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Registrazione Trib. di Sa n°22 del 07.05.2004
 
 
 
 
 
 
 
 
 

CENNI SULLO SVILUPPO DEL CRISTIANESIMO NELLE DIOCESI DI SALERNO E DI ACERNO

Un primo cenno di storia religiosa nel salernitano, si ha tra il 284 ed il 305 d.C., con il martirio dei SS. Fortunato, Caio ed Anthes, ma la certezza dell'esistenza di una sede vescovile ci viene soltanto nel 499, all'epoca in cui il Vescovo di Salerno, Gaudenzio, partecipò al Sinodo Generale in Roma indetto da Papa Simmaco (498/514) sottoscrivendone persino gli atti. Dopo alcune sparute notizie (nel 555) la vita diocesana riappare soltanto nel 640 quando è retta dal Vescovo Gaudioso, di indole molto pacifica. Con la sua benefica azione pastorale, infatti, riuscì ad attenuare orrori e distruzioni causate dall'invasione longobarda che, proprio in quell'anno, aveva conquistato Salerno. I Longobardi, da feroci persecutori e distruttori, appena convertiti al cattolicesimo, divennero ardenti propagatori dello stesso, e, non solo provvidero alla riparazione e ricostruzione di templi o cenobi, ma ne fondarono anche di nuovi.Con la conversione si ebbe una completa fusione di quel popolo con il nostro popolo, vuoi per l'acquisita identica fede religiosa, vuoi per le comuni minacce saracene. Essi elessero come santo protettore S.MICHELE ARCANGELO, al quale dedicarono molte Chiese e Monasteri. Ad onor del vero, va comunque precisato che il culto al suddetto Santo era già presente in Italia Meridionale con i Bizantini ( iniziò sul Gargano ed ebbe larga diffusione sul territorio italiano, coinvolgendo i Longobardi), ma si hanno precise testimonianze che in quell'epoca sorsero numerose Chiese, tra le quali, non ci sembra azzardato supporre sorgesse anche quella dell'omonimo casale in S. Martino , come meglio preciseremo in seguito. Il Papa Benedetto VII (975/984) nel 983 elevò la Chiesa Salernitana a Sede Metropolitana con Amato, primo arcivescovo e , nel 989, Papa Giovanni XV (986/996) confermò ad Amato la dignità arcivescovile con giurisdizione sulle Diocesi suffraganee di Pesto (poi Capaccio), Acerenza, Nola, Cosenza, Bisignano, Melfi, Policastro, Marsico, Cassano, Martorana, con facoltà di ordinare e consacrare i loro vescovi. Dal 1066 iniziò il distacco da Salerno di diverse Diocesi suffraganee, Sarno (1066), Nusco (1067), e tra il 1070 e 1080, pare sia stata eretta la Diocesi di ACERNO il cui primo Vescovo sarebbe stato "Mirandus". Avvenuta l'erezione di queste nuove Diocesi di Sarno, Nusco ed Acerno, la Chiesa Salernitana vide restringersi notevolmente i suoi confini territoriali e, di conseguenza, la sua giurisdizione diocesana. La suddivisione in due metà di Montecorvino Rovella (come di molte località del territorio) allora già affermata nella parte meridionale del Regno con l'influsso normanno, causò non poche difficoltà nella gestione del territorio, sia da parte del clero che da parte del Regio Demanio. La popolazione, così divisa, accusava notevoli sbandamenti, e su questo tessuto, aumentava notevolmente il prestigio delle famiglie dominanti, che ne condizionavano sia lo sviluppo sociale sia lo sviluppo religioso.Queste difficoltà venivano evidenziate nelle " relationes ad limina" dei vari vescovi e tra esse assumono particolare importanza quelle di Mons. Domenico Antonio Menafra (vescovo di Acerno dal 1718 al 1738) del 21 novembre 1722 e quella di Mons. Domenico Anelli (vescovo di Acerno dal 1739 al 1743) del 14 dicembre 1741. Il papa PIO VII con la bolla" De utiliori dominicae" del 27 giugno 1818, soppresse la Diocesi di Acerno che fu annessa in Amministrazione perpetua a Salerno.

 
 
 
 
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