Le ragioni della democrazia a Giffoni Sei Casali
Oggi a Giffoni Sei Casali esiste un problema democratico. Si è tornati in questi anni ad una gestione dell’amministrazione comunale basata su concetti amministrativi che si rifanno in un certo qual modo a quelli di amministrare la cosa pubblica antecedente al 1789 –a oltre due secoli fa- quando i rivoluzionari reinventarono il concetto di cittadino partendo dall’idea dei diritti dell’Uomo. Essi affermarono una base filosofica fondamentale, universale, inalienabile:qualunque sia l’organizzazione politica o sociale, l’uomo è un essere libero che vive in società. L’obiettivo, o utopia, dei rivoluzionari era la creazione del sistema della società, delle modalità di partecipazione degli uomini a questa società più consone a questi fondamenti: un sistema che stabilisca le regole e i mezzi che consentono agli uomini di essere realmente soggetti e non oggetti assoggettati; in altre parole, sudditi del re o di qualsiasi altro potere autoritario e dispotico e arbitrario.
In questa prospettiva, il comune e chi lo dirige non può limitarsi all’appropriazione o al rispetto di un codice di buona condotta, anche se questo codice, d’altra parte, è necessario giacché ognuno sa che la libertà di uno finisce dove comincia la libertà dell’altro.
La forma di partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica, ossia le forme di democrazia, il codice, sono solo i mezzi, gli strumenti di un concetto infinitamente più ambizioso, più utopico.
Anzi, nessuno ha dimenticato le formule sul diritto alla felicità, idea nuova questa, insieme alla nozione di cittadino, due aspirazioni espresse da tutti i movimenti sociali rivoluzionari del mondo intero.
Scusatemi questa deviazione senza pretese che, tuttavia, mi sembra esprimere meglio quello che ci motiva in questa campagna elettorale e al quale ideale oggi gli uomini liberi, come noi, cercano di dare vita quando ci dedichiamo alla riCostruzione, e il nostro caso, di ciò che viene chiamato Democrazia, meglio se partecipativa.
Vogliamo proprio partecipare al ristabilimento della Democrazia a Giffoni Sei Casali per darci e dare l’opportunità di condurre il nostro paese verso un futuro più favorevole alla felicità.
Bisogna, e noi lo vogliamo fare, da subito lavorare sui metodi, sui modi di fare per rimediare alle carenze e agli errori di chi ha ferito e sta ferendo la Democrazia a Giffoni Sei Casali.
Chiediamoci tutti insieme, come uomini liberi, si può permettere ad un singolo uomo di calpestare così impunemente ciò che è stato conquistato –la Democrazia - dopo lunghe, e spesso sanguinose lotte, come espressione della dignità umana, come diritto di contare per uno, in quanto cittadino? Certamente NO.
Fino ad ora, per quanto imperfetta sia , (in quanto i cittadini con troppa frequenza abdicano al loro potere), essa si realizza comunque in un quadro obiettivo che garantisce principi fondamentali, e nessun sistema presunto vettore di una Democrazia più autentica è riuscito non solo a sostituirla, ma a far indietreggiare la libertà, l’indipendenza di espressione cittadina, il principio secondo il quale “ognuno deve contare per uno”.
Ora, invece, da noi una persona tenta con tutti i mezzi di creare una satrapia, un potere personale, direi dittatoriale nel senso più deleterio del termine usando ed abusando di tutti i mezzi di propaganda mediatica e di potere acquisito, nel tentativo di eludere mediaticamente ciò che la legge non consente: l’esercizio del potere di sindaco a chi non può più esserlo.
Non c’è da stupirsi che la Democrazia nel nostro territorio è attaccata fortemente, poiché quello che si sta maltrattando è proprio l’idea che la sovranità può ancora emanare dal popolo, eleggere il suo vero sindaco.
Voglio ancora insistere su questo concetto, noi non ci possiamo far espropriare del diritto sacrosanto di eleggere un sindaco vero mentre qualcun altro vuol farci eleggere un sindaco sotto tutela.
L’ideale di Democrazia non lo può assolutamente permettere.
Ma facciamoci questa domanda: cosa si sta dibattendo in campagna elettorale? Fin dove condividere il potere di un sindaco uscente? Chi sciaguratamente dà origine a questo dibattito e a questo pericolo? UN SINGOLO.
Noi tutti avvertiamo i pericoli insiti in questa diabolica operazione che si vuol compiere sulla pelle di Giffoni Sei Casali.
Pericoli diretti, concreti di violenza, di odio, di rottura, oltre al pericolo che la società perda la sua capacità di reazione come un tutto, come un corpo molteplice di cittadini, poiché una parte di essa, per fortuna minoritaria, è alla deriva democratica, dietro un pifferaio magico.
Questa deriva antidemocratica va fermata ora e subito, non dobbiamo permettere, che coinvolga maleficamente la società tutta di Giffoni Sei Casali.
D’altra parte, questo fenomeno, se passerà, si tradurrà massicciamente in una auto-esclusione della cittadinanza.
In questo senso si può dire che la democrazia sarà malata tanto quanto la società. Ciò che deve essere ricostruito nelle nostra società è proprio un concetto di cittadino che torni ad essere il supporto possibile e necessario della Democrazia.
Nel nostro comune, oggi queste difficoltà e contraddizioni che possono portare al potere assoluto e autoritario sono vissute in modo più chiaro e più duro.
Vogliamo forse divenire, giorno dopo giorno, una società a due marce, dove si sciolgono i vincoli sociali, dove si perdono i sensi di responsabilità, dove si misura la difficoltà a partecipare ad un coinvolgimento collettivo, d’interesse generale, nell’immaginare le prospettive?
Certamente no!
Noi vogliamo, non a caso la nostra lista si chiama INSIEME, intessere, anche su questo piano locale il rapporto con il potere più vicino, un rapporto quotidiano e possibilmente diretto, è così che si vive meglio come persona completa, dove l’espressione è più facile, dove si possono tessere legami, microscopici senza dubbio, ma portatori di solidarietà, e una cosa tira l’altra...
Inoltre così, l’idea di cittadino è intimamente legata al “Comune Spazio” per il diritto di decidere insieme, a livello di un collettivo umano.
Ed ecco altrettante esigenze per gli eletti locali che dovremo essere, di esercitare il nostro ruolo nell’elaborazione, realizzazione di questa rivisitazione della cittadinanza.
Crediamo di poterlo fare meglio confrontando le nostre idee, le nostre riflessioni ed esperienze con altri, come voi, partecipando attivamente alle reti di discussione, per capitalizzare i nostri rispettivi progressi e rinforzarli, perseguendoli meglio insieme.
Giffoni Sei Casali oggi è forse un comune più colpito di altri dai cambiamenti e dalle crisi economiche e sociali, perché un singolo timoniere inseguendo il mito dello sviluppo turistico solamente mediatico non ha curato per niente l’ enorme potenziale produttivo della nostra agricoltura, del nostro artigianato, delle imprenditorie diffuse, delle professionalità locali inutilizzate, dei giovani trascurati.
Oggi perciò c’è bisogno di una capacità di lotta e di resistenza democratica, un dinamismo collettivo, che porti lontano i pericoli di dittatura amministrativa plebiscitaria.
L’allontanamento dei cittadini dalla cosa pubblica va bloccato, si deve invertire il trend.
Ci preoccupano più particolarmente i danni che l’infausta idea del dirigismo monocratico ed assoluto ha provocato: un’ampia popolazione che vive con un reddito minimo, che non è partecipe spontaneamente dell’espressione istituzionale, nemmeno nei momenti meno istituzionali della cittadinanza; un’alta percentuale di giovani, massicciamente affetti da disoccupazione perché poco o per nulla qualificati e che non s’inseriscono nelle forme tradizionali o istituzionali di cittadinanza.
Ecco dunque tutta una serie di ragioni, per cui dobbiamo avere come una priorità del nostro contratto elettorale quella di restituire la parola alle persone, permettere loro di partecipare alla vita pubblica e alle decisioni. Altrettante ragioni, dunque, per cercare modalità più dirette e stimolanti della democrazia locale.
Non elencherò tutto ciò che dobbiamo mettere in opera nei prossimi anni se vinceremo le elezioni.
Non si tratta infatti di descrivere delle strutture, né dei metodi, che spesso sono derivanti dalla storia e dalle culture locali, dalle pratiche, e che non mettono in rilievo contenuti qualitativi.
Dobbiamo elaborare la democrazia, sia a livello dei Casali (giorno dopo giorno – quello di più facile accesso anche quando in posizioni emarginate – il più umano) con gli “Approcci ai Casali” (con riunioni mensili, che funzionano da comitati di consulenza presso il Consiglio Comunale), sia nei suoi progetti, nelle sue sfide e nelle sue prospettive globali: “Buongiorno, Vicino” (una serie di riunioni tematiche annuali), “Forum degli Approcci ai Casali”.
Bisogna partire dai principi: creare spazi per il dibattito, e prima ancora strutture fisse, spazi che devono rimanere aperti in qualsiasi momento, con libertà di entrare e uscire; spazi permanenti o ricorrenti.
Ma anche l’idea che non esiste una democrazia piccola, che non si deve mai limitare l’intervento delle persone e la divisione delle responsabilità e delle decisioni alle semplici cose piccole del giorno dopo giorno, o ai piccoli progetti a basso costo.
Perché ci sia partecipazione, ci devono essere delle vere sfide. L’opinione di ognuno conta tanto per il futuro della scuola, della salute, della cultura, delle infrastrutture, dello sviluppo produttivo quanto per il buco nel marciapiede o dei rifiuti mal raccolti.
Credo che non dobbiamo soltanto fare di questo una specie di lavoro condiviso, ma anche permettere che gli uni e gli altri vi investano utopie e prospettive.
In questo senso, realizzare a Giffoni Sei Casali una Democrazia partecipativa. Aggiungiamo agli spazi specifici per i dibattiti e il confronto di idee nei processi decisionali, le grandi feste locali, i grandi eventi pubblici sportivi e culturali nei quali avviene uno scambio di vissuto e di parole tra tutte le categorie della popolazione; e dove si abbozzano le prospettive collettive.
Nonostante le apparenze, non basta decretare la democrazia partecipativa e definire le sue strutture perché essa esista davvero, almeno come strumento di trasformazione sociale ed espressione di una cittadinanza rinnovata.
Si tratta di rispettare le persone, senza mai abbandonare i contenuti.
L’interesse generale è qualcosa che si costruisce e bisogna dare alle persone il mezzo per forgiare le proprie idee, affinché si iscrivano al progetto collettivo di tutta la collettività locale, affinché costruiscano insieme quello che sarà il nostro futuro.
Riteniamo importante incrociarlo con la democrazia rappresentativa, esercitare, in quanto eletti, il nostro ruolo di animatori della democrazia partecipativa, con l’una e l’altra ad alimentarsi reciprocamente.
Abbiamo molta strada da percorrere: andare più lontano nell’effettiva condivisione delle decisioni, darsi e dare i mezzi di una vera valutazione da parte della popolazione, iscrivere costituzionalmente i pareri di Consigli di Consultazione nei processi decisionali, impegnarsi in una preparazione collettiva e partecipativa delle scelte di bilancio per il comune.
Penso che a tutti i candidati del “Progetto civico Insieme” e al suo candidato sindaco piacerebbe concludere con me da dove ho cominciato queste analisi, se pur non esaustiva del grave pericolo di dittatura amministrativa che si delinea a Giffoni Sei Casali.
È partendo da una nozione di cittadinanza appoggiata sui Diritti dell’Uomo che si dà il senso all’esigenza di partecipazione di ognuno al futuro collettivo, ossia, alla democrazia partecipativa.
Questo definisce una solidarietà nuova tra i cittadini-soggetti, non per l’applicazione delle regole del Contratto Sociale, ma con la coproduzione di risposte innovatrici ai problemi della nostra società che si presentano in una logica radicalmente alternativa alla
logica con cui si è amministrato sino ad oggi.
Ossia, la democrazia non è un lusso, ma una necessità in una prospettiva di trasformazione; è una sfida fondamentale per Giffoni Sei Casali.
Giffoni Sei Casali maggio 2007
Eustachio Leone-
Candidato consigliere della lista Insieme per Giffoni Sei Casali