“Il Partito democratico? Dovrà scaturire da un confronto serio ed approfondito. Se la si dovesse forzare sulla sua costituzione, nascerebbe un’aggregazione che non porterà il consenso sperato”. A perorare le tesi di Ciriaco De Mita poco prima dell’inizio del convegno di stasera sul delicato tema della “autosufficienza od allargamento della maggioranza” è il consigliere regionale Ernesto Sica. L’assist è immediatamente accolto dai due ospiti sul palco di piazza Sabbato: da un lato il coordinatore nazionale di Forza Italia Sandro Bondi, dall’altro l’omologo della Margherita Antonello Soro. “Se siete in grado in maniera autonoma di allargare la maggioranza, fatelo… Se invece credete di governare basandovi sul consenso estemporaneo di deputati trasformisti passati dagli uni agli altri banchi o di pezzi alla deriva di partiti avversari, dareste vita al peggio della tradizione democratica del nostro Paese”. Fatta l’analisi, Bondi lancia la proposta: “Il governo-Prodi probabilmente cadrà: non escludo allora un governo di unità nazionale che ci traghetti alle successive elezioni, ma sempre nell’ambito del bipolarismo”. Viva la replica di Soro: “A proposito di trasformismo, ricordo che nel 1994 l’allora capo del Governo Berlusconi non avendo la maggioranza al Senato, avviò una proficua campagna acquisti interrotta solo dalla crisi di governo determinata da Bossi”. Ancora: “Prima di avanzare ipotesi di grandi coalizioni bisogna iniziare a riconoscersi reciprocamente evitando il ricorso alla demonizzazione dell’avversario vedendo, con onestà intellettuale, la bontà dei provvedimenti della maggioranza. Ricordo che eravamo opposizione quando votammo a favore della missione in Afghanistan, aggiungo che saremo super partes nella gestione degli organi di vigilanza. L’Italia non ha bisogno della grande coalizione ma di una intesa per le grandi riforme, una delle quali deve incidere sulla attuale, barbara, legge elettorale. Le regole vanno decise insieme: qui lancio la proposta di cambiare in maniera condivisa l’art. 138 della Costituzione per evitare futuri tentativi di mutamenti a colpi di maggioranza”. Sulla auspicata caduta del Governo-Prodi: “Oggi l’Italia vuole essere governata. Noi lo vogliamo fare”. Sul tema della composizione delle coalizioni, Bondi ha affermato: “La nostra linea maestra è il Partito Popolare Europeo che, in Italia, genererà il Partito delle Libertà dal quale la Lega ha già annunciato di voler restare fuori preferendo un accordo di tipo federativo. Non dispero di ritrovare, nel solco del PPE, anche la Margherita, L’Udeur e tutti gli altri cattolici che difficilmente troverebbero naturale ospitalità del Partito Socialista Europeo. Partiti che certamente hanno maggiori punti di contatto con Forza Italia che non con una sinistra comunista peggiorata dall’estremismo rispetto ai tempi in cui militavo nel Pci, una sinistra che non ha vergogna di negare il valore della fede cattolica”. Soro: “In uno Stato Laico i cattolici professano liberamente la propria confessione fuori dal Parlamento. Ma anche nella Cdl vi sono posizioni, quelle dei radicali ad esempio, fortemente laiche… Bondi era contemporaneamente cattolico e comunista. Trent’anni dopo non si può essere cattolici impegnati nel centro sinistra? Piuttosto mi preoccupa vedere in Parlamento atteggiamenti squadristi da parte della destra. La vittima? Ciampi nel mentre si accingeva a votare un provvedimento in cui evidentemente credeva molto"
Pontecagnano Faiano, 20 settembre 2006
L’Ufficio Stampa
Francesco D’Ambrosio
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