Ecco il programma politico di Vincenzo De Luca, candidato alla Presidenza della Regione Campania.
Il lavoro prima di tutto. Il problema del lavoro in Campania è un grande dramma sociale. Secondo dati della Banca d’Italia la crisi occupazionale della Campania è la più grave in Europa. Sono stimati circa 250.000 disoccupati, di cui 2/3 nell’area napoletana ed 1/3 nelle restanti province della regione. Il tasso di disoccupazione in Campania raggiunge quota 18%, mentre la media nazionale si aggira sull’8%. I più colpiti sono i giovani e le donne. In Campania lavorano quattro persone su dieci. In Lombardia il rapporto occupazionale è 7 a 10. Chi cerca lavoro in Campania, e non lo trova, spesso decide di emigrare, di spostarsi altrove, in ambito nazionale o all’estero. Circa 40.000 campani all’anno emigrano verso il Centro-Nord. Moltissimi anche i pendolari, che si spostano quotidianamente o settimanalmente verso altre regioni (50 mila persone circa). Nel 2009 la cassa integrazione è aumentata 4 volte rispetto all’anno precedente. Il lavoro prima di tutto: su questa priorità assoluta deve concentrarsi l’azione del nuovo governo regionale. La Campania deve fare la sua parte e chiedere con forza che tutti facciano altrettanto, a partire dal Governo nazionale.
Stabilizzare i precari e sostegno al reddito solo se finalizzato. Va definito un percorso certo per stabilizzare il rapporto di lavoro dei soggetti già impegnati da anni, in regime di precariato, nel mondo della scuola e della sanità. Occorre voltare pagina nelle politiche di sostegno al reddito. Basta con forme di sussidio a carattere esclusivamente assistenziale. Il sostegno al reddito deve essere sempre collegato ad attività formative e finalizzato a lavori di programmi di pubblica utilità nel settore del risanamento ambientale, delle politiche sociali, del recupero e della manutenzione di beni ed impianti pubblici. Così si potrà mettere fine al circuito assistenza-precariato che si trascina da troppi anni, con tensioni sociali che spesso ricadono su cittadini incolpevoli, con danni alle altre attività economiche e per la stessa immagine di Napoli e dell’intera regione.
Fondo regionale per il credito d’imposta in favore di nuove assunzioni. In Campania una legge del 2007 prevede l’erogazione di contributi regionali alle aziende che procedono a nuove assunzioni. Con tali contributi la Regione assume a proprio carico una parte delle tasse che tali aziende devono versare all’erario. Occorre costituire con urgenza il fondo regionale per rendere operativa tale previsione (Credito d’imposta per nuovi occupati). Le nuove norme consentono di utilizzare a tale scopo anche i fondi europei. Un primo stanziamento d’avvio dovrà destinare risorse per 300 milioni di Euro, di cui almeno 1/3 per l’occupazione femminile. Il bonus dovrà avere durata triennale per assunzioni a tempo indeterminato, e proporzionalmente ridotto per altri tipi di contratto (part-time,tempo determinato). Aliquote premiali sul contributo dovranno incentivare nuove assunzioni di giovani, con particolare attenzione a situazioni di particolare disagio sociale e familiare.
Stage formativi presso le aziende In questi ultimi anni si sono sviluppate esperienze positive di formazione presso le aziende da parte di giovani in cerca di lavoro. È un modo utile per fare incontrare concretamente domanda ed offerta di lavoro. In tal modo, ai giovani si consente di compiere un percorso formativo a diretto contatto con la trincea produttiva; alle aziende si consente di poter valutare preventivamente capacità ed attitudini del possibile assunto. Occorre sostenere con adeguati incentivi pubblici tali attività, privilegiando piccole e medie imprese, commercio, artigianato (contratti di apprendistato).
Programmi settoriali di pubblica utilità. Un primo capitolo di un piano straordinario per il lavoro riguarda il varo di Piani pluriennali di pubblica utilità, in primo luogo rivolti alla manutenzione programmata dei beni di proprietà pubblica. La Regione dovrà essere una cabina di regia per coordinare risorse ed azioni per interventi che hanno doppia valenza: rispondere ai bisogni degli utenti; forte valore aggiunto in termini d’indotto all’occupazione. I settori prioritari sono costituiti dal patrimonio di edilizia residenziale pubblica degradata ed annessi spazi collettivi, dell’edilizia scolastica e dell’edilizia sanitaria. Un secondo capitolo dovrà riguardare le opere di bonifica e risanamento ambientale. Nella regione sono disseminate vere e proprie bombe ecologiche (eco balle e rifiuti speciali) che vanno disinnescate con urgenza. La tutela ambientale richiede interventi preventivi contro i rischi da dissesto idrogeologico, a partire dalla messa in sicurezza dei versanti e disinquinamento aste fluviali. Lavoro, ambiente e difesa della vita umana qui sono un tutt’uno. Un terzo capitolo deve riguardare servizi socio-assistenziali alla persona, coniugando opportunità di lavoro adeguatamente professionalizzato con valori di solidarietà sociale e sensibilità umana da affermare con grande forza, specie nelle realtà urbane più degradate. Il sostegno con risorse pubbliche dovrà favorire le fasce d’utenza più bisognose (anziani privi di reddito, situazioni di grave disagio sociale e familiare).
Ambiente Una grande opportunità per nuovi investimenti, fino a qualche anno fa del tutto sconosciuta, è rappresentata dalla produzione di energia mediante impianti per l’uso delle fonti alternative (energia solare, fotovoltaica, eolica, geotermica, alimentati da biomasse). Va sbarrata la strada alla realizzazione in Campania di centrali nucleari. All’opposto, la Regione deve velocizzare le procedure di autorizzazione d’impianti per fonti alternative. Occorre istituire uno Sportello Verde, per agevolare la realizzazione degli impianti d’iniziativa degli investitori privati. Nel contempo la Regione dovrà promuovere un accordo-quadro con gli Enti locali per la messa a disposizione di un demanio di aree di proprietà pubblica (usi civici, demanio regionale e dei Comuni) destinato ad ospitare impianti per produzioni energetiche da fonti rinnovabili, mediante procedure di concessione e di finanza di progetto. Un nuovo programma ambientale dovrà riguardare anche le opere di bonifica e disinquinamento. Nella regione sono disseminate vere e proprie bombe ecologiche (eco balle e rifiuti speciali) che vanno disinnescate con urgenza. La tutela ambientale richiede interventi preventivi contro i rischi da dissesto idrogeologico, a partire dalla messa in sicurezza dei versanti e dal disinquinamento delle aste fluviali. La nuova economia verde deve anche bloccare la distruzione delle aree agricole, risorsa naturale unica ed irripetibile. I suoli agricoli non vanno più considerati come riserva di caccia dell’urbanizzazione a tutti i costi, ma grande risorsa produttiva e paesaggistica da salvaguardare e valorizzare anche ai fini occupazionali. La Regione dovrà ottimizzare l’uso dei fondi europei per il sostegno alle aziende agricole, favorire le produzioni d’eccellenza (marketing, politica dei marchi etc.), promuovere l’istituzione di Centri di ricerca e di alta specializzazione per le nuove tecniche di conduzione e sperimentazione agraria, per le produzioni biologiche e la realizzazione dei poli agroalimentari.
Sicurezza Napoli e l’area metropolitana si devono al più presto liberare di una zavorra velenosa, che ne blocca crescita e sviluppo. Sconfiggere la criminalità è un imperativo che non si può aggirare o dimenticare mai. La sicurezza non serve solo a far vivere sereni i cittadini, ma è una precondizione dello sviluppo: basti pensare a quanto sia essenziale per attrarre investitori e flussi turistici da ogni parte del mondo. La sicurezza si conquista certamente con più forze impegnate per l’ordine pubblico, il loro efficace coordinamento, con dotazione di mezzi moderni ed efficienti. Ma non solo. Occorre un grande sussulto civico per affermare sempre e ovunque, specie nei confronti dei più giovani, la cultura e i valori della legalità. Anche le istituzioni devono fare molto di più e meglio. La nuova Regione sarà anche in questo in prima linea. Il contrasto all’illegalità significa conquistare ogni angolo di territorio alle regole dello Stato. Ma anche spezzare il circuito perverso degrado-disoccupazione-devianze sociali, affermando un ciclo virtuoso di segno diametralmente opposto: riqualificazione urbana-sviluppo-lavoro-socialità diffusa. Assillo primario dovrà essere il contrasto alla dispersione scolastica. Riqualificazione urbana e politiche per la sicurezza devono viaggiare insieme. Così come va affermata l’assoluta compatibilità di una solidale cultura dell’accoglienza con il rigoroso rispetto delle regole di convivenza civile. Integrazione e sicurezza non solo non sono alternative, ma possono crescere insieme in modo virtuoso.
Sanità Il nuovo governo regionale dovrà imprimere radicali cambiamenti nel settore della Sanità campana. Il deficit pubblico regionale ha raggiunto livelli di guardia che mettono ormai a rischio la tenuta stessa del sistema. Nel solo 2009 il disavanzo ammonta a circa 800 milioni di euro; una cifra enorme soprattutto se si considera che si è formata in un anno in cui si erano avviate riforme strutturali della sanità campana, a partire dall’accorpamento delle ASL. Innanzitutto va chiarito, anche per la Sanità, che la Regione non è il luogo della gestione. La Regione è il luogo della programmazione e degli indirizzi strategici, da sottoporre a rigorose verifiche di risultato. All’interno di questi obiettivi la gestione è in capo alle Direzioni Generali delle Aziende sanitarie, ospedaliere, dei Policlinici: chi sbaglia, una volta che ha condiviso gli obiettivi accettandoli assieme all’incarico, va a casa, senza se e senza ma. La politica di rigore nell’uso delle risorse può essere attuata senza penalizzare i servizi per gli utenti. Riequilibrare senza smantellare è la linea guida cui dovrà ispirarsi l’azione della Regione. È urgente tagliare sprechi per costi che nulla hanno a che vedere con le prestazioni sanitarie: spese legali per contenziosi evitabili, costi esorbitanti per manutenzioni di edifici ed impianti, clientelismi per favorire potentati politici. Con i tagli agli sprechi è possibile garantire il perseguimento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) nel rispetto dell’equilibrio economico complessivo. Cambiare tutto per garantire davvero la salute in Campania, con standard di civiltà, di equità e di buon governo. L’istituzione del Dipartimento Regionale della Salute, struttura centrale in diretto rapporto con la Presidenza della Giunta Regionale, sarà la prima risposta organizzativa per riportare ad unità operativa, di decisione e di controllo le funzioni attualmente disarticolate e variamente distribuite tra ARSAN, SORESA e quello che rimane degli Uffici dell’Assessorato Regionale alla Sanità. La necessità di integrare competenze e responsabilità rende urgente il varo di un Nuovo ed Integrato Piano Sanitario Regionale, riguardante: l’Emergenza, il Riordino della Rete Ospedaliera e dei Policlinici, la Medicina del Territorio, il Ruolo dell’Università, la Sanità Privata. Altra priorità strategica nel riordino del settore sarà la selezione qualificata dei nuovi manager di ASL e Aziende Ospedaliere da sottrarre alle clientele partitiche e da affidare ad una Comitato di Alta Garanzia. Competenze e verifica dei risultati: unici parametri per promuovere i meriti e rimuovere gli incapaci. Spetta al buon governo della Regione definire regole certe e trasparenti, contestualmente alle procedure di controllo e verifica, che definiscano la cornice entro la quale si deve configurare l’azione della Sanità convenzionata. Occorre concordare con i soggetti interessati un Piano di risanamento del debito pregresso e fissare un nuovo punto d’inizio, con tempi di pagamento certi per le prestazioni erogate. Occorre assicurare anche in questo settore la qualità e l’appropriatezza dell’assistenza e delle cure, così da tutelare la salute dei cittadini e il principio sacrosanto della libertà di scelta, cui devono concorrere con pari dignità strutture pubbliche e private.
Burocrazia zero Le sfide della competizione si vincono soprattutto con la velocità delle decisioni e delle loro attuazioni. Occorre snellire le procedure amministrative, troppo spesso stagnanti nelle paludi burocratiche. I tempi dell’economia e dello sviluppo sono incompatibili con le lentezze della pubblica amministrazione. Basti pensare ai danni che questo produce a carico delle imprese per l’accesso al credito : la crisi di liquidità è aggravata anche dall’allungamento dei tempi di riscossione dei crediti nei confronti della Pubblica amministrazione. La verifica dell’efficacia dei risultati e dei tempi impiegati per conseguirli dovrà guidare costantemente l’azione del nuovo governo regionale. A tale scopo occorre attivare uno strumento innovativo: nuove tecnologie per il controllo democratico della burocrazia. Il nostro futuro, nello sviluppo economico e delle relazioni umane, dipenderà sempre di più dal Sistema delle telecomunicazioni. Esse sono la più importante infrastruttura immateriale di cui dovremo disporre. La Banda Larga avrà l’importanza che hanno avuto le nuove autostrade negli anni sessanta. La Campania deve investire nelle infrastrutture di comunicazione per non restare ai margini delle nuove dinamiche di sviluppo. La Regione dovrà dotare il territorio della rete portante di nuova generazione (NGN), da completare a carico dei gestori con le reti di connessione all’utente finale. Occorre vincere una grande sfida per il futuro : fare della Campania la prima piattaforma regionale italiana che riconosce il diritto di connessione come un diritto di cittadinanza, come la scuola dell'obbligo. L'obiettivo è in 3 anni portare la quota di accesso a 50 mega per tutti: uffici, alberghi, scuole, aziende, botteghe, industrie. Tutti devono competere e devono dialogare sulla rete a 50 megabyte. Lo sviluppo delle tecnologie di telecomunicazione apre grandi scenari, finora impensabili, per rivoluzionare il rapporto fra i cittadini e la pubblica amministrazione. La nuova Regione dedicherà un apposito Portale Informatico a tutto questo, a partire dalla pubblicazione di una Mega bacheca on line, per la facile e sintetica conoscenza di atti e bandi pubblici contenenti informazioni d’interesse generale. Ad ogni istanza dovrà essere collegato un Fascicolo Digitale per la tracciabilità del procedimento, mediante un codice d’accesso on line alla pratica. Un fascicolo interattivo, per controllarne la procedura istruttoria, produrre integrazioni, proporre reclami su errori, ritardi e omissioni nei confronti dell’ufficio competente e del superiore gerarchico.
Competenze e Qualità: Cambierà Tutto Nelle democrazie moderne ci sono due modi di governare: usare il potere per gestire il consenso, badando solo alle appartenenze, al di là dei meriti e delle qualità dei favoriti; oppure mettere al primo posto l’interesse esclusivo dei governati, premiando meriti e qualità, senza privilegi clientelari. Il primo metodo alimenta parassitismi, mortifica le competenze, perpetua una società senza regole, dominata da un’economia stagnante ed assistita. Il secondo metodo persegue il buongoverno, esalta la trasparenza, stimola una sana competizione per una società moderna e dinamica. La nuova Regione seguirà decisamente questa seconda strada: nella selezione degli incarichi, nei rapporti con i Comuni ed Enti pubblici, nel sostegno alle attività economiche private. Nei rapporti della regione con i comuni e gli altri Enti pubblici occorre affermare nuove regole. A partire dall’utilizzo dei fondi europei. Occorre cambiare radicalmente pagina. La dispersione delle risorse in mille rivoli inconcludenti significa sprecare un’occasione irripetibile. Una quota prevalente delle risorse disponibili per opere pubbliche va concentrata su grandi progetti strategici per lo sviluppo della Campania. La parte residua dovrà premiare i Comuni virtuosi, che propongono interventi di qualità, ne consentono la realizzazione in tempi veloci, ne garantiscono gestioni e manutenzioni efficienti. Anche nell’uso delle risorse destinate a sostenere le aziende private occorre bloccare la frammentazione e la dispersione. Gli incentivi a pioggia devono essere subito sostituiti da premialità selettive. A tale scopo lo strumento del credito d’imposta, già positivamente avviato, può essere finalizzato anche al cofinanziamento degli investimenti in beni materiali ed immateriali.
La Campania a tre corsie. La Campania è la seconda regione italiana, dopo la Lombardia. Un territorio immenso, fatto di grandi agglomerati urbani e straordinarie risorse naturali. Una visione nuova della regione dovrà pensare in grande, con riferimento ai suoi tre assi portanti : fascia costiera, asse mediano, aree interne.
Asse costiero La grande maggioranza dei 6 milioni di abitanti che popolano la Campania risiede in centri urbani grandi e medi nella fascia di costa. Si tratta di una grande metropoli, dove convivono immensi agglomerati insediativi e straordinarie bellezze paesaggistiche e culturali. Emergenze drammatiche (rifiuti, sicurezza) rischiano di oscurare i punti di forza su cui deve fare leva una nuova stagione di governo e di sviluppo. Il capoluogo regionale, innanzitutto, deve tornare ad occupare il ruolo di prestigio che gli spetta: Napoli, grande capitale europea. È un ruolo che non viene solo da un prestigioso passato, ma s’impone grazie alle sue moderne funzioni di leader in tanti campi: terziario avanzato, infrastrutture, università e ricerca, apparato industriale, rete commerciale, attrattore di flussi turistici. La questione urbana coinvolge i grandi problemi dei servizi pubblici e dell’uso delle risorse naturali. A partire dalla gestione del ciclo delle acque (da conservare in mano pubblica) e dei rifiuti (da gestire in chiave moderna ed industriale, da parte dei Comuni singoli o associati). Nella fascia costiera insistono drammatici problemi di degrado ed emarginazione delle grandi periferie urbane. I quartieri della paura devono diventare luoghi di moderne relazioni sociali. Un piano di rottamazione del patrimonio edilizio post-bellico e non antisismico deve lasciare il posto a nuovi insediamenti, sicuri e vivibili. Questa edilizia è facilmente perimetrabile e può essere assoggettata ad adeguati piani di riqualificazione urbana capaci di attrarre investimenti pubblici e privati. Il rilancio della fascia costiera richiede grande attenzione alla tutela della risorsa mare. Esso va difeso dalle aggressioni dei reflui inquinanti (depurazioni, risanamento dei fiumi) e fermando l’erosione degli arenili. La Regione promuoverà un Accordo di programma con Province, Comuni costieri per un piano pluriennale di difesa della costa e ripascimento degli arenili, unitamente all’attivazione di un osservatorio sull’erosione dei litorali. Lungo l’intera linea di costa deve prendere forma e vita un grande Distretto Turistico Mondiale, imperniato sul risanamento del litorale domizio, l’area di Bagnoli, Napoli, la penisola sorrentino-amalfitana, il sistema delle isole, il parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, da mettere a sistema con le grandi emergenze naturalistiche delle zone interne e dei centri minori. È una delle grandi sfide per la nuova Campania, dove dovranno cimentarsi investimenti pubblici e privati, efficienza amministrativa, creatività progettuale. In nessun posto del mondo il fascino della linea costiera può collegarsi come qui anche ad un grande patrimonio archeologico diffuso nella più vasta area regionale. Uno straordinario valore aggiunto potrà venire dal rilancio della programmazione stabile di eventi culturali e manifestazioni di spettacolo. Si potranno favorire in tal modo flussi di visitatori per tutto l’anno, valorizzando la qualità dei servizi offerti, le strutture ricettive, la professionalità degli addetti. La Regione dovrà sfruttare al meglio il suo ruolo di Autorità di Gestione del Programma operativo “Attrattori Culturali, Naturali e Turismo”, finanziato dall’Unione Europea e sostenere, d’intesa con il Comune di Napoli, l’organizzazione del Forum delle Culture del 2013. Nella grande area metropolitana e costiera già oggi sono insediate aziende d’avanguardia nel campo delle produzioni di beni e servizi ad alto contenuto tecnologico. Ancor più, per il futuro, una Campania innovativa dovrà essere la Campania competitiva. Un’area geografica con precisa vocazione: investire in competitività, che non significa solo spendere di meno nel produrre, ma soprattutto produrre qualità ed innovazione. Banda larga, centri di ricerca, infrastrutture moderne: la nuova amministrazione regionale sosterrà un nuovo modello di sviluppo, caratterizzato dalla diffusione d’imprese ad alto contenuto tecnologico e una forte competitività territoriale. Per fare è decisivo migliorare la filiera della conoscenza: impresa, università, centri di ricerca.
Asse mediano La fascia intermedia del territorio regionale ha una duplice valenza strategica. Per un verso costituisce la spina dorsale delle grandi linee di comunicazione su ferro e su gomma, lungo la direttrice Nord-Sud. Per l’altro funge da cerniera connettiva fra la fascia costiera e le zone interne, nonché da punto d’intersezione con l’asse trasversale Napoli-Bari, di primaria importanza per collegare tra loro i Corridoi TEN (Trans European Network) Berlino-Palermo e Bari-Varna, quindi i versanti Tirrenico e Adriatico. Da qui la sua prioritaria vocazione ad accogliere funzioni rilevanti nel campo della movimentazione di merci e persone. Essa è lo snodo naturale della grande Piattaforma Logistica Regionale, con valenza strategica in ambito nazionale e rivolta all’intero bacino Mediterraneo da un lato, ed all’area balcanica dall’altro. Basti pensare al sistema interportuale di Nola, Marcianise-Maddaloni e Battipaglia, interconnesso con le grandi reti di trasporto via mare (a partire dai grandi porti commerciali di Napoli e Salerno) su gomma e ferro. Ed alle nuove previsioni interportuali per l’area di Benevento. Parte integrante di tale piattaforma dovrà essere il Sistema aeroportuale campano, oggi solo imperniato su Capodichino. Tale sistema dovrà essere integrato con Grazzanise e Salerno-Pontecagnano, commisurando le funzioni dei nuovi scali agli effettivi e credibili bacini d’utenza, esaltandone le potenzialità anche nei servizi indotti dallo sviluppo economico locale (charter per turismo, cargo per produzioni agricole e logistica integrata). Proprio per queste ragioni la fascia mediana presenta condizioni favorevoli per nuovi insediamenti, anche in campo manifatturiero, potendo divenire un grande corridoio produttivo. L’azione dei pubblici poteri deve assecondare e promuovere questa vocazione, concentrando importanti investimenti pubblici per potenziare le infrastrutture materiali ed immateriali (telecomunicazioni), nonché per aree attrezzate destinate ad accogliere singole aziende ed incubatori produttivi che possano beneficiare di servizi consortili ed economie di scala. A tale asse vanno agganciate le attrezzature terziarie a grande scala (centri commerciali, sistemi della grande distribuzione) e quelle quaternarie regionali (seconda università, ospedali, tribunali, centri di ricerca avanzata e di eccellenza), utilizzando i capisaldi dell’antico sistema urbano di Capua, Santa Maria Capua Vetere, Caserta, Nola, Aversa. Lungo questo asse (direttrice Roma-Caserta-Salerno) sono anche ubicati i suoli agricoli più importanti della regione: le piane di Fondi e del Garigliano, la Terra di Lavoro, l’agro nocerino-sarnese e la piana del Sele. Si tratta di grandi risorse ambientali e produttive con cui affrontare nuove sfide nel campo delle produzioni agricole di qualità.
Asse interno L’asse interno è la cassaforte naturale della regione. Esso custodisce straordinarie risorse naturali, a partire dal grande serbatoio idrico regionale. Eppure in luogo di valorizzarlo, in questi anni spesso sono state scaricate sulle aree interne le criticità prodotte dalle aree urbane, come dimostrano le scellerate discariche di rifiuti disseminate in questi territori. La difesa delle zone interne, però, non si può ridurre a mera conservazione dell’esistente. Anche qui occorre raccogliere le nuove sfide dello sviluppo, coniugandole con la tutela dell’ambiente circostante. Per fermare il crescente fenomeno dell’emigrazione giovanile occorre realizzare nuove opportunità di lavoro, ponendo a carico delle risorse pubbliche la realizzazione di una nuova ed impegnativa infrastrutturazione ecosostenibile. Decisiva è la messa in rete dei centri minori attraverso investimenti nel campo delle telecomunicazioni, da porre anche al servizio di zone attrezzate per insediamenti produttivi. Singoli esempi di eccellenza nel sannio ed in irpinia, anche nel campo delle tecnologie avanzate, testimoniano la grande vitalità di questi territori. La nuova e crescente domanda di turismo ambientale potrà trovare risposta se viene favorita, con adeguati incentivi, con la diffusione di piccole e medie strutture ricettive, anche nelle forme dell’impresa familiare. La Regione dovrà promuovere nuove forme di collaborazione fra i piccoli Comuni, incentivando modelli di gestione associata ed intercomunale dei servizi di pubblico interesse. Specifica attenzione dovrà essere riservata al miglioramento dei collegamenti delle zone interne con i più importanti centri urbani della regione. Si tratta di rivedere il trasporto pubblico, in particolare su gomma, per razionalizzare le linee “private” in funzione delle necessità dell’utenza, privilegiando un sistema di collegamenti per bacini d’utenza ed aree d’interscambio.
QUATTRO PROPOSTE PER NAPOLI CENTRO STORICO DI NAPOLI Il centro storico di Napoli è stato dichiarato dall’UNESCO fin dal 1995 Patrimonio mondiale dell’Umanità. Esso esprime la storia di una città antichissima ad ogni angolo. È una realtà straordinaria ed anche contraddittoria, nella quale un patrimonio culturale imponente convive con estese condizioni di degrado. La positiva esperienza della società Sirena, nel recupero delle parti comuni va rilanciata su basi nuove e più incisive.
OBIETTIVI Integrare i fondi assegnati con il Programma Integrato Urbano (200 milioni) con risorse ricavabili dall’asse 1 del POR a copertura delle previsioni di fabbisogno finanziario contenute nel Documento Operativo Strategico del Comune (540 milioni). Introdurre normative semplificate ed accelerate per l’occupazione temporanea delle parti comuni degli edifici da recuperare e per l’esproprio definitivo dei comparti degradati. Gestire la sistemazione temporanea per nuclei familiari residenti negli alloggi sottoposti ad interventi di recupero edilizio e per studi, laboratori ed aziende con analogo interesse. Incentivare l’accesso al credito per il recupero del patrimonio privato ed a sostegno delle attività economiche (studi professionali, pubblici esercizi, rete commerciale, artigianato di qualità.
AZIONI Approvare entro i primi sei mesi di consiliatura una Legge regionale speciale per il Centro Storico di Napoli. Costituire l’Agenzia Regionale per il recupero del Centro Storico, a totale capitale pubblico della Regione e del comune di Napoli, secondo la vigente normativa del controllo in house, quale unica stazione appaltante per l’attuazione degli interventi finanziati con risorse pubbliche e per l’esercizio delle deleghe conferite dei privati. Istituire un Fondo Regionale rotativo per incentivare e garantire l’accesso al credito per interventi privati di recupero edilizio e d’avvio di iniziative economiche.
PALAZZO FUGA: LA NUOVA CITTADELLA DELLE ISTITUZIONI E DELLA CULTURA L’Albergo dei poveri è il complesso edilizio più esteso d’Europa. Si tratta di un bene monumentale che si sviluppa per oltre 100.000 metri quadrati di superficie utile di solaio. La sua singolare e felice collocazione, nel contempo centrale e ben collegata alla rete urbana ed extraurbana, ne amplifica la straordinaria opportunità d’utilizzo, naturalmente nel rispetto delle sue rilevanti valenze architettoniche, esempio ineguagliabile della magnificenza civile del 1700.
OBIETTIVI Completare il recupero edilizio e funzionale del complesso, con adeguata dotazione di parcheggi interrati al servizio degli utilizzatori. Destinare la parte nettamente prevalente del complesso a Casa delle Istituzioni, ove concentrare in primis gli uffici regionali oggi dislocati in vari punti della città, con conseguenze deleterie sull’attività burocratica e nei rapporti con i cittadini utenti. Peraltro ciò solleverebbe la Regione da rilevanti oneri per fitti passivi che vengono corrisposti ai privati proprietari delle sedi attualmente utilizzate. Destinare i restanti padiglioni a Casa delle culture e delle scienze, luogo emblematico d’incrocio dei saperi, rivolto allo scambio culturale e scientifico. In tal modo, tra l’altro, potrà proseguire e consolidarsi, anche dopo la celebrazione del Forum previsto nel 2013, il ruolo di Napoli capitale della cultura internazionale.
AZIONI Definire un Accordo di collaborazione per l’utilizzo del complesso monumentale fra il Comune (Ente proprietario), la Regione Campania (principale utilizzatore) ed eventuali altre istituzioni interessate (Soprintendenze e/o Autorità di settore). Integrare le risorse pubbliche già impegnate con i fondi del Programma Integrato Urbano per finanziare il recupero del complesso edilizio e realizzare i parcheggi interrati di dotazione, con ricorso anche all’utilizzo delle economie derivanti dall’eliminazione dei fitti passivi per gli uffici regionali. Attivare risorse aggiuntive statali collegate all’evento Forum Universale delle Culture del 2013, per finanziare il recupero dei padiglioni destinati a funzioni culturali.
AREA DI BAGNOLI La riqualificazione di Bagnoli è il progetto simbolo della futura rinascita partenopea. L’area ex Italsider ed ex Eternit è uno dei pochi siti in Italia ad essere inserito nel piano nazionale delle bonifiche per restituire un luogo incantato alla sua destinazione naturale. Occorre maggiore coraggio per unire risanamento ambientale e rilancio economico dell’area. La Regione deve fare di più e meglio la sua parte, soprattutto su tre punti decisivi: infrastrutture, porto turistico, grandi attrattori.
OBIETTIVI Mettere Bagnoli in rete su gomma e su ferro. Per la rete stradale: collegamento diretto (con sottopassi) bidirezionale fra la tangenziale e Bagnoli e Pozzuoli / Per la rete metropolitana: nuovo tratto della linea 6 fra Bagnoli e piazza Municipio, con interscambio con la linea 1. Un importante Porto Turistico in acqua ed a secco
Superare la insufficiente previsione attuale di 300 posti barca con la realizzazione di un importante porto turistico, integrando posti barca a mare con l’attrezzaggio di un porto a secco a ridosso di canali navigabili nella zona prospiciente il litorale.
Acciaierie e parco: 2 grandi Attrattori Internazionali
Nel complesso delle acciaierie ed in una parte dei 120 ettari destinati a parco dovranno essere allocati, nel rispetto dell’ambiente, due grandi attrattori collegati ai circuiti internazionali dello spettacolo, sport e tempo libero.
AZIONI Aggiornare il Piano della Portualità Turistica Regionale, con incentivazione dei modelli di project financing dei porti a secco. Individuare Bagnoli fra le priorità strategiche nell’uso dei fondi europei, sia di gestione regionale che a valere sui piani di settore nazionali. Definire un’Intesa Stato-Regione Campania-Comune di Napoli per l’utilizzo di un finanziamento statale straordinario per l’area di Bagnoli, collegato all’evento Forum Universale delle Culture 2013.
NAPOLI EST Oggi oltre 300 ettari alle porte della città sono testimonianza di un’aggressione ambientale che ha pochi eguali in Italia. Napoli Orientale è una grande opportunità per una rivincita straordinaria. Possono fare sistema tre carte vincenti: bonifica ambientale, fonti energetiche alternative, nuovi insediamenti produttivi. Nel luogo simbolo dell’inquinamento industriale e del degrado urbano può prendere corpo un grande progetto per Napoli e la Campania.
OBIETTIVI Definire con Legge Regionale un Piano di bonifica dei suoli e la prevenzione dell’inquinamento delle falde acquifere a carico delle società petrolifere con tempi certi ed idonee garanzie finanziarie, con prevista attivazione di poteri pubblici sostitutivi in caso d’inerzia dei soggetti responsabili.
Realizzare nell’ambito 13 un Campus delle fonti energetiche alternative, integrando la realizzazione d’impianti per produzioni energetiche da fonti rinnovabili con la realizzazione di un Centro di Ricerca pubblico-privato per l’applicazione delle fonti alternative alle attività d’impresa. Realizzare un’Area attrezzata per insediamenti di piccole e medie aziende per la produzione di beni e servizi, con incentivazioni per le iniziative ad elevato contenuto tecnologico. Riservare una parte dell’ambito ed Area retro portuale per decongestionare il porto commerciale, con particolare riguardo ai servizi delle autostrade del mare.
AZIONI Approvazione nei primi 6 mesi di consiliatura del nuovo Piano Energetico Regionale, con individuazione dei siti ove trasferire le raffinerie ricadenti nell’ambito 13. Ingresso della Regione nella società consortile Napoli Orientale, rilanciandone le funzioni per l’erogazione di servizi alle imprese da insediare nell’area e per la promozione del Campus delle fonti energetiche alternative. Approvazione di un Accordo di Programma, previa intesa fra Enti pubblici e società proprietarie dei siti, per la bonifica e la riqualificazione urbanistica dell’area. Intesa Stato-Regione-Comune di Napoli per la realizzazione di una Zona Franca urbana a sostegno del rilancio economico dell’area. |