Riceviamo e pubblichiamo
Carissimo Direttore,
ho letto sul suo giornale del comunicato divulgato da parte del Consigliere provinciale Gennaro Memoli, in relazione al piano di dismissione degli immobili. Credo che la vicenda meriti un chiarimento e dunque mi auguro che il mio intervento, quale Assessore al Patrimonio e proponente del piano di dismissioni, abbia il medesimo risalto riservato al comunicato del Consigliere Memoli. Devo premettere che ho già avuto occasione di chiarire, in Consiglio oltre che in replica ad altra notizia apparsa sulla nostra stampa locale, che il complesso “Piantanova” di Salerno era stato inserito nel piano, potendo essere utilizzato per procurare all’Ente la possibilità di realizzare, finalmente, il nuovo Palazzo della Provincia. Si tratta, innanzitutto, di una decisione non ancora adottata. E comunque la Giunta di governo del Presidente Cirielli ha chiarito ai propri elettori di voler combattere gli sprechi e, tra questi, il pagamento di canoni per circa 600 mila euro all’anno, per i soli uffici distaccati in Salerno.
Di qui l’esigenza e la scelta di utilizzare uno dei beni immobili della Provincia, per la permuta col nuovo palazzo degli uffici dell’Ente, così peraltro da evitare il ricorso all’indebitamento. Ed il progetto deve essere realizzato, utilizzando l’immobile di “Piantanova” o altro immobile dell’Ente, dopo che per decine di anni non s’è fatto altro che parlarne. Questa è una chiara presa di posizione politica, della quale l’Amministrazione Cirielli risponderà agli elettori e sicuramente non influenzabile dai consiglieri del centro sinistra, che evidentemente preferiscono far pagare all’Ente degli elevati canoni di locazione per gli uffici distaccati, poi però concedendo a terzi i propri beni, a titolo gratuito o con contratti “di fatto”. E’ ancora in corso, per la verità, la verifica di tutti i contratti pendenti, alcuni dei quali già disdettati ed altri di cui neanche si reperisce il titolo costitutivo della obbligazione. Non è però accettabile che una pubblica amministrazione tolleri l’utilizzo dei propri beni, da parte di privati ed a condizioni di favore. Così come non è in linea con le regole di legge e di sana amministrazione pubblica che un contratto di comodato della durata di sei anni si protragga “sine die”, tanto più che la legge ammette le locazioni a condizioni agevolate in favore di ben determinati soggetti, ma non i comodati dei beni pubblici.
Nello specifico del rapporto con la ASL, il contratto prevedeva una spesa a carico della stessa ASL, in cambio di un comodato di sei anni, già scaduto nel 2005. Ed è allora naturale che il rapporto debba essere rinegoziato, per adeguarlo alle prescrizioni di legge, e non dovrebbe farsene meraviglia un Consigliere provinciale, che è egli stesso amministratore pubblico: si venda o non si venda quello o altro immobile, la Giunta del Presidente Cirielli si preoccuperà di ricondurre a legalità il sistema della gestione dei beni immobili e dunque si preoccuperà di regolarizzare ogni rapporto. Senza alcun favoritismo e solo nel rispetto delle regole di legge e delle finalità sociali perseguite dalla Provincia.
Non credo di dover aggiungere altro.
La ringrazio sin d’ora, e cordialità.
Avv. Adriano Bellacosa
L’Assessore |