Lettera aperta sulla questione termovalorizzatore a Salerno
Caro Vincenzo, mo’ nun pazzià!
di Ernesto Sica
Se dicessi che la mia Città è pronta ad impedire la realizzazione del termovalorizzatore a Salerno ricorrendo al Tar non mi discosterei più di tanto dalla realtà. Un aspetto è fin troppo chiaro: non siamo contrari alla sua realizzazione, come più volte ribadito, ma le motivazioni, quelle vere, sono altre e sicuramente condivisibili. L’impianto si farà a Pontecagnano Faiano-Salerno, c’è una legge dello Stato che lo conferma, ma indipendentemente da chi governerà il processo di realizzazione e gestione, non vogliamo essere presi per fessi. Ripeto per chi non lo avesse ancora capito: non vogliamo essere presi per fessi. Crediamo, infatti, che un territorio come il nostro che vedrebbe sorgere l’impianto a pochissimi metri dal suo centro abitato (meno di cinquanta metri al cospetto dei chilometri che dividono Salerno dall’area individuata per la localizzazione) meriti rispetto e considerazione. Non chiacchiere e folclore. Ed il rispetto, da che Mondo è Mondo, lo si dimostra coi fatti e con la concertazione che tu stesso, caro Vincenzo, hai iniziato appena emersa l’ipotesi di realizzazione del termovalorizzatore a Salerno e che tu stesso hai evocato spero non per un semplice opportunismo. E’ impensabile ed inimmaginabile tenerci fuori da ogni tavolo di discussione. Sarebbe a dir poco assurdo decidere alle nostre spalle sul nostro futuro. Se termovalorizzatore deve esserci allora è giusto inserire la mia Comunità nel ragionamento complessivo senza demagogie, senza facili strumentalizzazioni di comodo, senza comportamenti alla De Luca, per intenderci. Pontecagnano Faiano, negli anni, ha già pagato e continuerà a pagare un prezzo altissimo per la vicinanza di impianti inquinanti installati su territori viciniori e proprio al confine con il nostro Comune (discarica di Sardone, sito di Ostaglio, Italcementi, impianto di compostaggio, discarica di Montecorvino Pugliano etc…). Non è più accettabile ragionare in quest’ottica che ha determinato solo grandi fallimenti, e penso all’Interporto, alla centrale termoelettrica ed altre grandi infrastrutture. Diciamo basta e mai come adesso faremo valere le nostre ragioni (e non a chiacchiere). Ciò che ci preoccupa non è l’inceneritore in quanto tale ma l’impatto ambientale reale derivante dai mezzi che trasportano i rifiuti. E come facilmente immaginabile, il percorso impiegato vedrebbe le nostre strade invase da questi camion e dai loro cattivi odori. E’ questo il vero disagio. E noi saremo al centro di questo processo dal quale è praticamente impossibile escluderci. Caro Vincenzo, nel 2000, spero lo ricorderai, tu ed il tuo partito mi avete impedito di realizzare il termovalorizzatore mettendomi in minoranza in Consiglio Comunale. Caro Vincenzo, nel 2004, hai continuato a fare in modo che non si realizzassero nei Picentini strutture per la trasformazione dei rifiuti. Forse l’ha già dimenticato? Coinvolgerci nella programmazione infrastrutturale viaria è il minimo che noi possiamo ricevere, come ho già ribadito al Presidente Cirielli. Lo stesso Bertolaso in tempi non sospetti ce lo ha garantito e noi abbiamo fede nelle sue parole. Il discorso è semplice: quella che potrebbe essere definita, anche se volgarmente, la vera partita, ma che altro non è che un giusto riconoscimento, è rappresentata dal ristoro ambientale per i territori che subiscono l’impianto al quale necessariamente deve corrispondere una compartecipazione e dei benefici per i cittadini. Sostenere il contrario o snobbare questo aspetto corrisponderebbe, questa volta sì, ad una vera idiozia mista a pagliacciata. Nessuno, e dico nessuno, potrà tenerci fuori dal piano della concretezza di quest’opera se si vogliono evitare nuove tensioni. Il posto scelto, e per il quale sono stati spesi e verranno investiti miliardi delle vecchie lire, è Pontecagnano Faiano-Salerno. Caro Vincenzo, mi rivolgo ancora a te, dopo la centrale termoelettrica, mica vorrai essere tra i firmatari di un nuovo fallimento? Non servirebbe nemmeno aggiungere altro. O forse una sola cosa sì: per le pizze c’è tempo, ma prima si rispetti la mia Città. Noi ci faremo rispettare, fino in fondo, anche a costo di insegnare agli altri come rispettarci.
Sindaco
di Pontecagnano Faiano
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