”. Ciclicamente se ne riparla, scimmiottando il menabò del nostro vecchio dossier e il bric-à-brac di banalità e di luoghi comuni. Dal punto di vista dei principi e dei contenuti non vi è nulla di nuovo. Il dibattito, si fa per dire, verte ora non sui rischi ambientali connessi all’impianto ma su questioni squisitamente politiche e su logiche di schieramento. E’ un grigio paesaggio di comparse e di “ambientalisti” da operetta con uno spessore politico-culturale vicino allo zero. Per qualche poveraccio si tratta dell’unica occasione per guadagnarsi un po’ di visibilità a buon mercato. Ma la musica è sempre stonata. Il tentativo di installare un termovalorizzatore a Cupa Siglia è ancora in corso e la Provincia sta tentando di scaricare sul Sindaco di Salerno, le sue preminenti responsabilità per aver continuato a seguire la linea tracciata da De Luca e company, senza neanche avvertire la necessità prioritaria di un adesione “democratica” degli enti locali, la trasparenza e la concertazione delle scelte con le comunità locali, principi che erano stati invece recepiti da De Luca. Gli uomini del centrodestra picentino, compresi alcuni sindaci transfughi hanno atteso l’arrivo del “turn over” e di un dominus più democratico, perché il Sindaco di Salerno era “brutto sporcoecattivo”.

E Cirielli è arrivato e, con lui l’Assessore provinciale all’Ambiente Giovanni Romano, che hanno riproposto la stessa location di Cupa Siglia proprio come aveva indicato De Luca. Non solo, ma ci hanno comunicato anche che l’impianto di tritovagliatura di Sardone sarà potenziato con “un impianto di trattamento meccanico a freddo, funzionale alla riduzione del quantitativo di rifiuti che sarà diretto al termovalorizzatore, e un impianto di compostaggio anaerobico per la frazione organica”. Ci hanno fatto sapere che tutti gli atti precedentemente assunti da De Luca sono stati approvati: la redazione del progetto preliminare, lo studio di prefattibilità dell’ambiente, le analisi archeologiche, la procedura per la variante urbanistica e gli atti degli espropri dei suoli, tranne il bando di gara, che è tutto da rifare. Trecentomila tonnellate di rifiuti prodotti da 158 comuni della provincia di Salerno. Cioè, cambiando l’ordine degli addendi la somma non cambia. Eppure il presidente Cirielli, in pubbliche dichiarazioni aveva esternato, almeno così è sembrato, molti dubbi sulla localizzazione dell’inceneritore a Cupa Siglia. Sentimenti da vigilia elettorale. Si è voluto proseguire nel solco tracciato da De Luca infischiandosene dei suoi elettori e degli amministratori locali del centrodestra che si aspettavano un segnale forte di discontinuità e che evidentemente agli occhi dell’On.Cirielli contano come il due di coppe quando non è briscola. Politici ed amministratori locali del centro destra devono uscire dagli equivoci e prendere una posizione chiara, inequivocabile. Dopo le elezioni provinciali non si sono dati mai un gran da fare, non hanno prodotto niente di veramente significativo, per far cambiare marcia al Presidente dell’Ente Provincia. Dopo la comoda scissione delle responsabilità in campagna elettorale, si sono di colpo dimenticati dell’ambiente, dell’agricoltura, della salute dei cittadini. Anche a costo di perdere la faccia e la credibilità. E anche le posizioni differenziate, spontanee e velleitarie appaiono ipocritamente più il frutto di manovre politiche di piccolo cabotaggio che di autentiche scelte ambientaliste. Piccoli demagoghi che si agitano per i propri fini particolari, per proprie piccole ambizioni, e poi permettono che il proprio territorio continui ad essere imbrattato da fenomeni di illegalità edilizia, diffusa e persistente, come ci raccontano le cronache. La farsa, dunque, continua. Oggi come allora, comunque, la scelta di Cupa Siglia appare inaccettabile. Si tratta di una zona già compromessa da svariate fonti di inquinamento, vicina ai centri abitati, al fiume picentino e alle colline di Montevetrano. Le modifiche al sistema viario costerebbero alla collettività decine di miliardi, i costi sono enormi e i disagi e i benefici sarebbero irrisori, tranne per chi dovrebbe gestire i proventi del Cip6.

Walter Brancaccio

 
 
 
 
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