GIUSTIZIA. AIGA: AVVOCATI NON RESPONSABILI ENORME CONTENZIOSO
«Abbiamo deciso di non partecipare alle cerimonie inaugurali dell’anno giudiziario per ribadire ancora una volta il grido d’allarme che i Giovani Avvocati da anni denunciano per la tenuta democratica del nostro Paese e del sistema Giustizia: se è certamente vero che una giustizia lenta è malagiustizia, è altrettanto vero che una giustizia frettolosa, una giustizia dai costi d’accesso irragionevoli, una giustizia sommaria è denegata giustizia. La principale preoccupazione di chi amministra la macchina giudiziaria deve essere il sacro rispetto dei valori costituzionali del diritto di difesa e del giusto processo in contraddittorio tra le parti, perciò spiace constatare che il primo presidente della Cassazione sappia valutare la produttività dei magistrati soltanto sulla quantità delle decisioni e non sulla qualità delle stesse, ritenendo gli avvocati responsabili dell’enorme contenzioso italiano, senza spendere una parola per le ingenti carenze di organico in magistratura, causate anche dai magistrati fuori ruolo perché destinati agli uffici ministeriali». Lo afferma in una nota Dario Greco, presidente dell'Aiga, Associazione italiana dei giovani avvocati, nel giorno dell'inaugurazione dell'anno giudiziario presso la Corte di Cassazione. Secondo il leader dei legali under45 «c'è preoccupazione per il gravissimo stato di crisi in cui versa l’Avvocatura Italiana. Le recenti statistiche diramate dalla Cassa di Previdenza dimostrano un continuo calo del reddito pro-capite degli avvocati, in persistente discesa dal 2007, con una perdita di ricchezza dell’avvocato medio italiano del 12% (comprensivo dell’inflazione) nel triennio 2008-2010. Crisi che colpisce maggiormente i soggetti deboli della nostra categoria: i giovani e le donne». Il presidente dell'Aiga aggiunge che la categoria ha deciso di protestare «perché non si sta liberalizzando l’economia, ma si stanno ampliando soltanto le rendite di posizioni della grande impresa, delle banche e delle assicurazioni, mentre il numero dei notai aumenta solo sulla carta di 500 unità. Se davvero si vuole dare slancio all’economia – conclude Greco – si liberalizzi il mercato immobiliare consentendo anche agli avvocati di stipulare gli atti di compravendita: questa è la vera riforma di cui in cittadini hanno bisogno».
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