Mercoledì torna a Giffoni Gianfranco D’Angelo mattatore della commedia “Il Re sono io
Risate e graditi ritorni scandiscono l’ultima fase della XVI edizione di Giffoni Teatro, evento promosso dall’Associazione omonima, che chiuderà sabato 24 agosto con Biagio Izzo. Nel frattempo ancora spazio alle compagini locali: domani sera, martedì 20 agosto, tornerà la Compagnia Stabile Sianese con “Acqua – Misera – Pazzia e Infedeltà”, una miscellanea di atti unici i cui titoli e temi sono di stile marcatamente neorealistico, per recuperare costumi e tradizioni del primo novecento napoletano. (Ingresso gratuito con prenotazione).E mercoledì 21 tornerà anche un altro grande protagonista, questa volta esuberante e multiforme mattatore della commedia “Il Re Sono Io”: Gianfranco D’Angelo. Prendendo spunto dalle cronache attuali di questo frangente di crisi il protagonista racconta con intelligenza ed ironia le mille sfaccettature dell’uso del potere, evocando sotto l’aspetto drammaturgico e attraverso riconoscibili citazioni, i più grandi autori teatrali che hanno affrontato l’argomento, da Plauto a Shakespeare, da Calderón de la Barca a Molière, da Pirandello alle avanguardie letterarie. Al suo fianco un'altra “amica fedele” del Giffoni Teatro: Barbara Bovoli, giovane interprete con alle spalle un curriculum di tutto rispetto e tante compartecipazioni importanti.
LA TRAMA Sull’onda delle numerose occupazioni, una spiantata compagnia teatrale si è barricata in un teatro chiuso da tempo e destinato a diventare un centro commerciale. Aristide Tarallo, il capocomico, ha annunciato alla stampa che la compagnia andrà in scena con il Re Lear di Shakespeare, proprio per il suo portato di critica alla cattiva politica e all’uso distorto del potere. Ma il comportamento di Aristide si fa via via più strano, già da qualche tempo sua moglie Lilla e sua figlia Flora, che hanno condiviso con lui una vita da girovaghi, si sono accorte delle sue crisi di identità: forse per paura, forse per il desiderio di rifugiarsi in un mondo meno spaventoso di quello reale, o per proteggere il bambino che ancora vive in lui, Aristide si identifica in modo compulsivo e incontrollabile con quegli uomini che hanno raggiunto le leve del potere e lasciato un segno nella Storia, che siano stati re, principi, dittatori o papi. A causa di questa bizzarra patologia, surreale e donchisciottesca, reale o simulata, egli ha trovato forse un modo per riscattarsi dalla propria condizione di uomo comune sottoposto a vincoli, obblighi, leggi e tabù che limitano l’esistenza di tutti coloro che non possono approfittare di una posizione di potere politica o economica, facendo così del palcoscenico il suo irrinunciabile regno. Attraverso una irresistibile carrellata di personaggi che hanno lasciato un segno nella storia - da Romolo a Papa Bonifacio VIII, da Gian Gastone de’ Medici a Vittorio Emanuele, da Hitler al dittatore Bokassa - Gianfranco D’Angelo mette alla berlina, attraverso una comicità arguta e un ironico disincanto, la lunga teoria di vizi e di miserie degli esseri umani condannati all’infelicità dall’ambizione e dal potere.
INFO UTILI L’appuntamento per entrambi gli spettacoli è alle 21.30 al Giardino degli Aranci Ancora attive le prevendite per gli ultimi tagliandi disponibili per la piece di D’Angelo, acquistabili anche direttamente al botteghino aperto dalle 20. Il costo del singolo biglietto è di 17 euro (comprensivo di prevendita).
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