Intervista
a Massimo Cariello, Assessore Provinciale alle
Politiche del Lavoro.
“Le
società interinali?Una sciagura”
Massimo Cariello, 35 anni, esponente di primo
piano di Rifondazione Comunista, è uno
che crede in quello che dice e che fa. Il suo
nome è emerso più volte negli ultimi
anni in relazione alla sua attività di
amministratore del Comune di Eboli. Qui ha, infatti,
ricoperto per quattro anni la carica di assessore
occupandosi di Cultura, Ambiente e politiche Giovanili,
di immigrazione e disagio giovanile, operando
anche in realtà difficili e marginali,
occupandosi dei minori a rischio del rione Pescara,
una sorta di Zen in sedicesimo. Dando sempre prova
di impegno e solidarietà. Cariello è
un ultras dell’Ebolitana calcio, la sua
grande passione. Attualmente è Assessore
Provinciale alle Politiche del Lavoro, Centri
per l’Impiego, Informagiovani, Politiche
Giovanili.
Assessore, lei rivendica con orgoglio
l’appartenenza a Rifondazione Comunista.
Spesso le sue iniziative, risentono in maniera
evidente della concezione della vita e del mondo
di questo partito. Non avverte il rischio di una
commistione di sentimenti tra l’amministratore
e il dirigente politico?
“E’ del tutto evidente che in quello
che faccio si riflette la mia appartenenza. C’è
un filo rosso che lega la mia attuale attività
con le esperienze vissute al Comune di Eboli che
per me è stata un’esperienza importante
perché mi ha temprato sul campo affrontando
le problematiche dell’immigrazione , della
emarginazione ,della pace e della solidarietà
in stretto contatto con il mondo dell’associazionismo
che ad Eboli è una realtà vitale
ed operante. Certo. Gli indirizzi del partito
sono fondamentali per orientare la mia attività
di amministratore”.
Assessore, un Rapporto Istat che riguarda
non solo l’area salernitana, definisce il
lavoro irregolare “radicato in tutto il
paese”, tanto da rappresentare “un
vero e proprio elemento strutturale dell’economia
italiana”. Secondo le rilevazioni dell’Istat,
il fenomeno del sommerso in Campania presenta
caratteristiche inedite: sono state scoperte addirittura
intere aziende totalmente in nero. Per analizzare
e combattere tale fenomeno la Provincia di Salerno
ha attivato lo “Sportello del lavoro irregolare”.
Di che cosa si tratta esattamente?
“Questo preoccupante fenomeno del lavoro
irregolare che è esteso in tutta la provincia,
acquista particolare spessore nell’Agro-
Nocerino- Sarnese. Stiamo studiando il fenomeno
con attenzione e preoccupazione. Lo sportello
sul lavoro irregolare che abbiamo aperto è
il primo strumento utile sia per gli imprenditori
sia per i lavoratori. Il lavoro nero è
un grave problema che occorre combattere per migliorare
la situazione lavorativa ed occupazionale in provincia”.
Assessore, tra il 2000 e il 2003 il lavoro
parasubordinato è cresciuto del 20,8%.
Il lavoro atipico si è sviluppato nell’ambito
del lavoro dipendente, con contratti part-time,
stagionali, interinali e di apprendistato sia
in quelle del lavoro non dipendente, le famose
Co.Co.Co., oggi contratti a progetto. Vi è
stata, in pratica, una drastica riduzione dei
rapporti di lavoro a tempi indeterminato. E’
tutto frutto delle politiche del lavoro messe
in moto dalla famosa o famigerata Legge Biagi?
“ La legge Biagi ha aperto una sorta di
Far West del mercato del lavoro. Sono previste
addirittura una cinquantina di diverse possibilità
di lavoro. Un’enormità. Si fanno
i controlli su misura, che penalizzano anche le
imprese. La flessibilità è lo schermo
che legalizza la precarietà dei rapporti
di lavoro. Come Provincia stiamo attivando un
Osservatorio sul Lavoro atipico per analizzare
in modo scientifico l’ampio ventaglio di
forme di lavoro atipico al fine di poter assistere
questi lavoratori con pochi diritti e molti doveri
”.
Le società interinali registrano
un vero e proprio boom. Circa un milione di persone
sono collocate nel mercato del lavoro, per lo
più a tempo determinato, con questo sistema.
Sono diffuse anche sul territorio provinciale,
sono vere e proprie agenzie di intermediazione
e per alcuni forme post-moderne di caporalato.
Forse è superfluo chiederle qual è
il suo giudizio sulla loro attività?
“Negativo. Non bisogna mai dimenticare che
queste agenzie di lavoro private sono sostenute
da finanziamenti pubblici e che ciò che
si può ottenere tramite queste società
si può fare con i centri per l’impiego
che garantiscono la trasparenza del mercato del
lavoro. L’errore della Biagi è consistito
nel privilegiare queste società private
per il lavoro interinale che hanno in qualche
modo <ufficializzato> il caporalato. Il
ricorso al lavoro interinale è il frutto
di un certo scetticismo e sfiducia nei centri
per l’impiego ed è un fenomeno purtroppo
in crescita esponenziale”.
Parliamo dei Centri per l’Impiego.
Qual è oggi il ruolo dei Centri per l’impiego
della provincia e che servizi offrono?
“Attualmente i Centri per l’impiego
dislocati sul territorio provinciale analizzano
il mercato del lavoro in tutte le sue articolazioni;
accertano i flussi di manodopera e le relative
variazioni, studiano i fenomeni occupazionali
al fine di comprendere meglio l’evoluzione
del lavoro provinciale per meglio definire e attuare
interventi di politiche attive del lavoro. I servizi
offerti hanno carattere informativo, orientativo
e di approfondimento per sostenere chi è
alla ricerca di lavoro. Stiamo sperimentando nuovi
processi di relazione con il territorio sui temi
del lavoro e per favorire l’incontro tra
domanda e offerta di lavoro per i giovani. Stiamo
cercando di affiancare alla rete degli Informagiovani
, il Forum provinciale dei Giovani per incoraggiare
il rapporto tra le associazioni giovanili e le
istituzioni locali e promuovere la programmazione
e la pianificazione sulla materia dell’
associazionismo giovanile”
E’ per le fasce più deboli
e svantaggiate del mercato del lavoro, cosa state
facendo?
“ Tra le altre iniziative, abbiamo presentato
i risultati di un’indagine conoscitiva sulla
collocabilità dei Diversamente Abili in
provincia di Salerno, condotta nell’ ambito
del progetto “Idoneità Lavorativa
Diversamente Abili” per la definizione di
un percorso condiviso per la gestione dei processi
di valutazione. Per farli sentire uguali a tutti
gli altri e per dare loro una possibilità
di inserimento nel mondo del lavoro”.
Si ritiene soddisfatto o c’è
ancora qualcosa da rivedere?
“Mi riterrò soddisfatto quando risolveremo
il problema dei lavoratori socialmente utili.
Su questo tema degli Lsu sono deciso ad andare
fino in fondo. Spero di poter ben presto annunciare
la stabilizzazione dei 253 Lsu del Parco del Cilento
e di ottenere altri finanziamenti per i progetti
relativi agli ultra trentacinquenni che hanno
difficoltà di inserimento e di cui pochi
si occupano. Per la prima volta la Provincia di
Salerno ha ottenuto dalla Regione Campania un
finanziamento di un milione di euro per la stabilizzazione
degli LSU. Mi sembra un ottimo risultato”.
Walter Brancaccio
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