5 domande a Pierluigi Curcio
Non è facile scrivere per farsi leggere. Potrebbe apparire solo una frase da dimostrare, ma è notorio come il foglio bianco o la pagina aperta sul p.c. incutano un timore tutto particolare. Non si tratta, ovviamente, di mettersi a sparare parole a raffica e attendere che qualcuno passi al varco, con la voglia di leggere. Il problema è avere uno stile e trovare temi che possano affascinare. Non si tratta neppure di strade impossibili da individuare, ma presentano molte asperità. C’è da individuare di volta in volta il tema sufficientemente originale, la parola che ti soddisfa, quella che meglio di altre possa descrivere le azioni, gli stati d’animo, i legami tra protagonisti, i presupposti per ciò che accadrà più avanti. Ti devi, altresì, imbattere in una serie di domande che sole possono far individuare le soluzioni a problemi dei quali occorre sapere l’esistenza: come rappresentare con la parola scritta i silenzi? È sufficiente per affascinare che i tempi verbali siano sempre gli stessi? E come si inizia, qual è la molla che ti induce a scrivere, a provarci seriamente, a verificare che potrai farcela e proseguire … Verificare: la auto verifica: è utilissima, ma non è facile valutare da sé ciò che si scrive. Sarebbe preferibile trovare qualche vittima disposta a leggerti: è peggio che cantar di notte. E, poi, quando ti pare che tu sia sulla buona strada, con chi provare a pubblicare?
Certo, ci sono i concorsi letterari che sembrerebbero essere utili. Sono moltissimi. Quali selezionare? Si leggono i regolamenti e ci si accorge abbastanza facilmente di una prima ripartizione, la definiremmo tragica, che non potrebbe non saltare agli occhi: I – ci sono quelli gratuiti; II – ci sono quelli a pagamento. Anche dei concorsi della prima specie è preferibile rileggere attentamente il regolamento: ce ne sono di quelli gratuiti che, però, ti impongono l’acquisto di un certo numero di libri (spesso antologie mal realizzate, roba da copisteria con fogli spillati). Superata questa fase, magari hai partecipato a moltissimi concorsi convincendoti che siano inutili, ti accorgi che potrebbe essere il caso di spedire a una casa editrice di nome, di cui si parla molto e che si pubblicizza su quotidiani nazionali. È chiaro che l’aver partecipato ai concorsi letterari, e ciò potrebbe sorprendere, è stato più utile di quanto si pensasse: hai comunque affinato gli strumenti del mestiere. Puoi, quindi, tentare di fare il salto di qualità. Ti pare di toccare il cielo con un dito, ma scopri che pure a quel livello c’è l’inghippo: case editrici a pagamento che chiedono somme rilevanti per pubblicarti. Cosa danno in cambio? Quasi nulla: editing non professionali, distribuzione assente, pubblicità in nessuna forma. E allora ripieghi sulla autopubblicazione sapendo, però, che nessuno vorrà i tuoi libri, neppure regalati. Intanto è passato qualche anno. Tu resisti e finalmente accade qualcosa. Siamo nel tempo presente, siamo nel 2011: ormai si sono affermate altre forme di pubblicazione, altri approcci, altri strumenti – supporti adatti a ospitare la parola scritta. Tralasciando le ipotesi di stampa on demand (un libro venduto un libro stampato, tramite LULU a esempio), salta subito agli occhi l’eBook. Sono varie le ipotesi possibili, ormai, e occorrono strumenti per ospitare il libro e darti modo di leggerlo. Lo si può fare anche con i telefoni cellulari. L’intervento di Chichili Agency nell’ambito della letteratura europea si rivolge proprio a chi ha già sperimentato la lettura con le nuove tecnologie e a chi vorrà farlo.
Ad oggi gli Autori italiani che hanno accettato con entusiasmo di intraprendere la comune avventura e sono già stati messi sotto contratto da Chichili Agency, sono: Francesca Baldacci; Pierluigi Curcio; Fabiola D’Amico; Daniela Gambino; Davide Lisi; Lorenzo Mazzoni; Laura Mercuri; Simona Rivelli; Romano Theresa; Laura Schiavini; Scibilia Silvia, cui si aggiunge la stessa Roberta Gregorio, che pubblica in tedesco, e noi due.
Su Chichili Agency, va la pena precisare: si tratta, appunto, di una azienda specializzata nella pubblicazione di eBook seriali; da pochi mesi ha aperto anche in Italia. È, infatti, nata Chichili Agency Italia, curata da Roberta GREGORIO, scrittrice italiana, ma di formazione tedesca (si vedano i suoi quattro episodi di Amore in bella Germania). I libri prodotti dagli Autori che si sveleranno nelle prossime interviste, sono quasi tutti destinati a essere pubblicati con la formula dell’eBook seriale, per il mercato di lingua tedesca (Germania, Svizzera, Austria), ma in italiano. Ciò che ci diranno sarà rilevante per chi voglia scrivere, ma anche utile per rimarcare le differenti sensibilità di un gruppo di scrittori che non aveva interagito mai prima. È una bella avventura di cui si parlerà sicuramente molto. A tutti loro dovrebbero andare auguri di prammatica: Francamente, essendo una esperienza in divenire che non ha da identificare obiettivi sin da subito focalizzabili, auguriamo di poter continuare a confrontarsi con la parola scritta e di trovare lettori sensibili. Lo auguriamo anche a Roberta Gregorio, a noi stesse e anche a tutti coloro che vorranno affrontare l’estatica bellezza che si nasconde nelle storie da inventare.
5 domande a Pierluigi CURCIO
Pierluigi Curcio, nasce e vive a Crotone. Forte divoratore di componimenti narrativi storico leggendari, si dedica da qualche anno alla stesura di romanzi del medesimo genere con qualche discreto risultato. “Artorius, vita amori e imprese di un uomo divenuto leggenda” , vincitore di tre premi letterari (I, III e IV posto) in Italia è la sua più grande soddisfazione.
Io scrivo perché...
“Ci sono storie che vogliono essere raccontate e a quanto pare hanno scelto me per essere riportate su carta. Il maestro del brivido, King, paragona gli scrittori a una sorta di ricetrasmittenti particolarmente dotati a captare questi avvenimenti (forte sostenitore dell’esistenza dei multi universi). L’idea mi piace, ma dati gli argomenti trattati dal maestro, non posso fare a meno di avvertire una leggera inquietudine.
Quale scrittore contemporaneo o del passato vorresti incontrare e perché?
“Probabilmente lo conosceranno in pochi, ma è stato dopo la lettura dei suoi romanzi che ho iniziato a cimentarmi con … la tastiera (un tempo avrei detto “la penna”). Gli eroi del Dross, del passo di Skeln, personaggi entrati nel mito come Druss, Waylander o Parmenion per terminare con la trilogia inerente la guerra di Troia, lo hanno reso un vero mito per molti: David Gemmell”.
L'odore della carta o la praticità dell'ebook? L'uno esclude l'altro? Possono coesistere?
“Lo ammetto, ero non poco diffidente sull’ebook, ho sempre amato tuffarmi tra le nuove e più antiche pagine di un libro. Il mio primo autore da ragazzino fu Dumas in una vecchissima edizione di un testo appartenuto in gioventù a mio padre. L’ebook rappresenta il futuro e prima o poi finirà inevitabilmente per soppiantare l’antico metodo di lettura, con buona pace degli ecologisti e di quanti amino questo pianeta”.
Musica o silenzio nei momenti di scrittura?
“Raramente mi lascio trasportare nella scrittura dall’assenza di qualsiasi tipo di rumore. Mi piace trovare rifugio in una stanza tranquilla, possibilmente immersa nella penombra con un sottofondo di musica che faccia da colonna sonora alla scena in descrizione, spesso celtica”.
Dove ti vedi fra 5 anni - artisticamente parlando?
“Sincero? Credo che sarò sempre qui. Scriverò storie e mi augurerò nella presenza della Chichili Agency che mi offra un’ancora di salvezza che realizzi almeno in piccola parte i miei sogni”.
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