Classifica Sole 24Ore, Viviamo male ma con sentiment? E’ ora di prendere atto della realtà
“Panem et circenses” scriveva il poeta latino Giovenale, satireggiando la politica degli imperatori romani per distrarre l’attenzione del popolo e tenerlo buono. Luminosi “circenses” abbondano nella nostra città e forse riescono ad oscurare il fatto che anche il “pane” scarseggia oramai nella Salerno che è “europea” solo nella propaganda del Re Sole ma, ahinoi, non lo è purtroppo nell’impietosa fotografia scattata da autorevoli indagini. Apprendiamo oggi con preoccupazione che Salerno è al novantacinquesimo posto su 107 realtà italiane per qualità della vita, secondo la ricerca annuale del Sole 24 Ore che esplora e confronta la vivibilità nel Belpaese, attraverso le statistiche in sei ambiti (tenore di vita, affari e lavoro, servizi ambiente e salute, popolazione, ordine pubblico e tempo libero). Nel 2007 eravamo 87esimi, nel 2008 novantesimi, nel 2009 c’è stato lo scivolone di altre cinque posizioni fino alla 95esima piazza che occupiamo anche quest’anno, con la differenza però che siamo peggiorati praticamente in tutto: ordine pubblico (46esimi nel 2009, 81esimi nel 2010); servizi, ambiente e salute (64esimi nel 2009, 69esimi nel 2010); affari e lavoro (88esimi nel 2009, 90esimi nel 2010), mentre siamo comunque tra i fanalini di coda per tenore di vita (107esimi nel 2009, 106esimi nel 2010). Anziché stare con il naso all’insù a rimirare le luci - ammesso poi che ci riesca mentre siamo affogati nel caos più totale, che ci tiene ostaggio in spregio ad ogni civiltà e buon senso - è su questo che, come esponenti politici nonché delle istituzioni, io dico che dobbiamo rimboccarci le maniche e fissare delle priorità d’azione. Non possiamo più chiudere gli occhi sul fatto che il 14% delle famiglie salernitane vive con meno di mille euro al mese, sulla crescita del tasso di disoccupazione di due punti percentuali rispetto all’anno scorso, sul fatto che in oltre 40mila famiglie salernitane non c’è alcun componente occupato ed ancora sui dati del dossier Caritas 2010 che ci dicono che, rispetto al 2008, nel 2009 il 65% degli indigenti che si sono rivolti ai centri di ascolto è costituito da famiglie salernitane contro un 35% di immigrati. Si spiega così, del resto, anche il dato diffuso dall'associazione “Salernitani-Campani nel mondo” che, pochi giorni fa, ci ha fatto riflettere sulla crescita del 32%, rispetto all'anno scorso, del sovra indebitamento delle famiglie salernitane e di una propensione all'usura che è arrivata al 44%. Invece, dinanzi a questo quadro a tinte fosche, il Tribuno scommette ancora sul fumo dell'illusionismo virtuale. A lui dico che, anziché perdere tempo in inaugurazioni da novello Peppone, farebbe bene a leggersi intanto un libricino di un intellettuale che dovrebbe conoscere bene, Luciano Canfora, comunista come lui. Il titolo è emblematico: “La retorica democratica”. Cerchi di capirlo, poi se vuole ne discutiamo in pubblico. Mi chieda un appuntamento e non dimentichi di rivolgersi a me chiamandomi “signora”. So che pubblicamente è così che suole appellarmi e, tutto sommato, lo considero un passo in avanti per uno come lui che, della “cafoneria” che imputa ad altri, è invece grande esperto. In conclusione, so bene di rischiare l’impopolarità, ma ritengo ampiamente condivisibile l’appello del governatore Stefano Caldoro ad un Natale all’insegna della sobrietà. Purtroppo però sembra che si preferisca sempre spendere per i “circenses” anziché per il pane: ho letto a tal proposito di cifre mirabolanti (300mila euro) con cui il Comune vorrebbe accaparrarsi l’esibizione di Biagio Antonacci a Capodanno mentre, malgrado le sollecitazioni dei nostri consiglieri comunali, non ci è dato ancora sapere quale spesa sia stata complessivamente prevista per le luci d’artista. Spiace constatare che c’è un altro dato che è fotografato con evidenza dagli indicatori del Sole 24 Ore: i circenses pagano e la propaganda funziona. Non si spiega altrimenti quel dato che va sotto il nome di “sentiment” e che fotografa la percezione da parte dei cittadini: in questa classifica siamo in alto, il che vuol dire che siamo contenti di ciò che abbiamo, beati noi! D’altro canto una certa politica ormai da due decenni se ne infischia degli indicatori ed è sempre pronta a giurare di aver fatto il massimo nelle condizioni date, attivando anzi una quantità di spesa pubblica quanto mai fu attivata in passato ed evidentemente i cittadini alla fine si sono convinti che di meglio c’è solo il Paradiso. Che dire? Concordo con il professore Aurelio Musi che, nella sua lezione sulla storia cittadina, di recente ha compiuto una precisa disamina: « A conti fatti la formula del cosiddetto Rinascimento salernitano fa esattamente il paio con quello bassoliniano». Siamo a fine anno e non solo. Ecco perché mi auguro che i salernitani tirino finalmente le somme e facciano un bilancio critico – almeno ogni 20 anni ci vuole! - tra promesse e realizzazioni. A meno che non si voglia essere sempre “beati ultimi” qui in terra.
Anna Ferrazzano
Candidato Sindaco di Salerno
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