Dichiarazione sen. Alfonso Andria su approvazione decreto Gelmini.
“Il Gruppo del Partito Democratico al Senato e le altre forze di opposizione avevano chiesto il ritiro del decreto Gelmini. Il Governo non soltanto lo ha negato ma ha precluso, con lo sbarramento della sua maggioranza, ogni possibilità di apportarvi anche il benché minimo correttivo. Infatti, con la bocciatura di tutti gli emendamenti, è stato sdegnosamente respinto il tentativo - peraltro condotto da autorevoli colleghi del PD cui sono riconosciute autorevolezza e profonda competenza in materia - di apportare modifiche che avrebbero potuto attenuare i riflessi nefasti sulla Scuola italiana, oltretutto senza aggravi di spesa. Si è registrato un pauroso arroccamento su posizioni retrive che non trovano alcuna collocazione nella società contemporanea, aperta alle grandi sfide dell’innovazione.E’ stata l’ennesima prova muscolare e di arroganza di questo Governo e delle forze politiche che lo sostengono che portano a casa un risultato che non giova alla Scuola: il peggiore a cui si potesse giungere. L’unico effetto sortito è la sollevazione popolare spontanea e politicamente trasversale di settori consistenti del corpo docente, degli studenti, delle famiglie, del personale non insegnante.
Questa non è una riforma della Scuola ma è un taglio alla spesa per la Scuola!
La vera riforma passa attraverso l’ascolto ed il dialogo ma in questa vicenda le componenti del mondo scolastico non sono state assolutamente consultate.
In Aula al Senato abbiamo ascoltato cose inenarrabili. Ne voglio ricordare una soltanto affermata dal Presidente del Gruppo della Lega che ha rivendicato la necessità di parlare i dialetti locali nella scuola primaria e perciò l’esigenza che gli insegnanti del Veneto restino nel Veneto, i lombardi in Lombardia, i piemontesi nella propria regione!!!
I cittadini, le elettrici e gli elettori al di là del loro orientamento politico, devono sapere che la maggioranza mortifica il ruolo dell’Assemblea legislativa e dunque calpesta le regole della democrazia.
Del resto è emblematico il silenzio del Ministro Gelmini che, oltre un intervento di prammatica, pur essendo stata più volte chiamata in causa, destinataria di specifici quesiti e circostanziate osservazioni che avrebbero richiesto altrettante risposte puntuali, non ha più pronunciato una sola sillaba: è il più inquietante indicatore di una strategia tesa a consumare il tempo del confronto parlamentare in modo improduttivo, in spregio al ruolo delle opposizioni”.
Roma, 29 ottobre 2008 |