Itinerario storico-artistico della valle del picentino - IL CULTO DI S. EUSTACHIO A MONTECORVINO ROVELLA
Cenni sulla vita di Sant’Eustachio. Colui che divenne Sant’Eustachio visse a Roma ai tempi dell'imperatore Traiano. Prima di convertirsi al Cristianesimo era pagano ed il suo nome Placido: era solito dedicarsi alla beneficenza, ma anche alla persecuzione dei cristiani. Secondo la Leggenda Aurea un giorno Placido stava inseguendo un cervo mentre andava a caccia, quando questo si fermò di fronte ad un burrone e si volse a lui mostrando tra le corna una croce luminosa sormontata dalla figura di Gesù che gli diceva: «Placido, perché mi perseguiti? Io sono Gesù che tu onori senza sapere». Dopo essersi ripreso dallo spavento, Placido rientrò a casa e narrò tutto alla moglie, la quale gli riferì di aver avuto quella notte una visione nella quale uno sconosciuto le preannunciava che l'indomani ella si sarebbe recata da lui con il marito. Placido, la moglie e i due figli si recarono l'indomani dal vescovo, si convertirono e si fecero battezzare. Placido ricevette il nome di Eustachio (dal greco Eustáchios, cioè "che dà buone spighe"), la moglie quello di Teopista (dai termini greci théos e pístos, cioè "credente in Dio"), ed i figli, uno Teopisto e l'altro Agapio (dal greco Agápios, cioè "colui che vive di carità"). La Leggenda Aurea narra che Eustachio, lasciato l'esercito romano, sia stato poi perseguitato dalla sorte, come Giobbe, perdendo prima tutti gli averi, poi la moglie ed infine i figli, ma che, come Giobbe, non abbia mai insultato la provvidenza e che quindi, dopo numerosi anni di separazione, la famiglia si sia miracolosamente riunita. Richiamato sotto le armi come generale dall'imperatore Traiano, riprese servizio e si comportò con valore combattendo contro i barbari. Invitato a Roma per ricevere i debiti onori, si seppe che era cristiano e l'imperatore Adriano lo fece arrestare e condannare a morte insieme alla moglie e ai figli. Fu con loro torturato e, salvatisi misteriosamente dalla fiere del Colosseo, morirono infine, tutti martiri, arroventati dentro un bue di bronzo.
La Chiesa di Sant’Eustachio di Montecorvino Rovella
E’sede parrocchiale con la denominazione Sant’Eustachio e San Felice. E’ sorta nel XVI secolo come punto di confluenza di tre frazioni del luogo: Ferrari, Molenadi e Cornea. A seguito del rinvenimento dell’icona della Madonna dell’Eterno, nel 1623, ed a seguito dell’episodio che sancì inamovibile l’originale della statua di tale Madonna dal Santuario nella zona delle Toppole, venne fatta fare, a spese dei fedeli, una copia della suddetta statua che fu collocata nella predetta Chiesa di Sant’Eustachio. La maggiore importanza ed il maggior rilievo dell’episodio miracoloso del rinvenimento accrebbe l’importanza della Chiesa e Sant’Eustachio passò in secondo piano nel culto popolare. La terza domenica di agosto, a ricordo perenne del ritrovamento dell’icona della Madonna dell’Eterno, gestita dalla locale Confraternita del Corpo di Cristo e dalla Gioventù Cattolica, parte una processione che compie un lungo percorso di circa 8 km. Dalla Chiesa di Sant’Eustachio parte una lunga processione composta di tre statue: La prima è quella della Madonna dell’Eterno, la seconda è quella di Sant’Eustachio e la terza è quella di Santa Filomena. La processione raggiunge il Santuario dove si trova l’originale della Madonna, ivi viene celebrata una Messa e poi scende nel Paese attraversandolo per intero. Lungo il percorso i fedeli organizzano punti di ristoro, soprattutto per approvvigionarsi di liquidi, data la calura del periodo. Termina raggiungendo la Chiesa di partenza dopo circa tre ore e mezza, ove viene celebrata un’altra Messa conclusiva. Sant’Eustachio viene festeggiato il 20 settembre e tra il 18 ed il 20 settembre 2009, la locale Confraternita, nel festeggiare il 450^ anniversario della fondazione, diede grande risalto al Santo con solennità liturgiche e popolari.
NUNZIO DI RIENZO
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