Il comune porta gli studenti di Giffoni al cinema
“1848 barricate a Napoli”:
il film sui moti in Campania
Sabato si proietta nella Sala Truffaut della Cittadella del Cinema (ore 11.00) il film “1848, Barricate a Napoli”. La pellicola prodotta dalla “Mekanè Produzioni Cinetelevisive” fa parte di un progetto denominato “La Nostra Storia I Nostri Luoghi” diretto alle scuole della Campania. Il film è stato scelto dal Comune di Giffoni Valle Piana per commemorare la ricorrenza del 25 aprile, Festa della Liberazione. La visione gratuita del lungometraggio è riservata agli alunni delle scuole della città (Scuola Media “Linguiti” ed Istituto Commerciale).
Il film “1848 Barricate a Napoli”, firmato dal regista Attilio Rossi su sceneggiature e ricerche del giornalista professionista Clodomiro Tarsia, è stato girato sui luoghi dove avvennero i fatti raccontati e si avvale di documenti frutto di una ricerca lunga e puntuale. La pellicola porta sullo schermo le cospirazioni di Carlo Poerio e Luigi Settembrini con i quali collaborarono i liberali salernitani, Gennaro Bellelli, Costabile Carducci, il barone Mazziotti e numerosi altri.
La cospirazione divenne rivolta il 17 gennaio 1848 a Torchiara e, subito dopo, nei Picentini, dove i fratelli Pizzuti e i liberali locali affiancarono un gruppetto di cilentani e occuparono Santa Tecla, Giffoni e Montecorvino. Fu proprio quest’azione, unitamente alla rivolta scoppiata nel Cilento, a convincere Ferdinando II a concedere la Costituzione e le prime riforme. Il re poi si rimangiò tutto e si arrivò alle Barricate di Napoli del 15 maggio. I propositi liberali si spensero con la battaglia di Trentinara, vinta dalle truppe borboniche.
Il film sottolinea il contributo alla lotta venuto dal mondo della scuola e della cultura: impugnarono le armi Francesco De Sanctis e i suoi studenti, i pittori Domenico Morelli e Saverio Altamura, lo storico Nicola Nisco ed altri grandi intellettuali. La pellicola finisce con il commovente ultimo saluto tra Settembrini e Michele Pironti i quali si promettono reciprocamente di continuare la lotta fin quando non avranno visto l’Italia una e libera. |